Ticino

Ricettazione e riciclaggio di oro: quarto arresto in Ticino

Sviluppi nell’inchiesta coordinata dalla pp Lanzillo. Il giudice dei provvedimenti coercitivi ha confermato la nuova misura restrittiva

Gioielli di provenienza illecita e riciclaggio (Ti-Press)
3 marzo 2022
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C’è un nuovo arresto nell’inchiesta su ricettazione e riciclaggio in Ticino di oro e gioielli provenienti, sospettano gli inquirenti, da furti commessi in Italia. Raggiunto dal provvedimento restrittivo è un 62enne cittadino italiano da anni residente nel Mendrisiotto. Il fermo è scattato qualche giorno fa e ha fatto seguito ai tre avvenuti venerdì scorso. Ordinato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, titolare dell’indagine, l’arresto è stato confermato dal giudice dei provvedimenti coercitivi. In detenzione preventiva, al momento, ci sono quindi quattro persone: oltre al 62enne, si trovano nel carcere giudiziario della Farera un 61enne e un 31enne, anche loro cittadini italiani, dimoranti rispettivamente nel Mendrisiotto e nel Locarnese e un 38enne svizzero residente nel Luganese. Riciclaggio aggravato, falsità in documenti e ricettazione per mestiere sono i reati ipotizzati dalla pp Lanzillo nell’ambito del procedimento che ha portato dietro le sbarre i quattro.

Il 62enne sarebbe il titolare della società proprietaria, nel Mendrisiotto, della piccola fonderia alla quale hanno accennato Ministero pubblico e Polizia cantonale nel comunicato stampa diramato lunedì e riguardante l’operazione di venerdì della scorsa settimana che in Ticino ha condotto ai primi tre arresti e in Italia a sei fermi e al sequestro di pistole, munizioni e denaro. Secondo gli inquirenti, nella fonderia ticinese gioielli e alcune monete venivano trasformati in lingotti. Gioielli e monete di provenienza però illecita. Sarebbero stati infatti rubati nel nord Italia: Lombardia, Piemonte e Liguria le regioni più colpite dalle razzie. La refurtiva veniva raccolta in campi nomadi. Dai quali una parte prendeva la strada per la Svizzera. Del trasporto della merce al di qua del confine si occupava un nomade, che raggiungeva il nostro cantone in auto.

In Ticino l’inchiesta è partita lo scorso autunno. Intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti. Di recente gli arresti. Ma l’indagine sul fronte elvetico potrebbe registrare ulteriori importanti sviluppi. In Italia è la Procura di Asti a guidare l’inchiesta. Inquirenti ticinesi e piemontesi stanno collaborando in maniera stretta per ricostruire l’importante traffico di oro e per individuare coloro che a vario titolo vi hanno preso parte.

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