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Molestie: il sindacato parla a Le Temps, la Rsi 'deplora'

Maria Chiara Fornari, giornalista Rsi, dallo scorso 9 dicembre alla testa della sezione ticinese del Sindacato Svizzero dei Media: 'Donne umiliate e screditate'

Maria Chiara Fornari (dal sito www.ssmticino.ch)
22 gennaio 2021
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Da circa un mese l'account Instagram #SwissMediaToo raccoglie, ‘incastonate’ in una grafica dallo sfondo color pastello, le testimonianze di sessismo cui si è arrivati partendo dall'indagine di Le Temps, che nel novembre dello scorso anno ricostruiva tramite una prima trentina di testimonianze anonime un quadro di molestie sessuali, gesti inappropriati, mobbing, bossing alla Rts. I virgolettati di bassa lega collezionati dalla pagina instagram sono verosimilmente parte delle 220 testimonianze raccolte alla radiotelevisione romanda alla data del 13 gennaio, ma anche – per quanto riguarda i virgolettati in lingua italiana – parte della quarantina di voci raccolte dall'indagine Rsi, riportanti un ‘malandazzo’ che, esattamente come alla Rts, si protrarrebbe da anni.

Non si affida a uno scritto anonimo ma ci mette la faccia Maria Chiara Fornari, giornalista Rsi dallo scorso 9 dicembre alla testa della sezione ticinese del Sindacato Svizzero dei Media (Ssm), che a Le Temps ha parole dure sull'azienda: “Abbiamo un problema con la seconda fase dell'indagine”, spiega Fornari. “La direzione voleva imporci un pool di avvocati per la maggioranza uomini, cosa che non possiamo accettare. Alla Rts – commenta la giornalista – tutto si è svolto rapidamente, mentre qui sembra essere tutto più difficile”. Fornari denuncia un clima di "umiliazioni, denigrazione professionale espressa pubblicamente, totalmente impuniti”, presente “tanto nei corridoi quanto durante le riunioni”. Parla di abusi taciuti, di omertà, di ritorsioni – riporta la sua esperienza personale in quanto sindacalista – riportando un caso di declassamento seguito alla denuncia di un superiore. "Lo sanno tutti, tutti si conoscono da decenni e si proteggono”, continua Fornari. “Viviamo in una piccola realtà provinciale, non solo alla Rsi, ma in Ticino in generale”.

'Dichiarazioni scorrette e offensive'

Mentre Maria Chiara Fornari confida nel nuovo direttore Mario Timbal, subentrato a Maurizio Canetta, la reazione della Rsi non si fa attendere: “deplora e respinge” le affermazioni di Fornari che ritiene “scorrette e offensive dei confronti non soltanto del Comitato direttivo, ma di tutto il Personale Rsi“; deplora che dalle sue parole “emerga l’immagine di una Rsi in cui la discriminazione di genere è una prassi ampiamente diffusa. Si tratta di un suo giudizio, che respingiamo”. La Rsi “avrebbe preferito attendere la conclusione delle indagini esterne indipendenti, del resto concordate con Ssm, prima di prendere posizione”.

L'azienda nega di avere “mai imposto a Ssm la composizione del pool di avvocati che condurranno le indagini e, men che meno i contenuti del relativo mandato”; accusa Ssm di non avere “mai mai, né in occasione dei numerosi incontri con RSI né per iscritto, dedicato una sola parola all’inclusione nel pool di una ulteriore rappresentante legale per assicurare il rispetto della parità di genere. Valutazione invece fatta dalla Rsi”. Quanto al sistema di bossing nei confronti del sindacato, la Rsi considera l'affermazione “estremamente grave agli occhi della Rsi, che ha già comunicato a Ssm di volerla immediatamente approfondire e, se comprovata, di voler intraprendere tutti i passi che dovessero rendersi necessari per fare piena luce”.