Pagani: siamo riusciti a ridurre le giacenze di oltre mille unità, ma il Ministero pubblico necessita sempre di rinforzi, soprattutto magistrati
Più di trecento: per l’esattezza 334. È il numero di atti d’accusa che il Ministero pubblico ha redatto durante lo scorso anno. «Al riguardo il 2024 ha segnato un nuovo record», evidenzia, interpellato da ‘laRegione’, il procuratore generale Andrea Pagani, alla testa dell’autorità di perseguimento penale ticinese, composta, incluso lo stesso pg, di ventitré magistrati inquirenti. Delle 334 decisioni di rinvio a giudizio (nel 2023 erano 297), 15 (tredici l’anno precedente) hanno comportato il deferimento degli imputati alla Pretura penale. Il resto al Tpc, il Tribunale penale cantonale.
Dunque 319 gli atti d’accusa firmati e trasmessi dalla Procura al Tpc per i relativi processi. Una cifra rimarchevole. In vista dei dibattimenti ancora da celebrare, il numero appena citato rende viepiù urgente il ritorno del tribunale alla piena operatività – se si vuole evitare che l’accumulo di arretrati ne rallenti fortemente il funzionamento –, in seguito ai noti sviluppi del cosiddetto caos Tpc. Dopo il licenziamento in tronco di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti – i loro ricorsi contro il verdetto con cui il Consiglio della magistratura li ha destituiti sono pendenti – e le dimissioni del presidente Mauro Ermani, il Tribunale penale cantonale conta due soli giudici: il vice Marco Villa e Amos Pagnamenta. Ancora per poco però: tra qualche settimana al Tpc cominceranno a lavorare, perlomeno sino a quando sarà stabilita la sorte definitiva dei magistrati rimossi, i giudici straordinari/supplenti designati dal governo, ossia Paolo Bordoli, oggi giudice dei provvedimenti coercitivi e Monica Sartori-Lombardi, avvocato.
Tempi più lunghi si profilano invece per l’elezione da parte del Gran Consiglio del o della subentrante di Ermani. Il concorso si chiuderà il 10 febbraio: tuttavia la nomina non dovrebbe avvenire prima di tre, quattro mesi, stando alle previsioni del coordinatore della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ Fiorenzo Dadò (Centro).
Per il momento l’unico dato certo sono gli oltre trecento atti d’accusa emanati l’anno scorso dal Ministero pubblico. Dei 319 indirizzati al Tribunale penale cantonale, 121 quelli con rinvio degli imputati alle Assise correzionali (96 nel 2023) e 95 con rinvio alle Criminali (90 l’anno prima). Inoltre: 38 gli atti d’accusa che propongono anche l’espulsione dalla Svizzera della persona deferita a processo e 61 quelli in procedura abbreviata. Quattro infine quelli con richiesta di misure, come il trattamento stazionario, per l’imputato eventualmente condannato.
Più atti d’accusa. Ma anche più decreti d’accusa. Che finiscono sotto la lente di un giudice soltanto se impugnati dai destinatari. Nel 2024 il Ministero pubblico ne ha sfornati ben 7’299. L’anno precedente erano 6’927. Restando alle statistiche, si è registrata una crescita anche del numero delle rogatorie internazionali: dalle 230 domande di assistenza giudiziaria trattate nel 2023 si è passati a 266.
Lo scorso anno la Procura cantonale «ha aperto in totale 14’829 nuovi incarti», indica Pagani. Per rapporto al 2023 «le entrate sono aumentate di poco, meno dell’uno per cento». L’aspetto però importante, sottolinea il pg, «è la particolarmente elevata produttività dell’ufficio nel 2024: grazie alla progressione contenuta delle entrate e soprattutto al notevole impegno di procuratori, segretari giudiziari e personale amministrativo, sono state prese 15’094 decisioni, a fronte dei 12’898 incarti evasi nel 2023. In media quarantuno decisioni al giorno, su grandi e piccoli casi. Abbiamo superato nettamente il risultato, che era il migliore di sempre, conseguito nel 2022 con 14’552 incarti evasi. Ciò che ha permesso di ridurre le giacenze di oltre mille unità».
Anche se le entrate sono state assai al di sotto di quelle registrate complessivamente tra il 2020 e il 2022 («In tre anni l’aumento era stato del 25 per cento»), il Ministero pubblico «continua a essere parecchio sollecitato». Per esempio «dobbiamo evadere pure richieste di informazioni provenienti da uffici dell’Amministrazione: nel 2024 abbiamo ricevuto 3’533 istanze legate a procedure amministrative». Peraltro, puntualizza ancora Pagani, «è impossibile fare previsioni attendibili sul numero di procedimenti penali, avviati d’ufficio o su querela di parte, che il Ministero pubblico aprirà l’anno seguente oppure fra due o tre anni. Le variabili in gioco sono diverse. Ci sono fenomeni criminali che ciclicamente si ripetono, altri che si manifestano per la prima volta. A ogni modo da un paio d’anni i casi in entrata sono abbondantemente al di sopra dei 14mila e non vi sono segnali di un’inversione di tendenza. Certo che se penso a cantoni come Zurigo e Ginevra, il primo con una piazza finanziaria e il secondo anche di frontiera, il nostro continua a essere sottodotato quanto a numero di procuratori».
Per ‘gestire’ al meglio il pacchetto di modifiche al Codice (federale) di procedura penale entrato in vigore nel gennaio 2024, il procuratore generale aveva chiesto al Consiglio di Stato di assegnare al Ministero pubblico un segretario giudiziario giurista e due funzionari amministrativi. «Sono sempre in attesa di una risposta», fa sapere Pagani. La parziale revisione del Codice «ha introdotto ulteriori formalismi, che si sono tradotti in maggior lavoro. Per valutare bene l’impatto di alcune nuove disposizioni, come quella sulla levata dei sigilli o quella che obbliga il procuratore a interrogare l’imputato quando gli prospetta un decreto d’accusa con la proposta di una pena detentiva da espiare, servirà un altro anno. A questa conclusione è giunta la Conferenza svizzera dei Ministeri pubblici, del cui comitato faccio parte».
Per Pagani «occorre comunque intervenire, potenziando la Procura ticinese soprattutto con magistrati, per poter soddisfare le richieste di giustizia, in questo caso penale, dei cittadini: condivido perciò la richiesta della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ di perlomeno reintrodurre la figura del sostituto procuratore pubblico. Ne servirebbero almeno sei. Il mio auspicio è che il Consiglio di Stato licenzi il relativo messaggio all’attenzione del Gran Consiglio in tempi ragionevolmente celeri». Vedremo (fiduciosi).