votazione cantonale

Aiuto alle famiglie del ceto medio o regalo a quelle più ricche?

Alle urne la modifica della Legge tributaria per introdurre una deduzione aggiuntiva dei premi di cassa malati per figli a carico. ‘Sì’ e ‘no’ a confronto

Maurizio Agustoni (Centro) e Ivo Durisch (Ps)
(Ti-Press)
31 maggio 2023
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È un implacabile aumento quello che anno dopo anno rende sempre più gravosi per i cittadini i premi di cassa malati. Nel 2023 – dopo un anno eccezionale in cui sono lievemente diminuiti dello 0,2% (primo calo dopo il 2008) a causa in particolare della pandemia che ha contenuto il ricorso alle cure non urgenti – il Ticino ha conosciuto un rialzo medio del 9,2%, e secondo recenti notizie il prossimo anno non sarà risparmiato da nuovi incrementi.

Iniziativa accolta dal Gran Consiglio con 56 sì e 20 no

Coscienti che per riformare il sistema dei costi sanitari alla base del problema la strada è ancora lunga, con l’intento dichiarato di proporre una “misura semplice e immediata a sostegno delle famiglie”, lo scorso 17 ottobre i gruppi Plr, Lega, Centro e Udc hanno presentato un’iniziativa parlamentare nella forma elaborata per la modifica dell’articolo 32 della Legge tributaria: deducibilità dei premi di cassa malati dei figli. La proposta? Introdurre una deduzione aggiuntiva dei premi di cassa malati di 1’200 franchi per ogni figlio o persona bisognosa a carico. Questo anche considerando che il Ticino, con Argovia e Basilea-Città, è uno degli unici tre Cantoni della Svizzera a non prevedere la deducibilità fiscale del premio di cassa malati dei figli minorenni. Due mesi dopo, in data 14 dicembre, il Gran Consiglio ha accolto l’atto parlamentare con 56 favorevoli (Plr, Lega, Centro, Udc, Più donne) e 20 contrari (Ps, Verdi, Mps, Pc). Una modifica di legge contro cui il Ps ha deciso di continuare la battaglia, in quanto ritenuta “un ennesimo sgravio fiscale per le famiglie ricche”, e ha così lanciato un referendum. 8’099 le firme valide raccolte (7mila quelle necessarie) pertanto ora spetta ai cittadini ticinesi con diritto di voto esprimersi su questa nuova disposizione il prossimo 18 giugno.

Costo per il Cantone 5,6 milioni e per i Comuni 4,5

L’impatto finanziario in termini di minori entrate fiscali derivante dall’introduzione di questa deduzione supplementare è stimato in 5,6 milioni di franchi per il Cantone e in 4,5 milioni per i Comuni. Secondo le stime del Consiglio di Stato l’82,5% del risparmio fiscale (pari a circa 8,3 milioni di franchi) andrà a beneficio di famiglie con un reddito imponibile inferiore a 150mila franchi. “Non è un regalo per ricchi – sostengono dunque i promotori – si tratta di circa 32mila famiglie del ceto medio”. Come si legge nell’Opuscolo informativo sulla votazione, una famiglia con due figli con un imponibile di circa 65mila franchi, a dipendenza del Comune di domicilio, potrebbe avere un risparmio fiscale di circa 300-350 franchi. In presenza di redditi estremamente elevati, il risparmio fiscale per un figlio (il riferimento cambia dunque da due a uno) si aggira attorno ai 330 franchi, mentre il risparmio fiscale per le famiglie con un reddito imponibile di 90-100mila franchi è di circa 230 franchi per figlio.

Per contro secondo la sinistra i maggiori beneficiari di queste deduzioni sarebbero le famiglie particolarmente facoltose. Stando ai calcoli proposti dal Ps una famiglia con due figli se ha un reddito disponibile (e non imponibile come negli esempi precedenti) inferiore a 100mila franchi, non avrà nessuna riduzione; se ha un reddito di 100mila franchi, riceverà una riduzione di 50 franchi all’anno; se ha un reddito di 500mila franchi, beneficerà di una riduzione di 550 franchi all’anno.

