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Iniziative e referendum, così procede la raccolta firme

Marchesi: ‘Già ampiamente superato il numero minimo di sottoscrizioni’. Sirica: ‘Settimana prossima un primo bilancio’. La Vpod: ‘Si rema, fiduciosi’

Destinazione finale la cancelleria cantonale
(Ti-Press)
5 gennaio 2023
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Il Ticino delle firme sbarca nel 2023 con quattro iniziative popolari e un referendum. Iniziative e referendum pendenti. Per cui è ancora in corso la raccolta di sottoscrizioni. Riguardo alle prime, due sono promosse dall’Udc con il sostegno degli altri partiti borghesi: si tratta dell’iniziativa popolare legislativa per l’abolizione della tassa di collegamento – che il Gran Consiglio ha deciso d’introdurre nel 2025 dopo il respingimento da parte del Tribunale federale dei ricorsi contrari al balzello – e dell’iniziativa popolare costituzionale per neutralizzare sul piano fiscale "l’aumento dei valori di stima". Per la loro riuscita servono, rispettivamente, almeno settemila e diecimila firme. «Abbiamo ampiamente superato il numero minimo necessario di sottoscrizioni, sia per l’una che per l’altra», assicura il presidente dei democentristi Piero Marchesi.

Il presidente Udc: balzelli incomprensibili e inaccettabili

Inutile insistere: per ora Marchesi non fornisce numeri. «Per non venir meno – puntualizza – a quanto concordato nei due comitati d’iniziativa». Nei quali sono politicamente rappresentati: Udc, Plr, Centro/Ppd e Lega per l’iniziativa che chiede di ancorare alla Costituzione cantonale il principio della neutralità fiscale della revisione delle stime; e i citati partiti, tranne la Lega, per quella che chiede la cancellazione della tassa sui posteggi rispolverata a suo tempo dal Dipartimento del territorio diretto dal leghista Claudio Zali e avallata nel 2016, ancorché di misura, dal popolo. «Agli inizi di febbraio – riprende Marchesi, nella lista Lega-Udc per il governo alle elezioni cantonali del prossimo aprile, insieme fra gli altri a Zali – consegneremo le firme e in quell’occasione comunicheremo il numero preciso di sottoscrizioni». Che, stando al responsabile dei democentristi ticinesi, si profila elevato. Ciò che non sorprende più di tanto Marchesi. «Soprattutto oggi in cui il potere d’acquisto dei cittadini si è ridotto, l’introduzione di nuove tasse sarebbe del tutto incomprensibile e inaccettabile – sottolinea –. Chiediamo inoltre la neutralizzazione fiscale dell’aumento dei valori di stima per evitare che questo incremento vada a impattare su proprietari e inquilini. Ricordo che nella votazione dello scorso maggio sul decreto Morisoli i cittadini hanno detto che non vogliono aumenti di tasse e imposte per risanare le finanze del Cantone e quindi di finirla di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti: lo Stato deve farsi bastare i soldi che ha, contenendo l’aumento, fuori controllo, della spesa pubblica».

