Ticino

Disturbi dell’alimentazione, ‘rafforzare l’offerta attuale’

Il Consiglio di Stato risponde alla mozione di Ferrari e Ay (Partito comunista) che chiedeva la creazione di comunità cantonali

Casi in aumento tra i giovani
(Ti-Press)
9 novembre 2022
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"Allo stato attuale riteniamo prioritario privilegiare il rafforzamento dell’offerta stazionaria e ambulatoriale del Centro di disturbi del comportamento alimentare (Dca) dell’Osc, già operante e attivo". Così ha risposto il Consiglio di Stato alla mozione di Lea Ferrari e Massimiliano Ay (Partito comunista) che chiedeva di creare delle comunità terapeutiche cantonali per i disturbi alimentari in Ticino. Mozione che è comunque stata parzialmente accolta. Un rafforzamento, sostiene il governo, permetterebbe infatti di rispondere alle sempre più numerose richieste "in tempi ragionevolmente (più) brevi". Lo scopo è di "poter ampliare il Centro Dca aumentando le superfici e i posti letto: due in più per i pazienti con più di 16 anni e tre per una presa a carico più adeguata in regime di degenza anche dei più giovani". A questo si aggiunge "l’inserimento di figure professionali specializzate in pedopsichiatria, psicologia dell’età evolutiva e in ambito educativo".

‘La nuova pianificazione sociopsichiatrica va in quella direzione’

L’ipotesi di creare delle comunità, come richiesto dai due deputati comunisti, non è comunque del tutto esclusa: "è ragionevole ritenere che solo una volta consolidato il servizio attualmente offerto dal centro sarà semmai ipotizzabile volgere lo sguardo sulla costituzione di nuove e future strutture comunitarie". Questo perché, ha ricordato il Consiglio di Stato, "la collaborazione instaurata con l’Ente ospedaliero cantonale e l’ospedale beata vergine di Mendrisio, e la nuova pianificazione sociopsichiatrica cantonale approvata dal Gran Consiglio a settembre, vanno in questa direzione". Si ritiene comunque che "la realizzazione di una comunità potrebbe non essere la soluzione più adeguata alle richieste del nostro territorio se a monte non vi è stata un’intensiva presa a carico multidisciplinare del Centro Dca già esistente". Si legge sempre nella risposta: "ai pazienti con disturbo del comportamento alimentare occorre un’alta intensità di cura (in regime di degenza o ambulatoriale) nella fase iniziale del trattamento, per riuscire ad aderire a uno stile di vita sano e per iniziare a prendere consapevolezza delle cause alla base del disturbo. Occorre quindi rafforzare piuttosto l’offerta terapeutica attuale prima di offrire uno spazio comunitario".

‘Il 3,5% della popolazione svizzera ne ha sofferto almeno una volta’

Attualmente i casi che riguardano disturbi alimentari sono trattati in un reparto della clinica sociopsichiatrica momò, che dispone di sei posti letto per la cura in regime di ricovero. Il tema, scrive il governo, "è sempre più al centro dell’attenzione". Una ricerca dell’Università di Zurigo ha rivelato che complessivamente il 3,5% della popolazione svizzera è stato colpito nel corso della sua vita da un disturbo alimentare. Una problematica che "stravolge la vita di una persona e ne limita le capacità relazionali, lavorative e sociali".

‘Con la pandemia più casi tra i giovani’

Un progressivo aumento di richieste di ricovero è stato registrato nel 2015, in linea con i dati internazionale. A settembre di quest’anno erano 35 le persone in attesa di essere convocate per la prima visita di valutazione diagnostica e 15 per un ricovero. "Durante la pandemia - si legge nella risposta alla mozione - i disturbi dell’alimentazione sono aumentati tra i più giovani, situandosi spesso nella fascia 16-20 anni e colpendo anche i minori tra i 10 e i 12 anni".

Valutati anche esempi svizzeri e italiani

Per valutare la possibilità di una struttura comunitaria - come richiesto dalla mozione - nel 2019 alcuni collaboratori del centro Dca hanno visitato le strutture di Losanna e Berna che però come per il Ticino "non sono dotate di una struttura intermediaria residenziale". Si è quindi valutato, scrive il governo, anche esempi presenti in Italia.

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