Culture

Good Vibrations (Intervista a Rocco Tanica)

3 marzo 2016
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Si chiama “Figgatta de Blanc”, ed è disponibile anche nella versione a tiratura limitata contenente un vibratore svedese (nazione da sempre all'avanguardia nel campo dell'intrattenimento). La copertina è un tributo pacifista alla sessualità femminile disegnato da Rocco Tanica, mentre il titolo si rifà in pieno al secondo album dei Police (1979, dove “Figgatta” era “Reggatta”). E' il nuovo album degli Elio e le Storie Tese, e per coloro i quali al simpatico complessino chiedono ogni volta di alzare l'asticella, questo disco potrebbe risultare di tale geniale semplicità e gradevolezza da chiamare alcune tipiche sentenze da critico musicale, su tutte “è il migliore dai tempi di X” (dove X sta per l'album degli Elii che preferite).
Tra neologismi (il regressive di “Ritmo sbilenco”, genere musicale involutivo) e neorealismi (il piano-sequenza della Chinatown milanese di “China Disco Bar”), l'album affronta il tema del risotto nella traccia d'apertura “Vacanza alternativa” (costruita sul trinomio funky/fanghi/funghi, con ricetta declamata dalla divina Paola Folli), quello del posterior in “She wants” (letteralmente “Lei vuole”, questione di difficile approfondimento in questa sede) e alcune piaghe sociali (“Il mistero dei bulli”, “Inquisizione”, “Parla come mangi”). Tra un metropolitano “Rock della tangenziale” (feat. J-Ax), l'Africa di “Cameroon” e la canzone scomposta “I delfini nuotano” (che come “She wants” meriterebbe un compendio all'articolo), spicca la collaborazione postuma di Francesco Di Giacomo (voce del Banco del Mutuo Soccorso, scomparso nel 2014 – n.d.r.). Non mancano la già edita “Il primo giorno di scuola” (qui con sezione fiati), “Il Quinto Ripensamento” (omaggio sanremese a Beethoven) e “Vincere l'odio”, brano composito noto anche ai veri Kiss, che hanno rilanciato l'esibizione degli Elii nei loro panni (e con tanto di Cesareo suonante Ibanez Paul Stanley originale) sulle pagine social di loro competenza.
Di “Figgatta” ci parla Rocco Tanica, scritturato in veste comica anche per il Sanremo Conti-bis, durante il quale la sua universale dissacrazione ha toccato anche defunti di nome (per cotanto affronto, i fans di Michael Jackson hanno chiesto la testa dell'inviato). Il suo ritorno su queste pagine, un anno dopo, ci permette di constatare che i soprannomi del pianolista sono aumentati (Sergio Antibiotice), ma ci dà anche l'occasione per fare conoscenza con il suo amico immaginario...

A proposito di Sanremo 2016: cosa ne pensa Frullino di “Figgatta de Blanc”?

Essendo Frullino il mio amico immaginario, quindi frutto della mia immaginazione, la pensa esattamente come me. D'altra parte, l'amico immaginario si prodiga affinché ne guadagni la mia autostima, altrimenti che amico immaginario sarebbe. Quindi entrambi la pensiamo come la famosa frase “sono pienamente d'accordo a metà col mister”, con la differenza che nel nostro caso siamo soddisfatti del disco almeno all'80%.

Ancora Sanremo. Scherza con i fanti, e lascia stare i santi: forse i fans di Jacko si aspettano delle scuse...

...allora è probabile che aspetteranno a lungo. D'altra parte viviamo in tempi nei quali allo sberleffo si risponde con un K47, e pur riducendo in scala le circostanze, il meccanismo rimane il medesimo. Risponderò con le parole dell'attrice Elizabeth Banks, che ha recentemente dichiarato “in una commedia, se nessuno si offende, allora non hai fatto una buona battuta”.

Fine di Sanremo. “Figgatta de Blanc” brilla per intuizioni e scorrevolezza. Dove sta il segreto?

Mai come in questa occasione è contata la produzione. Dopo molto tempo siamo tornati a lavorare con Claudio Dentes (anche noto come Otar Bolivecic, produttore dei primi cinque album degli Elii, n.d.r.). La sua presenza ci ha sgravati da molte responsabilità, come questioni di studio, di scaletta, consentendoci di concentrarci sul suono complessivo e di avere più tempo da dedicare al guizzo, all'inventiva. La presenza di Dentes e i tempi ristrettissimi imposti dall'appuntamento sanremese hanno risolto anche atavici problemi di pigrizia pachidermica di alcuni di noi, me incluso. E' stato un disco registrato più rapidamente che in passato, abbiamo iniziato ad ottobre, anticipando un'uscita che si poteva inizialmente prevedere per maggio. Un maggio che nei miei desideri sarebbe stato quello del 2018, ma mi sono accorto che la cosa sarebbe stata impraticabile...

