Ticino

‘È fondamentale abbassare le tariffe del trasporto pubblico’

Dall'Associazione per la difesa del servizio pubblico cinque proposte per rendere più attrattivi ed economici i mezzi. Soprattutto a base di incentivi

Chiesto anche di rivedere il sistema delle zone tariffali
(Ti-Press)
13 settembre 2023
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Cinque proposte per rendere più attrattivo e, va da sé, economico il trasporto pubblico. Cinque proposte per abbassare le tariffe messe sul tavolo dall'Associazione per la difesa del servizio pubblico (Asp), e presentate oggi in conferenza stampa a Bellinzona, con due premesse illustrate in entrata dal presidente Graziano Pestoni: «Non vogliamo penalizzare gli automobilisti, a dipendenza di dove si abita, come ad esempio le zone periferiche, l'auto resta una necessità assoluta... non siamo il centro di Zurigo», da un lato, dall'altro «non chiediamo un aumento della spesa pubblica, ma di riorganizzare le risorse che oggi vengono spese invece per il traffico privato». Con un dato di partenza: «Osservando i Paesi a noi vicini, dove vengono applicate drastiche riduzioni dei prezzi si provocano ondate di utenti che passano dal trasporto privato a quello pubblico».

Quindi, rimarca Pestoni, «nonostante possano essere tanti gli ambiti su cui concentrarsi, e penso alla carenza di manutenzione o agli incidenti, la nostra associazione ha deciso di concentrarsi sulle tariffe, perché il problema dei prezzi è davvero grande».

Le cinque proposte

A snocciolare e descrivere le proposte è Anna Biscossa, del comitato Asp, che comincia dalla «necessità di correggere la situazione attuale proponendo un unico piano tariffale, sia per i biglietti sia per gli abbonamenti, a 16 zone. Oggi, per i biglietti, le zone sono addirittura 49 e qualcosa bisogna cambiare. Il costo sarebbe di un milione di franchi, da dividere tra Cantone e Comuni». La seconda proposta, riconosce Biscossa, «è finanziariamente impegnativa, ma efficace». Perché «il Cantone è stato ridisegnato con le fusioni, e ci sono comuni molto vasti con al loro interno 3, 4 o 5 zone diverse come ad esempio Lugano o Bellinzona. Il nostro ragionamento è unificare le zone nei comuni prendendo come base il sistema applicabile a Lugano, applicandolo a tutto il cantone per equità. Per il 65/60% degli abbonati il costo si dimezzerebbe, mentre per il 50% di chi utilizza i biglietti ci sarebbero risparmi». Con questa nuova regola, tenendo quindi conto delle fusioni, «le zone tariffali diventerebbero dieci». Il costo dovrebbe variare tra i 15,7 e 17,7 milioni di franchi.

Siamo alla terza proposta, «diretta ai giovani» dice Biscossa. Infatti, «è importante promuovere l'uso del trasporto pubblico, fino all'età di 25 anni i giovani paghino al massimo il 5% dei costi effettivi a carico degli utenti». Tradotto: minori entrate tra 12 e 14 milioni.

La quarta rivendicazione riguarda l'abbonamento metà prezzo: «Solo il 13% dei ticinesi lo sottoscrive – ricorda Biscossa –, contro il 50 o 60% di altri cantoni. Serve quindi un contributo cantonale per il suo acquisto, per cinque anni, di ad esempio 40 franchi per tutti i giovani tra 16 e 25 anni».

Infine, la quinta e ultima proposta della Asp concerne la qualità, la puntualità e la sicurezza dei trasporti offerti.

Fondamentalmente, per Biscossa «la nostra ambizione con queste proposte è permettere alle e ai ticinesi di vivere in Ticino senza dover usare per forza un mezzo privato. È un tema anche ambientale». Nel senso che «abbiamo sforato ogni record di inquinamento nel Mendrisiotto, e la qualità di vita è da migliorare».

Dove si trovano i soldi? ‘Nei costi esterni’

Tutto molto bello, ma chi paga se la premessa era che non veniva chiesto alcun aumento della spesa pubblica? Qui le decine di milioni si sommano. La risposta c'è. E sta «nei 14 miliardi di franchi dei costi esterni dei trasporti, di cui 9,8 dovuti al solo trasporto individuale motorizzato. Il dato è del 2019, l'ultimo consolidato, ma crediamo sia coerente con quelli attuali». Ebbene, per Biscossa e l'Asp «aumentando l'uso dei mezzi pubblici ci sarebbero meno costi esterni, ricavando così, senza oneri aggiuntivi, tutto quanto è necessario finanziariamente per favorire in modo attivo l'uso del trasporto pubblico». Ricordando, ancora una volta, «che serve un cambio di mentalità, un cambio di cultura: e davanti alle proposte di rincaro, si capisce quanta strada ci sia ancora da fare. Serve investire, per il futuro di tutti».

A corredo, sempre dal comitato Asp, per Giorgio Sailer «ridurre i prezzi aiuterebbe molto i giovani, che oggi non riescono a sostenere un biglietto ad esempio per Zurigo e a volte preferiscono incolonnarsi con l'auto piuttosto che pagare cifre così alte». Diego Lafranchi, dal canto suo, ricorda come «serve anche investire nella rete ferroviaria, che risale a diversi decenni fa».

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