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Il Gran Consiglio nomina procuratori pubblici Camponovo e Losa

Dopo giorni di polemiche il parlamento segue le indicazioni della commissione. Il Plr dice no al candidato leghista. Ancora nervosismo tra Udc e Lega

Le pp Pedretti e Alfier hanno trovato la loro successione
(Ti-Press)
11 marzo 2024
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Nomine in Magistratura, il Gran Consiglio questo pomeriggio ha posto la classica toppa su un buco che era molto più grande e che, nonostante il lieto fine, lascia molti più interrogativi che applausi, neanche tanto convinti. Perché alcune questioni non solo sono rimaste aperte, ma si nutrono pure di nuove puntate.

Con ordine. Il nome che ha creato maggior polemica negli ultimi giorni, quello di Alvaro Camponovo, area Lega, al secondo turno è riuscito a diventare procuratore pubblico con 32 voti su 87 schede distribuite, a fronte di 31 bianche e un voto nullo. Risultato emblematico del clima che si è respirato tutto il pomeriggio in aula, corredo non da poco di quanto emerso nelle ultime settimane, vale a dire il fatto che Camponovo, segretario giudiziario dal gennaio 2022, sia figlio dell'amministratore unico della ditta in cui Sabrina Aldi, vicecapogruppo leghista, ricopre la carica di direttrice amministrativa. Al secondo turno, dove era sufficiente la maggioranza relativa, Camponovo fa addirittura peggio di una prima votazione – a maggioranza assoluta – che già non era andata in maniera entusiasmante: 36 voti su 89 schede rientrate, con l'altro candidato di area Lega/Udc, Raffaele Janett, che si è fermato a 10 crocette. Al primo turno hanno preso voti anche Riccardo Maiolo (5), Margaret Kuelen (3), Rosa Cappa (3), Giorgio Anastasi (1), Luca Guastalla (1) e Luca Losa (1). Camponovo, quindi, prende il posto della pp Pamela Pedretti che ha dimissionato per il 30 aprile dal Ministero pubblico.

Speziali: ‘Il nostro no alla proposta della Lega’

A far rumore sono anche le molte, moltissime schede bianche arrivate dal Plr. Interpellato da ‘laRegione’, il presidente Alessandro Speziali è secco: «Riconfermo quanto detto qualche giorno fa: il manuale Cencelli è giunto al capolinea. Anzi, lo dicemmo già nel 2021, inoltrando un’iniziativa parlamentare affinché sia la Procura a nominare i magistrati, cosicché possa costruire la migliore squadra possibile, sulla base di considerazioni specialistiche, in particolare sulla base delle competenze, delle esperienze e dell’attitudine personale».

Insomma, riprende Speziali, «finalmente stiamo vedendo aperture anche altrove, come dal coordinatore della Lega e consigliere di Stato Norman Gobbi, che non poteva non ignorare la situazione. Miglioreremmo la Magistratura e sgraveremmo il parlamento da queste dinamiche che stanno avvelenando la Giustizia e lasciano di stucco molti cittadini». Fatte queste premesse «e viste le numerose critiche e preoccupazioni sorte in questi giorni, per coerenza, come Plr non abbiamo sostenuto la nomina proposta dalla Lega».

Losa ce la fa al primo turno

A sostituire la procuratrice pubblica Marisa Alfier, invece, sarà Luca Losa (area socialista) che era finito, anche se meno di Camponovo, pure lui in qualche polemica per qualche questione di opportunità in seno alla commissione interna di valutazione del Ps. Ebbene, Losa riesce a strappare la nomina a procuratore pubblico già al primo turno. Con 49 voti, infatti, supera di poco la maggioranza assoluta richiesta, fissata a 44. A ricevere voti, anche Janett (9), Maiolo (5), Guastalla (4), Kuelen (3), Cappa (1) e Vannin (1).

