Ticino

‘Il Piano energetico garantisca le forniture invernali’

È quanto risponde l'Associazione industrie ticinesi (Aiti) alla consultazione sul Pecc. Chiesti anche prezzi sostenibili e approccio pragmatico

‘Il libero mercato non venga messo in discussione’
(Ti-Press)
26 aprile 2023
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“Non vediamo una reale volontà di aumentare la produzione invernale, che è la vera sfida energetica”. È la posizione dell’Associazione industrie ticinesi (Aiti) alla consultazione del Pecc, il Piano energetico e climatico cantonale, che punta a dimezzare i consumi e ridurre del 90% le emissioni di CO2 entro il 2050. Per Aiti la strategia presentata a inizio febbraio dal Dipartimento del territorio (Dt) “preferisce continuare a finanziare tanti piccoli impianti fotovoltaici con forte produzione estiva invece di concentrarsi a promuovere soluzioni per la stagione invernale”. Il problema, si legge nella risposta, è legato allo stoccaggio dell’energia: “In estate siamo in presenza di un'eccedenza di elettricità. Dobbiamo quindi immagazzinare l'elettricità estiva e renderla disponibile in inverno”. La garanzia dell'approvvigionamento energetico per l’Associazione industrie ticinesi “non è negoziabile. Senza di essa non si può semplicemente fare industria, con tutte le conseguenze che questo comporta sul benessere del nostro cantone e della società in generale”. Ma avere l’elettricità, si legge nella presa di posizione, “non è sufficiente. Questa deve essere assicurata a sufficienza tutti i giorni dell’anno, 24 ore al giorno”.


Altra rivendicazione: i costi “sostenibili” dell’energia: “La politica deve mettere l’industria nella condizione tale da poter produrre con costi energetici sostenibili, senza intaccare la capacità competitiva delle aziende, con il risultato di ridurre i margini e la capacità d’investimento. Ciò che produrrebbe innegabilmente effetti negativi anche per l’ente pubblico e il territorio”.


L’associazione – che si dice favorevole a un “mix equilibrato” fra i vari vettori energetici e ricorda come il settore che genera i maggiori consumi sia quello delle economie domestiche – chiede al Cantone di farsi promotore di comunità energetiche a livello locale e regionale. “La Svizzera e di conseguenza il Ticino devono salvaguardare l’approccio dell’economia di libero mercato e il progresso tecnico e non privilegiare un’economia pianificata in ambito energetico, fatta principalmente di obblighi, divieti e tasse, che la popolazione svizzera ha già dimostrato di non gradire”.

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