L'ospite illustre è Francesco Di Giacomo, con il quale interagite dando forma definitiva ad un suo provino inedito, “Bomba intelligente”...

Al Concerto del Primo Maggio 2013 ci fu un momento di celebrazione del prog. Fu in quell'occasione che Faso incontrò Francesco Di Giacomo, che all'epoca coltivava un progetto di rivisitazione del repertorio del Banco da affidare a colleghi musicisti. Nelle sue intenzioni, mi sembra di ricordare, a noi sarebbe toccata “Il ragno”. Poi Francesco venne a mancare. Tempo dopo, sua moglie ci disse di avere alcuni brani nuovi scritti da lui, uno dei quali le sembrava assai vicino a noi. Tutto è partito da una traccia voce e pianoforte...

Due parole sull'immagine di copertina...

Il disegno è l'effetto collaterale di un farmaco che si assume per dormire. Se lo si prende e si va a letto subito, consente un sonno profondo. Nel caso in cui si resti in piedi, esso attiva zone cerebrali destinate all'associazione di idee e più in generale alla creatività. Una notte in cui il sonno latitava, pensavo a come il logo più memorabile sia sempre il più semplice. E' nato così, quello di “Figgatta de Blanc”, la forma più sintetica di pace, l'unione di due paci, una pacissima. Ci tengo a dire però che il titolo del disco, nonostante l'attinenza, non ha relazioni con quell'immagine.

...tutto questo, naturalmente, nel rispetto del binomio rock/sostanze stupefacenti...

Certamente, ma nel mio caso sotto controllo medico, e con regolare prescrizione.

Quando un paio di decenni fa fingevate la rissa sul palco, la morale della storia era che “dal grande odio, spesso nasce il grande amore”. Elio e le Storie Tese, dunque, si vogliono ancora bene...

Tutto questo rumore sullo sciogliersi! Che poi non era sciogliersi ma dividersi (nostro antico progetto), cioè fondare sottogruppi che portano avanti la bandiera EelST e si esibiscono in concerti a tema. Quindi Elio nella più classica delle carriere soliste, Cesareo con la Elio e le Storie Tese Experience (le canzoni più rock), Faso e Christian Meyer artefici di EelST Drum&Bass, e io portabandiera di Elio's Erotic Dream (i brani d'amore). Restare uniti per sempre per poi dividersi (il bottino).

“Figgatta de Blanc” segue i vostri DVD antologici, ritratto semiserio di un periodo a cavallo tra '80 e '90 per alcuni versi irripetibile: nostalgia? Rimpianti?

Parlo per me: nessuna nostalgia. La nostalgia, il rimpianto, riguardano qualcosa che non è stato pienamente vissuto. La cosiddetta scena musicale di quegli anni non l'abbiamo solo attraversata; l'abbiamo determinata. E' un piccolo ma significativo evento storico che fa la differenza.

In quei DVD c'è Mal nei panni di un immaginario scopritore di EelST, ma anche vostro pigmalione a Sanremo nel videomessaggio di “Vincere l'odio”. Perché proprio lui?

...perchè ha una voce e un carisma ineguagliati. Certo i babbei che lo inchiodano ai trascorsi di Furia cavallo del west non hanno idea di cosa io stia dicendo. Ma i suoi live, la sua presenza scenica hanno influenzato un sacco di performer che successivamente si sono vergognati di ammetterlo, infatti sono babbei. E poi è una fonte inesauribile di notizie sulla musica di quegli anni: dal soprannome che affibbiò al suo batterista nei Primitives - Pick [Withers] poi divenuto un po' più celebre coi Dire Straits - al granitico incipit "I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti", farina del sacco di Luigi Tenco che non gli fu mai accreditata.

“Figgatta” arriva a 27 anni dal vostro primo album. Come ve la passate, ora che non siete più dei supergiovani?

Rispondo con un frammento del monologo finale di The Big Kahuna: "Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi: fra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in in un modo che non puoi immaginare ora." Quindi ne riparliamo tra vent'anni, a tutt'oggi sono ancora abbastanza in forma.

Per concludere: un buon motivo per il quale tutti dovrebbero acquistare “Figgatta de Blanc”...

Perché vorrei comprarmi una barca.