Ticino

Malessere in polizia, Zali smonta il sondaggio dei sindacati: ‘Domande fatte partendo da preconcetti negativi’

Il responsabile politico della polizia mette in dubbio l'attendibilità dei risultati. Fonio (Ocst): ‘I problemi ci sono, sarebbe meglio discuterne’

Il consigliere di Stato ha risposto a un’interpellanza di Giovanni Capoferri (Centro)
(Ti-Press)
27 ottobre 2025
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Sul malessere all’interno della Polizia cantonale Claudio Zali non le manda a dire ai sindacati e, un colpo dopo l’altro, smonta in Gran Consiglio il sondaggio condotto da Ocst, Sit, Vpod e Sezione ticinese della Federazione svizzera dei funzionari di polizia. Sondaggio che attesta un diffuso malcontento tra gli agenti, molti dei quali hanno valutato seriamente la possibilità di lasciare la professione. «Il Consiglio di Stato non ha ancora discusso al proprio interno il sondaggio e non ha quindi ancora fatto delle valutazioni. Questo perché i risultati al momento disponibili sono limitati a quanto scritto dai media e alla presentazione dei sindacati. Un’analisi completa potrà essere fatta solo quando avremo lo studio nella sua integralità», premette il direttore del Dipartimento del territorio che dopo l’arrocchino con il collega Norman Gobbi è diventato il responsabile politico-amministrativo della Polizia cantonale. Fatta la premessa, si passa all’attacco: «Si possono già ora avanzare delle riserve sul metodo adottato per allestire questo sondaggio e quindi anche sui risultati ottenuti». Per Zali ci sono criticità un po’ ovunque: nel campione scelto, nella formulazione delle domande e nella lettura dei risultati. «Il reparto gendarmeria è sovrarappresentato rispetto allo Stato maggiore», rileva Zali rispondendo a un'interpellanza di Giovanni Capoferri (Centro). Per quanto riguarda le domande: «Non c’è bisogno di scomodare le teorie scientifiche su come va posta una domanda per capire che sarebbero da evitare domande suggestive basate su visioni negative o su preconcetti che la situazione negativa è sicuramente presente». Qualche esempio? Ecco quelli citati dal responsabile politico della polizia in aula: quanto spesso reputi di non avere il tempo necessario per svolgere i compiti? Quanto spesso ti senti sotto pressione per la mancanza di personale? Quanto reputi che la tua attività professionale incida negativamente sulla tua vita familiare? Punge Zali: «Si è ricamato tanto sull’interesse degli agenti a lasciare la professione. Ho fatto lo stesso sondaggio all’interno del Consiglio di Stato. Ebbene, il cento per cento ha risposto allo stesso modo». Anche la lettura dei risultati, sostiene Zali, «soffre di un problema di negatività. Si è messo l’accento sulle cifre negative dimenticandosi dei numeri che dimostrano come il clima sia per la maggioranza degli intervistati positivo o comunque neutro. La Polizia cantonale – conclude Zali – è un Corpo sano caratterizzato da un forte senso di appartenenza e da una coesione interna degni di nota». Non c'è quindi bisogno secondo Zali di un audit esterno come invece richiesto da una mozione di Fiorenzo Dadò (Centro) e Natalia Ferrara (Plr).

Fonio (Ocst): ‘Servono soluzioni, non nascondere la testa sotto la sabbia’

A strettissimo giro arriva la replica da parte sindacale. «Spiace sentire queste considerazioni da parte del nuovo responsabile della Polizia cantonale», afferma Giorgio Fonio (Ocst). «Da parte nostra c’è la volontà di collaborare». Tornando a quanto detto da Zali: «Ancora una volta si dimostra che c’è un serio problema di comunicazione all’interno della Polizia cantonale. I risultati del sondaggio – puntualizza Fonio – sono stati anticipati al comando del Corpo e poi, nei giorni successivi, inviati anche al Dipartimento». Tra le critiche sollevate da Zali ci sono anche quella di aver condotto lo studio senza seguire rigorosi metodi scientifici e dando per scontato, nelle domande, l’esistenza di una situazione negativa. «Sulla scientificità del lavoro difendiamo quanto abbiamo fatto», replica Fonio. «Anche perché, a differenza dei vertici di polizia e Dipartimento, siamo stati molto trasparenti: abbiamo condiviso tutto quanto fatto. Loro, che pure hanno condotto un sondaggio in passato denominato ‘Fisicamente’, si sono limitati a dare generiche indicazioni. Nulla di più. Non ci è stata data nessuna cifra concreta o spiegazione precisa nonostante si tratti, a differenza del nostro realizzato con risorse dei sindacati, di uno studio pagato con i soldi dei contribuenti. In ogni caso – aggiunge il sindacalista di Ocst – mi viene da sorridere quando vedo un ministro che prima dice di non aver visto un sondaggio e poi lo critica sia nel metodo che nel merito». Detto questo, «ora vedo solo due possibilità. Sedersi al tavolo e cercare delle soluzioni, oppure continuare a nascondere la testa sotto la sabbia e affermare che all’interno del Corpo non c’è nessuno problema. Peccato che poi, in quest’ultimo caso, ci si trovi anche a contare di anno in anno il numero di agenti che lascia la Polizia cantonale».

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