Ticino

‘Col Gottardo chiuso l'Italia rischia d'essere tagliata fuori’

L'europarlamentare Alessandro Panza: ‘Non possiamo permettere che tali infrastrutture vengano pregiudicate dalla mancanza di manutenzione o risorse’

Una delle principali arterie europee
(Ti-Press)
11 settembre 2023
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La chiusura della galleria autostradale del San Gottardo fa discutere, anche fuori dai confini nazionali. La via di comunicazione (che si divide fra il traffico su rotaia e quello a quattro/due ruote) rappresenta infatti una delle principali arterie europee per quanto concerne il trasporto e transito delle merci. Lo sa bene la vicina Italia, nonché chi la rappresenta a Bruxelles.

A prendere la parola, manifestando preoccupazione, è l'europarlamentare leghista Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e Consigliere per la Montagna del ministro per gli Affari Regionali: "L’Italia rischia di essere tagliata fuori e l’Europa di perdere i collegamenti principali da e verso il Mediterraneo", ha dichiarato. "Dopo la frana sul Frejus, lo slittamento dei lavori al tunnel del Monte Bianco, l’incidente nella galleria ferroviaria del San Gottardo, da ieri, domenica 10 settembre, anche il tunnel stradale è stato chiuso al traffico in entrambi i sensi e a tempo indeterminato per una crepa nel soffitto".

Un insieme di circostanze queste che, stando al deputato in quota Lega, necessitano di una maggiore attenzione (e presa a carico) da parte dell'Europa: "Le Alpi sono una cerniera sociale, economia e politica. Non possiamo permettere che in un ingranaggio così delicato ci sia della sabbia che rischia di comprometterne il funzionamento: urge un piano di investimenti europeo che tenga conto di tutte le principali direttrici, ivi compresi il Sempione che è un punto di forza strategico, così come tutte le altre direttrici che collegano l’Europa al Mediterraneo”, continua l'europarlamentare, concludendo l'intervento con una ‘frecciatina’, forse rivolta proprio alla gestione svizzera: "Non possiamo permettere che queste infrastrutture create con lungimiranza nei secoli scorsi vengano pregiudicati dalla mancanza di manutenzione, dalla mancanza di coraggio o dalla mancanza di risorse pregiudicandone il destino e così il futuro del nostro Paese".

I danni economici

Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera e dal Sole24Ore, l'import-export tra l'Italia e il Nord Europa è di notevole entità, con un volume annuo di merci che arriva fino a 170 milioni di tonnellate. Il valico del Brennero risulta essere il principale tra i valichi alpini, con un flusso di 49,4 milioni di tonnellate di merci all'anno, di cui 35,6 milioni su strada e 13,8 milioni via treno. Seguono il valico di Tarvisio con 27,8 milioni di tonnellate, Ventimiglia con 20,2 milioni e il Frejus con 13,8 milioni. Il Monte Bianco registra invece un transito di 9,7 milioni di merci l'anno, tutte su strada.

L'Italia importa materie prime per trasformarle e produrre beni finali, che vengono poi esportati verso i mercati esteri. Escludendo i prodotti petroliferi, il 60% dell'import/export dell'Italia con il resto del mondo (pari a 266 milioni di tonnellate) avviene con i Paesi europei e deve necessariamente passare attraverso l'arco alpino e i principali valichi: Ventimiglia, Frejus, Monte Bianco, Brennero, Tarvisio fino a giungere a quelli svizzeri, ovvero il Sempione e il San Gottardo.

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