Ticino

Pacemaker strapagati in Ticino, ‘cifra da contestualizzare’

Giulieri (Eoc) risponde alla critica del Tages Anzeiger, che ha confrontato i dati cantonali. ‘Con l'arrivo del Cardiocentro nell'Eoc siamo nella media’

In sintesi:
  • ‘Nel 2021 abbiamo acquistato un solo apparecchio, per questo è stato pagato di più’
  • Si attiva la politica e scatta un'interrogazione al Consiglio di Stato
Difficile conoscere i costi. Nel settore c’è generalmente segretezza sui prezzi
(Ti-Press)
30 ottobre 2023
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L’aumento dei costi di cassa malati – che in Ticino nel 2024 farà registrare in media un +10,5%, il dato più alto a livello nazionale – ha diverse cause. Tra queste c’è anche il costo dei macchinari medici, una voce di spesa che può presentare delle differenze anche importanti tra un cantone e l’altro. È quanto emerge da un’inchiesta del Tages Anzeiger, che paragona i prezzi pagati nei diversi cantoni (e la difficoltà nel reperire le informazioni) per l’acquisto dell’Edora 8 Dt-r, un elettrostimolatore cardiaco. Un confronto intercantonale che mostra come il Ticino, attraverso l’Ente ospedaliero cantonale, abbia pagato il prezzo più alto: 12’900 franchi. Molti di più di quelli pagati a Soletta (tra i 2’200 e gli 8’100) o Lucerna (2’000-7’000). Una differenza tra cantoni, talvolta, di quasi 10mila franchi difficile da spiegare. Sulla tecnologia medica, come afferma infatti il quotidiano zurighese, vige in generale il segreto sui costi. Tra le cifre citate dall’inchiesta che riguardano il nostro cantone c’è anche il pagamento di 125mila franchi da parte di Biotrink, l’azienda produttrice dell’Edora 8 Dt-r, all’Eoc. “Il sistema non funziona più”, ha detto al Tages Anzeiger Patrick Müller dell’Ospedale di Winterthur, che da anni si occupa di questi acquisti. “Il mercato non funziona come in altri settori da molto tempo”.

‘Il dato non è sbagliato, ma va contestualizzato’

«Il dato riportato nell’inchiesta non è sbagliato. Ma va contestualizzato», afferma alla ‘Regione’ Doris Giulieri, capa dell’Area finanze e controlling dell’Ente ospedaliero cantonale. «La cifra riportata nell’articolo e pagata dall’Eoc nel 2020 è effettivamente più alta della media. Questo perché è stato acquistato un solo esemplare e si è quindi dovuto pagare il prezzo pieno di listino. L’anno successivo però c’è stata l’integrazione del Cardiocentro all’interno dell’Eoc». Un passaggio che ha permesso all’Ente di inglobare le forniture di questo materiale d’impianto, che serve per l’elettrostimolazione cardiaca, in una sola ordinazione. «Prima le quantità ordinate erano bassissime. Ora invece siamo intorno alle 50 unità l’anno e il prezzo pagato è nella media nazionale. Questo perché – spiega la capa dell’Area finanze e gestione – con quantitativi maggiori c’è la possibilità di contrattazione del prezzo. Anche sui 125mila franchi ricevuti dalla ditta produttrice del materiale d’impianto va fatta una precisazione: sono andati al Cardiocentro e sono stati investiti totalmente nella formazione».

‘Ci sono differenze non giustificate’

In ogni caso, ammette Giulieri, «ci sono delle differenze nei costi del materiale d’impianto e dei medicamenti che non sono giustificate. Quello che possiamo fare come Ente ospedaliero è cercare di avere lo stesso prodotto in tutte le nostre sedi e centralizzare gli acquisti, così da poter abbassare il prezzo. In questo senso l’integrazione del Cardiocentro è un esempio positivo di risparmio». E cercare una collaborazione intercantonale per fare ordinazioni di macchinari e materiali condivisi? «Esistono già dei gruppi di acquisto di questo tipo, ma spesso è un’ipotesi più facile a dirsi che a farsi. Sarebbe infatti necessario creare un’apposita struttura amministrativa, che ovviamente avrebbe un costo, e anche coordinare le decisioni non sarebbe così scontato».

L’interrogazione: ‘Il Ticino si attivi per ordini collettivi’

Il settore della tecnologia medica genera ogni anno una cifra d’affari di nove miliardi di franchi, secondo quanto afferma l’associazione Swiss Medtech. Cifra che costituisce il 10% dei costi totali del sistema sanitario nazionale. Sul tema si è subito attivata la politica cantonale, con un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato firmata dai socialisti Danilo Forini e Laura Riget e da Beppe Savary-Bordoli (ForumAlternativo). “Lottando contro la granitica volontà di aziende produttrici, ospedali e casse malati di mantenere segreta qualsiasi cifra, l’inchiesta giornalistica del Tages Anzeiger ha evidenziato delle differenze enormi del prezzo di fornitura di costosi componenti bio-medici ai vari ospedali svizzeri. Poi, ci si chiede come mai i premi di cassa malati in Ticino siano tra i più altri della Svizzera. Forse – aggiungono i tre deputati in Gran Consiglio – non è solo colpa di una presunta mancata responsabilità della popolazione ticinese”. L’atto parlamentare riconosce come il tema sia di prevalenza federale, “ma vista l’emergenza dell’aumento dei premi di cassa malati in Ticino e l’impatto del finanziamento cantonale agli ospedali e cliniche il tema è particolarmente importante nel nostro cantone”. Al governo si chiede quindi, attraverso cinque diverse domande, se sia al corrente della situazione e cosa intenda fare per cercare di risolvere il problema. Gli interpellanti domandano anche se si ritiene possibile istituire un sistema di acquisto centralizzato dei prodotti medici a livello cantonale o meglio intercantonale (in attesa di uno a livello nazionale) per contrastare il potere delle multinazionali del settore.

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