La sinistra propone sussidi mirati anziché sgravi

Il Ps in parallelo al referendum ha presentato un’iniziativa parlamentare elaborata che chiede di destinare lo stesso importo previsto per gli sgravi (nel complesso 10 milioni) in maniera specifica a favore del ceto medio tramite dei sussidi di cassa malati e che dovrà passare dal Gran Consiglio. Come pure un’iniziativa popolare – su cui il popolo andrà a votare in futuro – denominata ‘Esplosione premi di cassa malati: ora basta’ (iniziativa per il 10%), che chiede di fissare un limite massimo all’impatto dei premi di cassa malati, potenziando il sistema di riduzione dei premi dell’assicurazione malattia (Ripam).


Ti-Press
Aumenti sempre più gravosi

Favorevole

Maurizio Agustoni, i contrari affermano che questa proposta di modifica della Legge tributaria sia solo un pretesto per fare sgravi fiscali ai ricchi nascondendosi dietro al ceto medio. È così?

Non è così. Secondo le stime del Consiglio di Stato, l’82,5% del risparmio fiscale andrà a beneficio di famiglie con un reddito imponibile inferiore a 150mila franchi. Si tratta di circa 32mila famiglie del ceto medio. Le famiglie ticinesi con un reddito imponibile compreso tra 50mila e 80mila franchi riceveranno uno sgravio fiscale pari a circa il 5-7,6% delle loro imposte, le famiglie ticinesi con un imponibile superiore a un milione di franchi riceveranno uno sgravio dello 0,2%.

Tuttavia secondo i referendisti con questa proposta una famiglia con due figli con reddito disponibile inferiore a 100mila franchi non avrebbe diritto a nessuna riduzione; una con un reddito di 100mila a una riduzione di 50 franchi l’anno e una con 500mila beneficerà di una riduzione di 550 franchi. Come si spiegano queste diverse valutazioni contabili?

Le cifre che abbiamo indicato ci sono state fornite dal Consiglio di Stato. Confermo quindi che una famiglia con un reddito imponibile di circa 65mila franchi avrà un risparmio fiscale di circa 300-350 franchi, a dipendenza del moltiplicatore del Comune di domicilio. I referendisti non contestano i nostri dati, ma fanno altri calcoli con la nozione di reddito disponibile che di per sé viene utilizzata per le prestazioni sociali. Il reddito imponibile è sicuramente una nozione più trasparente, perché tutti i cittadini sono a conoscenza del loro reddito imponibile.

Alle casse cantonali verranno a mancare 5,6 milioni: è sostenibile in un momento in cui le finanze sono messe parecchio male?

Anche le famiglie ticinesi hanno subito le conseguenze dell’inflazione, in particolare l’aumento dei premi di cassa malati. Grazie a questa proposta le famiglie ticinesi risparmieranno 10,1 milioni di franchi di imposte (5,6 milioni a livello cantonale, 4,5 milioni a livello comunale). Inoltre, le famiglie, contrariamente al Cantone, non hanno grandi margini di riduzione della loro spesa. Infine, 5,6 milioni di franchi rappresentano lo 0,13% della spesa cantonale e non sono quindi un importo insostenibile.

Persone sole, coppie senza figli e persone anziane non riceverebbero alcun beneficio dalla modifica, benché da uno studio Supsi risulti che sono quelle che spesso si trovano in maggiori difficoltà economiche. Alla luce di ciò, si tratta di una misura sensata?

La misura è sicuramente sensata, tanto che quasi tutti i Cantoni svizzeri (tranne Ticino, Argovia e Basilea-Città) prevedono la deducibilità fiscale del premio di cassa malati dei figli minorenni. Anche sul piano federale, nella riforma dell’imposta federale diretta, è prevista l’introduzione di una deduzione di 1’200 franchi per figlio. Del resto, il premio di cassa malati è obbligatorio per legge, per cui non è giusto che il premio di cassa malati faccia parte del reddito imponibile. In pratica i referendisti vogliono che le famiglie ticinesi paghino le imposte anche sui soldi che hanno dovuto versare alle casse malati per pagare il premio dei loro figli.

In prospettiva, lei personalmente come valuta l’iniziativa popolare del Ps che chiede che nessuno debba spendere più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi di cassa malati da attuarsi potenziando il sistema di riduzione dei premi dell’assicurazione malattia (Ripam)?

