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Premi su, ma anche affitti su... ‘Miscela socialmente esplosiva’

Dopo le cupe indicazioni sui costi sanitari, parla la politica. ‘Sistema fuori controllo’, ‘Sempre più persone faticheranno’... Ma la soluzione?

(Ti-Press)
17 agosto 2023
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Gianella (Plr): «Il sistema è ormai fuori controllo, occorre rivederne il finanziamento». Durisch (Ps): «Affitti che salgono, premi che aumentano… socialmente è una miscela esplosiva». Agustoni (Centro): «La vera soluzione va trovata a Berna». Quadri (Lega): «Saranno sempre di più le persone che non riusciranno a pagare i premi di cassa malati». In Ticino le reazioni dei partiti di governo non si fanno attendere dopo la notizia che i costi della sanità sono nuovamente aumentati nei primi sei mesi dell’anno.

Curafutura: ‘Evoluzione preoccupante’

«Le cifre si discostano un po’ perché guardiamo dei periodi differenti con una metodologia leggermente diversa: costi per assicurato invece di costi globali. Ma in entrambi i casi i dati mostrano che l’evoluzione sta andando nella direzione sbagliata». Ad affermarlo è Céline Antonini, responsabile comunicazione per la Svizzera italiana di curafutura, una delle due associazioni degli assicuratori malattia che venerdì scorso aveva annunciato un aumento dei costi della sanità tra luglio 2022 e giugno 2023 del 4,2% a livello svizzero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dal canto suo l’altra associazione delle casse malati, Santésuisse, martedì ha comunicato un incremento del 7,9% sul piano nazionale e del 10% su quello ticinese. Antonini specifica che un aumento dei costi sanitari di X non si traduce esattamente in un aumento dei premi di cassa malati di X, «ma sicuramente un rialzo dei premi è da mettere in conto in quanto questi per legge devono coprire i costi». A segnare la progressione maggiore stando ai calcoli di curafutura sono la fisioterapia (6%), le cure ospedaliere stazionarie (5,4%), le cure a domicilio (Spitex, 5,4%), le case di cura (5%) e i medicamenti (4,6%). L’invecchiamento della popolazione fa sicuramente incrementare questi costi, ma non è l’unico e principale responsabile: «Gli esperti (rapporto del gruppo di esperti sulle misure di contenimento dei costi del 2017, ndr) considerano accettabile una crescita fino a circa il 2,7% all’anno – rileva Antonini –, è quindi evidente che la situazione non è da ricondurre solo alle maggiori necessità di cure degli anziani».

Per tenere sotto controllo i costi della salute le proposte non mancano anche da parte degli assicuratori. «A livello federale da anni spingiamo per fare delle riforme che però vanno troppo lentamente – lamenta Antonini –. Tra queste ci sono il tariffario per le prestazioni mediche ambulatoriali con il passaggio dal Tarmed al Tardoc, il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (Efas) e la revisione dei margini per incentivare la dispensazione di farmaci generici». Per la responsabile di curafutura ci sarebbero però anche dei margini a livello cantonale: «Prossimamente il Gran Consiglio dovrà esprimersi sugli indirizzi per la Pianificazione ospedaliera. Visto che anche a livello stazionario si registrano importanti aumenti dei costi, speriamo che parlamento e Consiglio di Stato siano lungimiranti». Sempre sul piano cantonale Antonini individua un altro elemento influente: il valore del punto Tarmed che si applica alla struttura tariffale per le prestazioni mediche e che determina quindi il prezzo delle singole prestazioni. «In Ticino è dello 0,93, un valore molto alto rispetto alla media svizzera. Gli assicuratori di curafutura avevano chiesto di diminuirlo a 0,87. Recentemente il Consiglio di Stato ha proposto di diminuirlo a 0,91, e questo è già un miglioramento. Sul tema però i medici hanno annunciato ricorso». Per quanto riguarda la ricorrente richiesta di ricorrere alle riserve degli assicuratori, Antonini osserva: «Il problema è che negli ultimi anni sono state diminuite in modo importante per ammortizzare i premi. Ma se sono troppo basse bisogna ricostituirle, lo stabilisce il quadro legale. È poi da considerare che si parla sempre di alcuni miliardi di franchi, che potrebbero sembrare molti ma in pratica equivalgono a 3-4 mesi di premi. Non è questa la soluzione».

