Ticino

Fonio al Consiglio di Stato: ‘Vergogna! Fermate quell’inchiesta’

Il deputato del Centro/Ppd contro la decisione del governo di avviare accertamenti disciplinari su due membri della Rete a difesa delle pensioni

Giorgio Fonio (Ti-Press)
13 dicembre 2022
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«Provo rabbia e delusione». Non è proprio andata giù al deputato del Centro/Ppd Giorgio Fonio la decisione del Consiglio di Stato di avviare un’inchiesta disciplinare nei confronti di due membri (due docenti) della ErreDiPi, la Rete a difesa delle pensioni che si batte contro la riduzione delle rendite pensionistiche dei dipendenti pubblici assicurati presso l’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct) e che chiede pertanto di congelare la prospettata riduzione del tasso di conversione sino a quando non ci saranno delle misure compensatorie. Gli accertamenti avviati dal governo a carico delle due persone affiliate alla ErreDiPi riguardano un presunto uso improprio della posta elettronica dell’Amministrazione cantonale per informare altri dipendenti pubblici della protesta, e dei suoi sviluppi, contro il taglio delle pensioni.

Il sindacalista: ‘Se volete, prendetevela con me’

«Intervengo – ha esordito Fonio poco fa in Gran Consiglio – avendo di fronte il responsabile delle risorse umane Christian Vitta (direttore del Dipartimento finanze ed economia, ndr). Provo arrabbiatura e delusione – ha rincarato il sindacalista dell’Ocst – nell’aver letto dell’apertura di un’inchiesta disciplinare a carico di due collaboratori che presumibilmente si sono macchiati della colpa di informare i colleghi di quello che sta succedendo. È una vergogna, soprattutto se il datore di lavoro da cui potrebbero venir sanzionati, in altri casi invece di licenziamenti che avrebbe dovuto fare ha scelto la via del prepensionamento. Le risposte date da Bertoli (Manuele Bertoli, direttore del Decs, ndr) non mi soddisfano, anzi mi sarei aspettato che prendesse le distanze da una decisione che invece pare presa all’unanimità. Mi rivolgo allora a Vitta che so avere a cuore le risorse umane. E chiedo quindi rispetto a questa inchiesta disciplinare – che non fa bene all’immagine dello Stato ma fa male alle istituzioni – di prendersi l’impegno di fermarla. Di più, dico che la responsabilità dell’invio non è dei due docenti ma mia. Se volete fare un’inchiesta disciplinare prendetevela con me».

Vitta: chi è incaricato di portarla avanti, la deve eseguire

Sintetica la replica di Christian Vitta: «La decisione è stata presa dal governo e chi è incaricato di portarla avanti la deve eseguire. Le risorse umane non c’entrano».

Il Movimento della Scuola: siamo preoccupati e indignati

Sulla vicenda ha preso posizione, con un comunicato diramato in serata, anche il Movimento della Scuola, dicendosi preoccupato e indignato dalla decisione del Consiglio di Stato: "L’atto palesemente intimidatorio non fa che accrescere preoccupazioni che da tempo abbiamo riguardo ai margini di agibilità democratica in seno all’amministrazione cantonale e alle scuole".

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