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Un ‘avvocato degli animali’ contro i maltrattamenti

Creazione di un ente unico per gli interventi di soccorso, istituzione di un fondo dedicato e revisione della tassa sui cani: le proposte del governo

Cambiamenti non di poco conto
(Keystone)
27 gennaio 2025
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Animali trascurati e lasciati per tanto tempo soli, bestiame maltrattato o che non viene curato. Ma pure soppressione degli animali con crudeltà o senza la formazione richiesta. Se il Gran Consiglio dovesse approvare il messaggio del governo sulla riorganizzazione del soccorso agli animali, il veterinario cantonale potrà costituirsi accusatore privato nei procedimenti per delitti contro di essi. Un cambiamento non di poco conto che, insieme alla creazione di un ente unico per il coordinamento e la gestione degli interventi di soccorso, all’istituzione di un fondo dedicato al soccorso agli animali, alla revisione della tassa sui cani e all’introduzione della procedura di multa disciplinare semplificata per facilitare il perseguimento delle infrazioni minori, è uno dei capisaldi attorno cui si articola la proposta di riforma del Consiglio di Stato presentata questa mattina in conferenza stampa. Lo scopo? «Migliorare il coordinamento e garantire la prontezza degli interventi. La riforma mira ad assicurare un servizio più efficiente, tempestivo e uniforme, perfezionando la tutela degli animali e la collaborazione tra enti cantonali, comunali e delle Spa (le Società protezione animali, ndr)», spiega il consigliere di Stato Raffaele De Rosa.

Dall’Ufficio del veterinario alla magistratura

A dare il La al riconoscimento della qualità di accusatore privato all’Ufficio del veterinario cantonale, un’iniziativa parlamentare presentata nel 2018 dalla leghista Sabrina Aldi, che chiedeva un aggiornamento normativo affinché fosse garantita una maggiore tutela degli animali – soprattutto nei procedimenti penali avviati per reati commessi in violazione della legislazione sulla protezione degli animali – per renderli più efficaci, ottenendo così un effetto deterrente oltre che punitivo. Dopo la presa di posizione dell’Esecutivo del 2019, nell’ottobre 2021 è poi stato approvato dal Gran Consiglio il rapporto della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ che sollecitava il governo a elaborare le modifiche legislative necessarie per dare al veterinario cantonale il diritto di partecipare quale accusatore privato ai procedimenti che riguardano la Legge federale sulla protezione degli animali (LPAn). Quanto contenuto nel messaggio presentato oggi è quindi il seguito dell’iter originato dalla proposta di Aldi. Una novità di rilievo. Come nota l’aggiunta al veterinario cantonale Chiara Menegatti: «La legge prevede che per i casi, ritenuti maltrattamenti gravi, che riguardano la protezione degli animali la competenza passi dall’Ufficio del veterinario cantonale al ministero pubblico. Nel caso di procedimenti penali, potremmo costituirci come accusatori privati. Il nostro ufficio avrebbe quindi il diritto di essere aggiornato sul procedimento, di partecipare a eventuali verbali o perizie». Giocoforza, questo comporterà un carico di lavoro aggiuntivo per l’Ufficio del veterinario cantonale. «In parte sì, e andrà gestito. Già ora – fa però notare – abbiamo la possibilità di infliggere delle multe amministrative e, nei casi più gravi, di fare denunce penali. Abbiamo quindi a disposizione un dossier ricco di informazioni per garantire la tutela degli animali, che è in fondo lo scopo di questa modifica».