Gianella (Plr): ‘Serve una vera riforma’

La capogruppo Plr in Gran Consiglio Alessandra Gianella si dice parecchio preoccupata: «L’aumento dei costi sanitari sta raggiungendo livelli sempre più insostenibili per la popolazione. Già quest’anno il Ticino è stato toccato da un rialzo massiccio dei premi e il prossimo sarà di nuovo tra i cantoni più colpiti». Per Gianella bisogna allora «soprattutto riflettere su come continuare a finanziare un sistema che è arrivato al punto di essere fuori controllo. Come ripetiamo da anni, è fondamentale lavorare per ridurre i costi». Come? «Da un lato frenando l’ampliamento continuo del catalogo delle prestazioni. Dall’altro insistendo sulla possibilità di scegliere dei farmaci generici che costano meno. Inoltre, è necessario promuovere la digitalizzazione del settore delle cure e accelerare il dossier della pianificazione ospedaliera». Secondo Gianella la via di maggiori sussidi che altri partiti chiedono di percorrere «non risolve il problema perché in questo modo non si interviene sull’aumento dei costi. Perciò di anno in anno i contributi pubblici dovrebbero aumentare». Per agire sul fronte dei premi il Plr nazionale ha presentato a inizio estate una ricetta che ha già fatto discutere, quella di modelli assicurativi ‘à la carte’: «Pur mantenendo la qualità delle prestazioni e la solidarietà tra le persone grazie a una solida base obbligatoria – considera Gianella replicando alle critiche –, con un modello differenziato che rafforza la libertà di scelta si potrebbe permettere a ognuno di scegliere liberamente di rinunciare a certe prestazioni sulla base della situazione personale e quindi di optare ad esempio per franchigie più alte e premi più bassi. Occorre riformare davvero il sistema».

Durisch (Ps): ‘I sussidi un diritto’

Ivo Durisch la butta in politica pensando alla prevista (e imminente) manovra di risparmi per agguantare l’agognato pareggio dei conti del Cantone. «Mentre si avvicinano le nubi dei tagli ai sussidi per pagare i premi cassa malati, tagli che destra e centrodestra invocano per garantirsi gli spazi di manovra per sgravare fiscalmente le persone particolarmente benestanti, gli stessi premi continuano a crescere in maniera importante – evidenzia il capogruppo socialista –. E anche gli affitti sono destinati ad aumentare. Insomma è una situazione che diventerà, se non lo è già, insostenibile per buona parte del ceto medio, con la conseguenza di un crescente indebitamento delle famiglie. E intanto la nostra iniziativa che chiede che i premi di cassa malati pesino al massimo per il 10 per cento sul budget famigliare è blindata, da una maggioranza contraria, nella commissione Sanità e socialità del Gran Consiglio. Però si promuovono maggiori deduzioni fiscali per i premi... utilizzando così le poche risorse a disposizione per aiutare anche chi non ha bisogno. Dal punto di vista di una buona gestione delle finanze di uno Stato che ha a cuore tutti i suoi cittadini, soprattutto quelli meno fortunati, è esattamente il contrario di ciò che bisognerebbe fare. Oltretutto anche la nuova Pianificazione ospedaliera confermerà la massiccia presenza delle cliniche private, cosa che contribuisce a far crescere sia la spesa del Cantone che la spesa sanitaria globalmente, incidendo in questo modo anche sui premi. Invito chi ritiene di avere accesso ai sussidi cassa malati di chiederli, ricordando che è un diritto sempre più necessario in questo periodo». Se in Gran Consiglio «dovessero passare eventuali tagli ai sussidi per i premi di cassa malati che penalizzino chi necessita di quegli aiuti statali, penso che come Direzione del partito andremo in Comitato cantonale con la proposta di lanciare il referendum», preannuncia Durisch.