Ferroni nominata giudice supplente

Chiara Ferroni, per contro, oggi cancelliera alla Corte di appello e dei reclami penali, è stata nominata giudice supplente attribuita al Tribunale penale cantonale: subentra all'avvocato ed ex deputato del Centro Carlo Luigi Caimi. Ferroni fungerà così da giudice a latere nelle Corti e verosimilmente nei processi in cui il suo compagno, il procuratore Galliano, non indosserà i panni della pubblica accusa, per non incappare in istanze di ricusazione. L'ha spuntata, al primo turno, sugli altri candidati: Andrea Del Fante, avvocato e giudice istruttore del Tribunale penale militare, su Claudia Solcà, avvocata, ex procuratrice pubblica e giudice della Corte di appello del Tribunale penale federale, e su Elisabetta Tizzoni, procuratrice federale. A Ferroni sono andati 51 voti, e avendo raggiunto la maggioranza assoluta non si è resa necessaria una seconda tornata.

Il dibattito, le accuse, gli attacchi tra Lega e Udc

Prima un ampio dibattito ha portato il Gran Consiglio a esprimersi sulle due mozioni d'ordine di Udc ed Mps che chiedevano il rinvio in commissione del dossier, per poter esprimersi in un secondo momento e con più serenità. Con 68 contrari e 18 favorevoli sono respinte le proposte di rinviare tutte e tre le trattande riguardo alle tre nomine da alcuni contestate.

Il Plr esprime due no: il primo alla discussione generale, il secondo al rinvio del dossier nomine in commissione. «È uno spettacolo pietoso e grottesco quello a cui stiamo assistendo da qualche settimana. Fa male alla Magistratura, fa male alla politica – osserva la capogruppo Alessandra Gianella –. La discussione generale oggi in Gran Consiglio sarebbe una discussione fine a sé stessa. Sarebbe un altro spettacolo. Quello che c’è di positivo è che anche altre forze politiche hanno affermato che il sistema attuale non funziona più. La nostra proposta per un cambiamento giace in Commissione giustizia e diritti dal dicembre 2021. Ora alle parole seguano finalmente i fatti, altrimenti alla prossima nomina di un magistrato assisteremo al medesimo spettacolo». La proposta alla quale si riferisce Gianella è contenuta nell’iniziativa parlamentare dall’allora deputato Marco Bertoli per il gruppo liberale radicale. In sintesi chiede: il Ministero pubblico “venga diretto dal procuratore generale, coadiuvato da quattro altri membri della Direzione del Ministero pubblico”; attribuire la competenza di nomina della Direzione del Ministero pubblico “al Gran Consiglio”; “sopprimere” la competenza generale del Gran Consiglio quale autorità di nomina di tutti i procuratori pubblici; assegnare la competenza di nomina dei procuratori pubblici “alla Direzione del Ministero pubblico”.

Tuto Rossi affonda sulla Lega...

Tuto Rossi (Udc) va a testa bassa: «Se ogni volta che dobbiamo eleggere un magistrato affermiamo che la base di partenza non è la competenza ma il clientelismo, l'amicizia col papà, i boiardi di partito che si azzuffano per piazzare la persona genuflessa di turno, alla fine i cittadini non credono più nella giustizia ma pensano che senza ungere il dirigente di partito non si possa avere una giustizia davvero giusta. E se il cittadino non crede più nella giustizia, allora adagio adagio tutto il sistema democratico crolla».

Ma, così per registrare il buon clima di serena armonia che come al solito accompagna l'alleanza Lega/Udc, Rossi ne ha anche... per gli alleati leghisti. A partire dal considerare che «la Lega finora era rimasta relativamente immune alla logica spartitoria. Ora non più, con l'intervento di Sabrina Aldi la Lega ha fatto un tonfo in basso». Finito? Nossignori, è solo l'inizio: «Resta il fatto che la Lega aveva 22 deputati, poi 18, ora 14. Nella prossima legislatura ne avrà meno di sei se continueranno le logiche spartitorie che ha portato in aula Sabrina Aldi». E rincara su Alvaro Camponovo: «Leggere e sapere che un candidato che potrà avere anche delle competenze, ma che non ha trovato di meglio da fare che ottenere la maturità a Pomigliano d'Arco qualche domanda sulla sua capacità di tenuta la pone... noi non abbiamo la giusta serenità per decidere, per questo chiediamo il rinvio della trattanda». A sostenere il ritorno in commissione del dossier anche il capogruppo democentrista Sergio Morisoli: «Ci chiediamo come si sentirebbero le persone elette che si portano dietro una storia del genere per arrivare a quelle sedie... come si sentiranno i loro colleghi quando vedranno questi nuovi arrivati assieme a una faccenda non risolta».

