Ticino

Nel futuro del Ticino un Parco che avvicina economia e ricerca

Presentato il messaggio governativo per il sostegno all'innovazione e alla politica economica ‘24-27. Chiesti 60 milioni, ‘come nell'ultimo quadriennio’

Tra i progetti avviati in sinergia ve n’è uno volto a sostituire gli animali usati nei test preclinici con tecnologie di biofabbricazione
(Keystone)
5 luglio 2023
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Innovazione, turismo e regioni periferiche. Sono i tre principali settori di sviluppo economico su cui il Cantone desidera continuare a investire, consolidando – rispetto al passato – una convergenza tra le misure a sostegno dell’innovazione e le attività di ricerca e sviluppo. L’intento di avvicinare maggiormente mondo economico e mondo della ricerca (in particolare universitaria) è stato incarnato dal fatto che a presentare davanti alla stampa il nuovo messaggio governativo ‘Sostegno all’innovazione politica economica e regionale’ siano stati Christian Vitta e Marina Carobbio, direttori rispettivamente del Dipartimento finanze ed economia (Dfe) e del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs).

Un mosaico di centri di competenza

Principale novità del messaggio – che contiene le misure per il periodo 2024-2027 e chiede tre crediti quadro per un valore complessivo di 60 milioni di franchi – è la proposta di ancorare nella Legge per l’innovazione economica (Llnn) la futura struttura del ‘Parco dell’innovazione Ticino’ (Switzerland Innovation Park Ticino) che nella configurazione proposta dalla Fondazione Agire prevede un mosaico di centri di competenza tematici, concepiti come associazioni di diritto privato tra accademie, aziende ed enti di ricerca.

Attualmente il Parco esiste in forma “virtuale” con sedi dislocate sul territorio, ma troverà la propria “casa fisica” nel sedime del nuovo quartiere Officine di Bellinzona. «In Svizzera ci sono diversi parchi di innovazione riuniti sotto il brand ‘Switzerland innovation’, ciascuno con caratteristiche diverse – ha illustrato il presidente della Fondazione Agire Luca Bolzani –. Quello del Ticino fa tesoro delle proprie risorse specifiche che sono una rete di Pmi molto diffusa e ben distribuita e un posizionamento privilegiato sull’asse geografico nord-sud». Lo scopo del Parco – è stato ricordato – è di creare posti di lavoro altamente qualificati, ben remunerati e stabili. Favorire il rientro di profili professionali da fuori cantone e l’insediamento di nuove aziende di qualità. Incentivare la specializzazione di discipline accademiche di Usi e Supsi inerenti alle tematiche del Parco. Obiettivi a cui si vuole puntare attraverso i citati centri di competenza che allo stato attuale sono tre: ‘Scienze della vita’, ‘Lifestyle tech’ e ‘Droni’. Bolzani si è soffermato sul primo, «che bene rappresenta il concetto di piattaforma comune tra le attività di ricerca legate al mondo accademico e scientifico e le attività di sviluppo di nuovi prodotti e servizi aziendali». Concretamente nel centro ‘Scienze della vita’ si sta lavorando allo sviluppo delle tecnologie di biofabbricazione allo scopo di trovare modelli alternativi in vitro che possano sostituire i test preclinici che si fanno sugli animali. «I vantaggi sono enormi: etici, di efficacia, economici», ha commentato il presidente di Agire, che ha tenuto a precisare: «In questa piattaforma ogni azienda potrà testare i propri prodotti. Si favorisce così l’innovazione preservando la competitività». Tra i vari partecipanti si trovano Supsi, Usi, Eoc, Ibsa, Helsinn, Farma Industria Ticino.

Usi e Supsi ‘eccellenze accademiche’

Tale Parco rappresenta «il punto d’incontro tra la politica dell’innovazione e la politica universitaria cantonale» ha sottolineato Marina Carobbio, mettendo in luce come, secondo uno studio della Commissione europea, il Ticino sia «la seconda grande regione svizzera dal potenziale d’innovazione più rilevante dopo Zurigo». Ricerca e innovazione sono sostenute anche dai cospicui investimenti nel polo universitario ticinese, sia in infrastrutture sia nel sostegno a progetti di ricerca innovativi, ha rilevato la direttrice del Decs, rimarcando che «in Ticino sono presenti scuole universitarie e infrastrutture d’eccellenza per l’innovazione che svolgono un’attività di ricerca di elevata qualità, riconosciuta a livello nazionale e internazionale». Come reso noto da Carobbio, i tre centri di competenza del Parco sono stati individuati grazie a una mappatura delle eccellenze accademiche in vari settori. Quanto a Usi e Supsi, che saranno parte integrante del Parco, in esso avranno un ruolo fondamentale nella presa delle decisioni strategiche, mentre nell’ambito dei centri di competenza contribuiranno a definire le risorse umane necessarie e gli investimenti nelle infrastrutture (laboratori, macchinari e attrezzature). Usi e Supsi faranno inoltre da ponte per l’ottenimento di fondi federali ed europei destinati a ricerca e innovazione.

Rafforzare i masterplan

Un’altra novità contenuta nel messaggio e relativa al campo dell’innovazione riguarda «il rafforzamento dei servizi a favore delle Pmi che operano in una fascia mediana di tecnologia – ha aggiunto Christian Vitta –. Inoltre si continuerà a sostenere in maniera diretta l’innovazione nelle imprese, ovvero progetti di ricerca applicata, realizzazione di investimenti materiali e immateriali, internazionalizzazione».

Passando al fronte del turismo, «il prossimo quadriennio sarà improntato sulla continuità, con il supporto allo sviluppo delle destinazioni turistiche e alla valorizzazione dell’offerta turistica, con particolare attenzione alle iniziative legate alla formazione, alle collaborazioni interaziendali e al tema della destagionalizzazione», ha rilevato Vitta, esponendo qualche esempio di sviluppo di collaborazioni su temi strategici: il Centro di competenza Mountain Bike, il Ticino Convention bureau e il Ticino Ticket. Il direttore del Dfe ha informato anche che con la Legge sul turismo – il cui credito quadro 2022-2025 è già stato stanziato con il messaggio governativo del 21 febbraio 2022 – si continuerà a sostenere in maniera diretta le iniziative imprenditoriali. Nel capitolo dedicato alle regioni periferiche è invece previsto un rafforzamento degli strumenti a supporto del loro riposizionamento, processo che si svilupperà principalmente attraverso tre canali: «L’implementazione e la concretizzazione dei masterplan; il rafforzamento degli Enti regionali per lo sviluppo (Ers) e delle relative antenne; e l’introduzione di nuove modalità per lo sviluppo di progetti a livello locale che vanno a rafforzare lo strumento dei Fondi di promozione regionale gestiti dagli Ers».

Oltre alle modifiche della Legge per l’innovazione, i messaggio chiede, come detto, lo stanziamento di tre crediti quadro: uno di 25 milioni di franchi per l’adozione di misure a sostegno dell’innovazione e di sinergie con il mondo della ricerca, uno di 23,4 milioni per l’adozione di misure cantonali di politica economica regionale e uno di 11,6 milioni per l’adozione di misure cantonali complementari al programma d’attuazione della politica economica regionale 2024-2027. «L’importo complessivo è pari a quello stanziato nella scorsa legislatura – ha messo in evidenza il direttore del Dfe –. Questo per tener conto dell’attuale situazione finanziaria che non permette un adeguamento dei crediti. Ci sforziamo dunque di far fronte alle nuove esigenze con delle risorse identiche al passato».

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