Agustoni (Centro): ‘Occhio all’equità sociale’

Consiglio di Stato e Gran Consiglio, sostiene il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, «stanno cercando di fare il possibile per contenere l’impatto dei premi sui cittadini, agendo per esempio sulla pianificazione ospedaliera e sugli studi medici, limitandone il numero in certe specializzazioni laddove, in base a determinati parametri, vi è una sovraofferta. Senza dimenticare l’introduzione della deducibilità fiscale dei premi di cassa malati per i figli minorenni, con il recente sì popolare all’iniziativa che ha visto il Centro tra i fautori della proposta. Ma la vera soluzione va trovata a livello federale, visto che la LaMal è una legge federale. Al riguardo c’è un’iniziativa popolare del nostro partito per frenare l’aumento dei costi sanitari che spero possa approdare a Berna a un progetto condiviso e se così non fosse si esprimeranno i cittadini». Torniamo al Ticino. «Vedremo ora – riprende Agustoni – cosa proporrà il Consiglio di Stato nell’ambito del Preventivo 2024, e quindi della manovra di rientro, in merito ai sussidi di cassa malati. Rammento che la maggior parte del nostro gruppo parlamentare aveva votato contro il decreto sul pareggio di bilancio in quanto non era stato accolto l’emendamento del Centro che voleva accentuare la protezione delle fasce sociali più fragili. Il Consiglio di Stato, anche in vista di un eventuale referendum rosso-verde contro gli sgravi fiscali, sarebbe quantomeno imprudente a proporre misure discutibili dal profilo dell’equità sociale».

Quadri (Lega): ‘Potere d’acquisto eroso’

Preoccupazione è espressa anche dal consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri: «Perché il potere di acquisto dei cittadini e in particolare del ceto medio è già stato eroso sia dall’ultima stangata dei premi di cassa malati che dall’ondata inflazionistica, e ora si prospetta un ulteriore aumento dei premi. Ci saranno inoltre sempre più persone che non riusciranno a pagare i premi e aumenterà di conseguenza anche la spesa pubblica per il finanziamento dei sussidi e quindi anche per l’ente pubblico sarà un onere supplementare importante». E se nel Preventivo 2024 del Cantone venissero proposti dei tagli ai sussidi? «Non credo che il Consiglio di Stato davanti ad aumenti dei premi di tale portata possa andare a proporre una riduzione dei sussidi in ottica di rientro della spesa – dice Quadri –. Quello che risparmierebbe sui sussidi lo spenderebbe in prestazioni assistenziali». Quanto alle proposte della Lega, Quadri ricorda sul piano cantonale l’iniziativa popolare per la deducibilità integrale dei premi di cassa malati: «Ci aspettiamo che venga messa in votazione quanto prima». Mentre a livello federale ha personalmente presentato un atto parlamentare che chiede di «introdurre un contributo federale che serva a calmierare i premi di cassa malati per tutti». All’obiezione che ne beneficerebbero anche i redditi alti, Quadri ribatte che «sono quelli che con le loro imposte finanziano i sussidi per la deduzione dei premi di cassa malati ed è dunque corretto che ci sia un beneficio ad ampio raggio. Anche perché purtroppo provare a intervenire sui singoli elementi dell’attuale sistema di formazione dei premi è molto difficile in quanto fumoso e complesso. Bisogna abbandonare velleità di perfezione formale e concettuale e puntare su una soluzione semplice ed efficace». Il consigliere nazionale leghista solleva anche il tema della restituzione delle riserve degli assicuratori malattia: una restituzione che «stando alla base legale attuale è solo facoltativa, mentre secondo noi dovrebbe diventare obbligatoria».

