Un nome d'arte pescato da Borges, un tratto semplice e quasi caricaturale, lascia tra i lavori più interessanti degli ultimi anni come 'Enigma' e 'Corpicino'
Andrea Paggiaro, il fumettista noto come Tuono Pettinato, è morto all’età di 44 anni. Autore brillante e poliedrico, con il suo umorismo fine e intelligente e il tratto semplice ma mai banale si è cimentato in praticamente tutte le forme del fumetto: storie brevi, strisce, vignette, illustrazioni, graphic novel.
Paggiaro era nato a Pisa nel 1976; il nome d’arte di Tuono Pettinato risale agli anni di Bologna, dove aveva studiato al Dams. «Dove ho seguito un percorso di cinema: mi manca tutta la parte di disegno anatomico, di saper fare le prospettive» aveva raccontato in un’intervista quando, tre anni fa, era stato a Bellinzona ospite del festival Storie Controvento. L’apprendistato, siamo nei primi anni Duemila, è arrivato dal collettivo, di cui è stato co-fondatore, dei Superamici, esperienza innovatrice e fuori dagli schemi nel campo del fumetto autoprodotte e non solo. Insieme a Tuono Pettinato troviamo Ratigher, LRNZ, Dottor Pira e Maicol & Mirco. «Quello che ho imparato l’ho preso dai compagni del collettivo Superamici, leggendo fumetti fin da piccino e man mano trovando delle cose che somigliavano sempre di più a quelle che volevo fare io. Ho letto tantissimo i Peanuts, molti dei fumetti puramente comici Il mago Wiz, B.C., Beetle Bailey e sicuramente una quantità notevole di Topolino. Poi ho trovato dei modelli nell’underground americano: lavori di Matt Groening o Daniel Clowes che avevano uno sguardo che mi piaceva».
Un percorso che aveva anche messo, ovviamente in un fumetto: ‘Come diventai fumettista’, partendo dai “primi graffissi inconsulti” e la “rabbiosa fanzine carbonara” passando per “illuminante paginone su tabloid nazionale” – che poi era la stesa La lettura del Corriere della Sera che aveva pubblicato il fumetto – fino alla conclusione con un “psycho fan” che lo avrebbe accoltellato e allo “sfruttamento postumo dei lavori di gioventù”. È stata invece una malattia a privarci prima del tempo di un grande autore.
Il nome Tuono Pettinato viene da un racconto di Borges, ‘La biblioteca di Babele’ che contiene tutti i libri possibili e tra i tanti titoli, incluse sequenze casuali di lettere, troviamo appunto ‘Tuono pettinato’. Una citazione inconsapevole: «Avevo letto Borges e sicuramente mi era passato sotto gli occhi questo nome che, anni dopo, quando dovevo scegliermi un nome d’arte, mi è tornato in mente senza ricordare esattamente dove l’avessi preso». Nome d’arte per il collettivo Superamici, dove «avevamo tutti nomi matti, forse perché con l’anonimato puoi dire cose un po’ più spavalde».
Molti i lavori di Tuono Pettinato, troppi per ricordarli tutti. Limitandosi ai libri, abbiamo le graphic novel biografiche come ‘Garibaldi. Resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovani menti’, l’interessantissimo ‘Enigma. La strana vita di Alan Turing’ realizzato su testi di Francesca Riccioni), ‘Nevermind’ sul cantante dei Nirvana Kurt Cobain e, con Dario Moccia, ‘We are the champions’ sui Queen e Freddy Mercury.
Sempre con Francesca Riccioni ha realizzato ‘Non è mica la fine del mondo’, in cui un gruppo di alieni arriva sulla Terra per studiare la civiltà umana ormai estinta, il che ci porta ai lavori più “filosofici” di Tuono Pettinato, con la favola amara del gatto ‘Chatwin’ e, soprattutto, ‘Corpicino’, forse il suo lavoro più riuscito. Partendo da un infanticidio, Tuono Pettinato racconta con humor nero il cinismo dei media, riflettendo non solo sulla morbosità che può raggiungere la cronaca nera ma anche la follia collettiva di persone apparentemente normali che farebbero di tutto pur di apparire davanti a una telecamera.
Numerose le collaborazioni con varie testate, da ‘Internazionale’ a 'Linus' a ‘Fumettologica’.