... Mazzoleni replica: ‘Il tonfo in basso lo avete fatto voi’

Il rinvio non arriverà, si diceva, ma arriva invece puntuale la replica del deputato e vicecoordinatore della Lega Alessandro Mazzoleni: «Caro Sergio e caro Tuto, voi avete voluto sostenere un dibattito pubblico per permettere questo circo. Ma con questi atti ci allontaniamo sempre di più». Perché, riprende Mazzoleni, «a noi, come ad altri gruppi, stanno a cuore il Ticino e l'amministrazione pubblica, quindi anche la Magistratura. Le discussioni vanno fatte nelle corrette sedi, non sui giornali e in parlamento. La Lega una soluzione l'ha proposta, l'elezione popolare. Il tonfo in basso lo avete fatto voi, impegnatevi nei lavori nelle dovute sedi». Con Pronzini che, facendosi portavoce di un sentimento diffuso, a chiedere in replica: «Siamo in un parlamento, cosa dovremmo fare qui se non discutere?».

L'Mps: ‘Modificare e in fretta la procedura’

A chiedere la discussione generale e il rinvio, anche il Movimento per il socialismo con i suoi due deputati. Il problema di fondo, sottolinea Giuseppe Sergi, sta «nel meccanismo parlamentare di nomina dei magistrati». Sta nella competenza data al Gran Consiglio: «Questo costituisce un’evidente ingerenza nel potere giudiziario, che dovrebbe essere autonomo e indipendente. Bisogna modificare – e in fretta – l'attuale modalità di nomina».

E dall’Mps è arrivata nei giorni scorsi una proposta: la designazione di pp e giudici avvenga per sorteggio, col quale procedere se si è in presenza di un minimo di candidati ritenuti idonei, dalla commissione di esperti, a ricoprire la carica. A ricordare la via del sorteggio è Matteo Pronzini, non dopo essersi soffermato su inciuci, trattative e conflitti di interessi a monte delle proposte di nomina fatte al plenum dalla commissione 'Giustizia e diritti’: «Ufficio presidenziale e commissione hanno valutato la posizione di Sabrina Aldi, dipendente nella società del padre di uno dei candidati pp?» (il riferimento è ad Alvaro Camponovo, in quota Lega, uno dei due aspiranti procuratori sostenuti dalla ‘Giustizia e diritti’). Ma Pronzini accenna anche alla candidata giudice supplente Chiara Ferroni, il cui padre è direttore della Flp, nel cui Consiglio di amministrazione siede Aldi, in rappresentanza del Cantone. Ma ci sarebbe dell’altro. «Nel suo curriculum Ferroni cita per quanto riguarda le referenze il nome del pp con cui ha una relazione sentimentale». Il riferimento è al procuratore Daniele Galliano, quota Lega. Insomma: «Non ci siamo! E non riguarda solo la Lega!», sbotta infine Pronzini.

Da registrare anche il fatto che, nonostante le numerose richieste e citazioni dalla stampa dello stesso Pronzini, dai banchi della Lega non sia giunta alcuna difesa esplicita di Sabrina Aldi. A parlare solo la presidente del Gran Consiglio Nadia Ghisolfi, che rispondendo al deputato Mps informa: «L'Up non ha ravvisato alcun conflitto d'interessi».

A favore del rinvio, Avanti con Ticino&Lavoro. «Basta con la casta! è da sempre il nostro slogan – rammenta Amalia Mirante –. Quanto sta accadendo con le nomine in Magistratura è soltanto la punta dell'iceberg: la stessa spartizione partitica dei posti avviene anche nell'Amministrazione cantonale nelle funzioni dirigenziali. I posti di lavoro devono andare a chi ha le competenze richieste, non in funzione della tessera di partito».

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