Arte

L’altra arte del tempo di Dada

Il Musec prosegue il progetto Dèibambini con i disegni del Pestalozzianum di Zurigo realizzati all'inizio del Novecento nelle scuole svizzere

Sotto il sole 1919-1921 Disegno di una bambina di ca. 6 anni (Musec, Lugano/Stiftung Pestalozzianum, Zürich)
7 marzo 2024
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Il disegno infantile piace a tutti: nella sua sofisticata ingenuità affascina e incuriosisce ma è quasi sempre un interesse affettivo, raramente estetico e ancora meno scientifico. Non così al Musec, il Museo delle culture di Lugano che dal 2005 ha un ciclo dedicato alla creatività infantile, indagata con il rigore e la sensibilità di un’istituzione museale abituata a considerare le opere da più punti di vista. Alla base di questa attenzione c’è il primitivismo delle avanguardie del Novecento – il Musec è nato grazie alla donazione della collezione di “arte etnica” dell’artista Serge Brignoni –, la ricerca di nuove modalità espressive guardando da una parte ai popoli non occidentali, dall’altra appunto all’arte infantile.

Il ciclo Dèibambini è nato così con una prima esposizione dedicata appunto a Serge Brignoni e con il coinvolgimento delle scuole. Dopo un’interruzione di alcuni anni, Dèibambini è stato ripreso nel 2022 ed è adesso un progetto consolidato, incentrato sulle opere d’arte infantili del passato, coordinato dal ricercatore Massimiliano Vitali e che vede oggi l’apertura della dodicesima esposizione. ‘Tutti a scuola! Disegni di bambini al tempo di Dada’, allo spazio Maraini di Villa Malpensata da oggi e fino al 30 giugno, espone una sessantina di disegni provenienti dall’immenso archivio della Fondazione Pestalozzianum di Zurigo. E immenso non è un termine usato a caso: parliamo di 63mila disegni di bambini e ragazzi che vanno dalla fine del Settecento al Novecento. Per questa prima collaborazione tra il Musec, il Pestalozzianum e l’Alta scuola pedagogica di Zurigo ci si è concentrati sui primi due decenni del Novecento. Gli anni di Dada, appunto, anche se il riferimento è puramente cronologico, dal momento che è difficile pensare a un contatto diretto tra questa corrente artistica e i disegni realizzati nelle scuole primarie e secondarie svizzere. Ma guardando alcune delle opere pazientemente selezionate dai curatori Adriana Mazza e Igor Nastic è difficile non trovare dei collegamenti con l’arte del Novecento. Particolarmente interessanti i disegni che ai nostri occhi non possiamo che definire “astratti”: molto probabilmente si tratta semplicemente di compiti assegnati per sviluppare abilità e competenze, dalla sicurezza nel tratto a rudimenti di varie tecniche, ma vi troviamo comunque una sensibilità estetica e compositiva che l’arte del Novecento ha poi saputo cogliere e sviluppare.

La scelta di soffermarsi sui primi anni del Novecento non è comunque legata alla concomitanza con i fermenti artistici del movimento Dada: quel periodo vede infatti il definitivo affermarsi di una nuova concezione della creatività infantile e più in generale dell’infanzia. La spinta tuttavia non arrivò dagli artisti, ma dalla scuola, con una rivoluzione pedagogica che in un certo senso preparò il terreno per le successive rivoluzioni artistiche. È stata la scuola, tenendo insieme varie tendenze come una maggiore attenzione al senso estetico o lo sviluppo di abilità tecniche giudicate utili nell’epoca che vedeva la nascita del design industriale, a portare nella società questa nuova visione della creatività infantile. I disegni esposti al Musec, realizzati da bambini e ragazzi tra i due e i tredici anni, sono il frutto di questo processo. Vediamo così il passaggio dalla spontaneità dei primi anni all’interiorizzazione dei codici tecnici e formali portati dall’educazione scolastica.

Il percorso espositivo si apre in realtà con alcuni giocattoli della prima metà del Novecento, provenienti dalla collezione etnografica del Cantone arrivati al Musec grazie alla collaborazione Centro di dialettologia e di etnografia di Bellinzona. E il progetto ‘Tutti a scuola!’ include anche un interessante catalogo che contiene, oltre alle riproduzioni dei disegni presenti in mostra, anche diversi approfondimenti di Adriana Mazza, Dario Bianchi e Anne Bosche e Wolfgang Sahlfeld. A questo catalogo si affianca un progetto multimediale realizzato con il sostegno di Cultura in movimento: “(NOT) Small Talks”, una serie di video nel formato ‘Reels’ che saranno disponibili sui social media e sulla pagina web del Musec. Ognuno dei sei video, della durata di circa tre minuti, presenta una breve intervista ai collezionisti e ai curatori delle mostre del ciclo Dèibambini.

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