Il co-presidente del Ps: aiuti invece di sgravi ai ricchi

A essere ancora ai piedi della montagna (di firme da raccogliere) è invece il Partito socialista, che in dicembre ha lanciato, come segnala ancora la Cancelleria dello Stato da noi interpellata, il referendum contro la deducibilità dalle imposte, decisa il mese scorso dalla maggioranza del Gran Consiglio, dei premi di cassa malati per ogni figlio a carico (1’200 franchi) e l’iniziativa popolare per limitare al 10% del reddito disponibile l’incidenza dei premi. «Sono passate solo due settimane da quando abbiamo presentato le nostre idee, con anche le feste natalizie in mezzo. È presto per fare un bilancio. Un primo conteggio lo faremo la settimana prossima, visto che sabato è in programma una raccolta massiccia nel vari centri del cantone», spiega il co-presidente Fabrizio Sirica. Obiettivo? «Arrivare a mille sottoscrizioni in un giorno». La fiducia dunque non manca. «Contiamo di raggiungere l’obiettivo (settemila firme, ndr) senza problemi. Il tema è infatti molto sentito dalla popolazione e le due proposte, che viaggiano di pari passo, non sono difficili da spiegare». Le firme per il referendum andranno raccolte entro fine febbraio, mentre per l’iniziativa ci sarà tempo fino al 29 marzo. Ma come convincere le persone a sottoscrivere una proposta che vuole togliere uno sgravio a favore del ceto medio? «È un aspetto sul quale abbiamo riflettuto a lungo – ammette Sirica –. Quello che ci ha convinti a lanciare referendum e iniziativa è la tempistica e il fatto di avere un’alternativa già pronta». Lo sgravio proposto dai partiti borghesi, prosegue il co-presidente del Ps, «entrerà in vigore solo nel 2024. C’è quindi il tempo di prospettare alla popolazione una soluzione diversa, quella contenuta nel controprogetto elaborato da Ivo Durisch (capogruppo socialista in Gran Consiglio, ndr) che suggerisce di destinare la stessa cifra, 10 milioni di franchi, a chi ha davvero bisogno. Non ai soliti ricchi». Se però i tempi di entrata in vigore degli sgravi fossero stati più brevi, prosegue Sirica, «non so se avremmo lanciato il referendum». Le due proposte sono sostenute anche da Verdi, Partito comunista e Forum Alternativo.

«L’obiettivo a medio termine resta quello della cassa malati unica, che verrà proposta a livello nazionale. Sarebbe la vera soluzione al problema dell’esplosione dei costi». Continua Sirica: «Mi dispiace quando sento cittadini che affermano ‘tanto sulla cassa malati non cambia niente’. Vuol dire che la fiducia nella politica viene a mancare». Il co-presidente del Ps lancia poi una frecciatina agli altri partiti: «il nostro modo di raccogliere le firme è diverso da quello di altre forze politiche. Non paghiamo le persone per racimolare sottoscrizioni ma possiamo contare su militanti che credono in ciò che fanno e nei temi che propongono – evidenzia Sirica –. Noi abbiamo le persone e non i soldi, e penso che questo la popolazione lo capisca».

Cure di qualità: ‘Si fatica, ma siamo fiduciosi’

Pendente è anche l’iniziativa popolare legislativa depositata dalla Vpod lo scorso ottobre. Chiede, come spiegato dal sindacato dei servizi pubblici al momento dell’avvio della raccolta firme, migliori condizioni e maggiori tutele per garantire "cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità". Ovvero: miglioramento delle condizioni di lavoro per evitare l’abbandono della professione, la definizione precisa dei diritti di "pazienti e utenti", la promozione di una valutazione pubblica e indipendente della qualità delle strutture. Almeno settemila le firme necessarie per la riuscita dell’iniziativa. «Si fa fatica, anche a causa delle vacanze natalizie: bisogna insomma remare. Tuttavia - sostiene Giulia Petralli, collaboratrice della Vpod – siamo fiduciosi. Contiamo pertanto di raggiungere il traguardo delle settemila sottoscrizioni per fine gennaio, cioè entro il termine per la consegna delle firme. Per metà mese dovrebbe rientrare il grosso dei formulari». Si fa fatica, dice Petralli: eppure quanto propone l’iniziativa interessa anche il paziente/utente… «L’impressione è che una parte dei cittadini sia un po’ disillusa dalla politica e ritenga che certe iniziative non raggiungano gli obiettivi prefissi quando approdano al parlamento». Senza poi dimenticare che «nelle strutture sociosanitarie ticinesi diversi operatori e operatrici sono frontalieri e di conseguenza non possono firmare le iniziative, pur condividendole. Ma ripeto: come sindacato siamo fiduciosi che l’iniziativa riuscirà, del resto la posta in gioco è molto importante», evidenzia Petralli, che si appresta a subentrare in Gran Consiglio per i Verdi a Cristina Gardenghi.

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