Roncati (Physio Ticino): ‘Incidiamo solo per il 3,5%’

Stando a quanto riferito da Santésuisse, in Svizzera i costi legati alla fisioterapia avrebbero subìto un’impennata, del 10 per cento. «Non contestiamo l’aumento, ma sui costi totali legati alla sanità la fisioterapia incide solo nella misura del 3,5 per cento», tiene a puntualizzare Tamara Roncati, vicepresidente di Physio Ticino, sezione ticinese dell’Associazione svizzera di fisioterapia. «L’incremento dei costi nel nostro settore c’è, tuttavia non è dovuto a un aumento del punto tariffale, che è fermo da oltre vent’anni. È dovuto – aggiunge Roncati – alla crescita importante del numero di pazienti che prendiamo a carico a livello ambulatoriale e sul territorio. Ed è una crescita da ricondurre anche all’invecchiamento della popolazione e quindi al conseguente incremento di certe patologie croniche». Non solo. Le degenze ospedaliere, rileva la vicepresidente di Physio Ticino, «sono sempre più brevi: per cui un numero sempre maggiore di pazienti necessita, dietro prescrizione medica, di trattamenti fisioterapici. Aggiungo due cose: quella di fisioterapista è oggi una formazione accademica, con diverse specializzazioni, ciò che ha comportato un ampliamento dell’offerta delle prestazioni per rispondere in maniera adeguata alle diverse patologie, molte delle quali si manifestano con l’età, correlate dunque pure all’invecchiamento della popolazione. Seconda cosa: la fisioterapia ambulatoriale costa meno di un trattamento stazionario in clinica o in ospedale».

Il Dss: ‘Cautela nell’interpretare i dati’

«Innanzitutto – premette il Dipartimento sanità e socialità da noi contattato – occorre cautela nell’interpretare i dati sull’evoluzione della spesa sanitaria nei primi mesi dell’anno. Nel 2022 di questi tempi si registrava un incremento importante, condizionato tuttavia ancora dalla riduzione delle attività sanitarie durante il periodo pandemico. A conti fatti a fine anno la crescita è risultata in linea con le tendenze di medio-lungo periodo, pari al 3-4 per cento all’anno. In secondo luogo, la procedura di definizione dei premi è attualmente in corso. In questa fase i Cantoni procedono a far pervenire le proprie osservazioni all’Ufficio federale della sanità pubblica, l’Ufsp, iter al quale prende parte anche il Dss e tramite il quale – come in passato – provvede a portare all’attenzione dell’Ufsp le proprie considerazioni, così come la profonda preoccupazione per le tendenze che sembrano delinearsi. Dall’autorità di vigilanza – cioè l’Ufsp – è lecito attendersi un intervento sulle previsioni di costo, su cui si stabiliscono i premi. Come più volte ribadito e richiesto anche tramite un’iniziativa cantonale, per i Cantoni è necessario poter disporre di informazioni più trasparenti per potersi esprimere compiutamente sulle cifre: la mozione Lombardi è stata adottata da entrambe le Camere ormai già due anni or sono ma si è ancora in attesa di una sua concretizzazione». E nel frattempo cosa fare sul piano cantonale per arginare l’incremento dei costi e di riflesso dei premi? «Il Cantone – risponde il Dipartimento sanità e socialità – cerca di sfruttare al meglio i limitati margini di manovra di cui dispone. Il Consiglio di Stato lo ha dimostrato ancora di recente, con la decisione di riduzione del 2 per cento della tariffa Tarmed per gli studi medici e con l’avvio del regime (prima in fase transitoria, poi definitiva) che permetterà in futuro di limitare il numero massimo di medici attivi in alcune specializzazioni. Inoltre è doveroso citare il messaggio sugli indirizzi strategici della nuova pianificazione ospedaliera, attualmente al vaglio del Gran Consiglio». Questione sussidi: il mese prossimo si dovrebbe conoscere il contenuto del Preventivo del Cantone e di conseguenza i risparmi proposti dal governo… «Le misure di rientro previste saranno comunicate a tempo debito dal Consiglio di Stato. I vincoli posti dal parlamento e dal voto popolare impongono riduzione di spesa importanti, ad eccezione delle prestazioni che toccano i cittadini meno abbienti». A settembre se ne saprà di più.

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