‘Situazione buona, ma non priva di criticità’

La necessità di riorganizzare il soccorso animali è legata a diversi fattori. «Negli ultimi otto anni – rileva il direttore del Dipartimento sanità e socialità – abbiamo constatato una crescita della popolazione canina del 14% a livello svizzero, con 6,2 cani ogni cento abitanti». Un fenomeno particolarmente marcato in Ticino, «dove l’aumento è stato del 21%, con 9,9 cani ogni cento abitanti». Una necessità dunque da ricondurre a «un numero di cani sempre maggiore, un aumento degli interventi e della loro complessità, oltre che a nuovi requisiti di formazione e di autorizzazione previsti dalla normativa federale per lo svolgimento di attività professionali con animali». Gli fa eco Menegatti: «In Ticino abbiamo a che fare con circa 35mila cani e, si stima, 90mila gatti. Tant’è che ogni anno registriamo indicativamente 400 casi di morsicature cane-animale o cane-persona e 350 annunci di animali smarriti. Numeri a cui sono legati i molti interventi, circa 1’300, delle Spa, che prendono a carico ogni anno circa mille animali». Non va dimenticato, sottolinea, che «le attività del soccorso animali sono regolate dalla legge e sono necessarie a consentire la presa a carico, spesso in urgenza, di un animale da parte dell’autorità per motivi di protezione degli animali». Per esempio, prosegue, «quando si ravvisa un rischio per la sua incolumità, quindi un potenziale rischio sanitario, oppure costituisce un pericolo per altri animali o persone». La situazione attuale, illustra Menegatti, «vede già una collaborazione delle autorità con le sei Spa dislocate sul territorio. Ad oggi, uno dei punti di forza è infatti la capillarità e la collaborazione consolidata tra gli attori». Una situazione però non priva di criticità. «Attraverso il gruppo di lavoro istituito dal governo nel 2022 abbiamo voluto lavorare per definire meglio i compiti, le procedure e le responsabilità, nonché il finanziamento delle attività delle Spa».

Tra i principali assi della riforma elaborati dal gruppo di lavoro, la proposta condivisa all’unanimità di centralizzazione della gestione delle esigenze cantonali e comunali in un ente unico, a complemento delle attività già svolte dalle Spa. E questo, interviene l’aggiunta al direttore della Divisione della salute pubblica e coordinatrice del gruppo di lavoro Monica Rivola, «per garantire la gestione degli animali presi in carico dalle autorità per motivi di protezione e sicurezza». E osserva: «L’obiettivo è di superare la frammentazione attuale, garantendo un servizio uniforme e professionale, ma mantenendo e valorizzando l’operato delle Spa. Il nuovo ente unico garantirà un intervento su tutto il territorio cantonale, opererà con un picchetto 24/24 e potrà agire per tutte le specie sia domestiche sia selvatiche». Non solo. «Avremo poi una professionalizzazione degli operatori e un coordinamento con gli altri partner a livello comunale e cantonale. Concretamente – rimarca Rivola – questo ente si occuperà della tenuta, del trasporto, del ricollocamento e delle attività specifiche relative agli animali». A ciò si aggiunge la costituzione di un fondo per il soccorso degli animali che, dice Rivola, «sosterrà le attività di prevenzione e soccorso, finanziando campagne sulle tematiche di attualità, il ricollocamento di animali, l’acquisto di attrezzature e di strutture per gli enti riconosciuti, nonché la formazione e l’aggiornamento delle collaboratrici e dei collaboratori». Come finanziare questo fondo? Attraverso la proposta di modifica della tassa sui cani. Balzello che, evidenzia quindi, «a fronte dell’attuale importo stabilito da ciascun Comune entro i 50 e i 100 franchi per una media di 72 franchi, prevede di portare il minimo a 75 franchi e il massimo a 125 franchi». Questa modifica, precisa a ogni modo Rivola, «consentirà di mantenere l’autonomia dei Comuni nella determinazione della tassa per adattarla alle specificità locali». Il progetto include inoltre l’introduzione di un corso teorico obbligatorio per nuovi detentori di cani, o per chi non ne abbia posseduti nei dieci anni precedenti. La formazione, della durata di sei ore, il cui costo rimarrebbe a carico dei partecipanti, «servirà a fornire le competenze necessarie per una gestione responsabile dell’animale, a tutela del suo benessere e a favore di una convivenza sicura e armoniosa con la comunità». Non da ultimo, è prevista l’introduzione della procedura di multa disciplinare semplificata per facilitare il perseguimento delle infrazioni minori alla Legge sui cani.

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