Culture

Un sostegno iniquo e inefficace per la cultura

Esponenti del mondo culturale criticano le misure di aiuto decise dal Consiglio federale in quanto non proteggono le persone vulnerabili

11 giugno 2020
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Esponenti del mondo culturale criticano aspramente il Consiglio federale per i provvedimenti adottati per ovviare ai danni causati dal coronavirus. Le misure di sostegno a chi ha subito il lockdown non vanno a vantaggio di chi ne ha più bisogno, affermano.

"Le misure federali e cantonali offerte finora non hanno mantenuto la promessa di proteggere le persone vulnerabili. Chi ha guadagnato molto finora, otterrà molto", afferma la lettera pubblicata oggi e firmata dalle scrittrici Monica Cantieni e Bettina Spoerri, dall'autore Sunil Mann e dallo scrittore e regista Rudolph Jula.

Molti operatori culturali, che già vivevano in condizioni precarie e che quindi difficilmente avrebbero potuto costituire delle riserve, hanno ricevuto finora solo importi molto esigui per la perdita di guadagno. Molti di essi, quando hanno inoltrato richiesta, si sono sentiti rispondere che "non ci sono rimedi giuridici", oppure "non vi è alcun diritto". Anche chi presenta alle autorità una prova impeccabile della perdita di reddito non ha alcuna garanzia di ricevere il relativo indennizzo, si legge nella missiva. Con queste misure le disuguaglianze esistenti aumentano.

"Ora abbiamo bisogno di una soluzione non burocratica, rapida e praticabile". "Per evitare i giganteschi oneri amministrativi e al tempo stesso fornire assistenza a chi ne ha bisogno, proponiamo un importo fisso di almeno 2300 franchi senza fissare un reddito minimo su un periodo di sei mesi", affermano i firmatari.

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