Anche il Centro, sia a livello federale che a livello cantonale, pone come obiettivo che il premio di cassa malati non ecceda il 10% del reddito. Ci sono diversi elementi da considerare, tra cui, oltre a una riforma del sistema di sussidi, anche la riduzione dei costi. Queste misure non sono in contrasto con la proposta in votazione, che è una misura di equità fiscale e che consentirà un risparmio immediato a favore delle famiglie del ceto medio.

Contrario

Ivo Durisch, perché osteggiare una proposta che lascerebbe più soldi nelle tasche dei cittadini?

Si tratta di sostegni indiretti a pioggia di cui beneficerebbero in maniera preponderante le persone che hanno un reddito alto. Questi 10 milioni si potrebbero impiegare molto meglio attraverso degli aiuti mirati a favore delle famiglie con figli del ceto medio che attualmente non può accedere ai sussidi di cassa malati ed è la fascia che si trova più in difficoltà a pagare i premi. La nostra iniziativa parlamentare va proprio in questa direzione. Non è attraverso gli sgravi che si può fare una socialità mirata. Il problema è che gli sgravi sono sempre molto attrattivi in quanto non bisogna farne specifica richiesta. Ma così si perde di vista che gli aiuti potrebbero essere molto maggiori per chi davvero ne necessita. Va inoltre considerato che le deduzioni costano molti soldi: secondo un calcolo del 2016, quelle complessive per i premi di cassa malati ammontano intorno ai 250 milioni di franchi. Con questo importo si potrebbero raddoppiare i sussidi di cassa malati attuali aiutando in maniera importante il ceto medio.

Eppure secondo le stime del Consiglio di Stato una famiglia con due figli con un imponibile di circa 65mila franchi potrebbe avere un risparmio fiscale di circa 300-350 franchi. Sbaglia?

I calcoli del Consiglio di Stato sono basati sull’imponibile – mentre i nostri sul disponibile – e prendono come presupposto il fatto che una famiglia con due figli con l’imponibile di 65mila franchi non riceva sussidi di casse malati. In realtà con quell’importo potrebbe beneficiarne. Se li richiedesse come da diritto, avrebbe un aiuto maggiore. Non riuscirebbe però a beneficiare del nuovo sgravio fiscale proposto perché i costi netti per la cassa malati (premi lordi meno sussidi) non permetterebbero di raggiungere l’importo massimo già oggi deducibile. Quindi a queste persone i 1’200 franchi in più da dedurre per figlio non servirebbero a nulla.

A parità di reddito, il contribuente che deve pagare i premi di cassa malati dei figli non ha la stessa capacità economica di chi non deve sostenere tale costo. La proposta in votazione permetterebbe di meglio rispettare il principio costituzionale dell’imposizione secondo la capacità economica. Non volete aiutare le famiglie?

In realtà ‘imposizione secondo la capacità economica’ vuol dire in base al reddito. La deduzione invece tipicamente favorisce chi ha più reddito, ed è quindi uno strumento che aumenta le disuguaglianze. Con la nostra iniziativa parlamentare si andrebbe comunque ad aiutare le famiglie con figli, ma del ceto medio, non quelle molto benestanti che ce la fanno bene con i propri mezzi.

Siamo tra i pochi Cantoni a non applicare la deduzione fiscale per i figli: sbagliano tutti gli altri?

Questa nuova deduzione non è stata ancora applicata in Ticino perché siamo il cantone già oggi con le deduzioni più alte per le casse malati. Direi di più, rispetto al resto della Svizzera le abbiamo più alte in quasi tutti gli ambiti. Non vediamo la necessità di metterne una aggiuntiva.

Questo sgravio ha raccolto una maggioranza molto solida in parlamento e inizialmente avete fatto fatica a raccogliere le firme: non temete una sconfitta alle urne?

È importante che si continui a parlare del fatto che le deduzioni di imposte e la loro riduzione non sono un aiuto alle persone che ne hanno veramente bisogno. Purtroppo questo cantone continua invece ad andare su questa strada. Per noi è doveroso informare i cittadini che non è la via giusta da perseguire. Vediamo bene come a causa degli sgravi degli ultimi anni a breve saremo confrontati con dei tagli della portata di 150-200 milioni che potrebbero intaccare proprio anche i sussidi delle casse malati. Le deduzioni non mirano ai veri bisogni e aumentano le disuguaglianze, quindi non sono lo strumento adeguato per fare socialità.

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