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Turismo, in Ticino oltre le aspettative e il Covid

Le prenotazioni per agosto stanno resistendo al maltempo. Pianezzi (HotellerieSuisse): ‘Ora serve consolidare la domanda interna’

La pioggia non aiuta, ma ancora non scoraggia
(Ti-Press)

Il tempo meteorologico è decisamente quello autunnale, ma il clima nel settore turistico ticinese è decisamente euforico sia per quanto riguarda i dati semestrali dei pernottamenti, sia per quanto riguarda le prospettive per le prossime settimane. «Nonostante la pioggia e il clima già autunnale, non abbiamo registrato grandi disdette. L’occupazione da qui a metà agosto è pari al 90% per molte strutture e per alcune è addirittura del 100%», afferma Lorenzo Pianezzi, presidente della sezione ticinese di HotellerieSuisse. La destinazione Ticino è stata quella più gettonata rispetto ai dati nazionali – ancora in affanno rispetto a due anni – tanto che per i primi sei mesi dell’anno si è registrato un +173% (a 1,2 milioni) di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e un +27% rispetto al primo semestre 2019, l’anno prima della pandemia. «Siamo di fronte a risultati eccezionali ancora dopati dall’effetto Covid, ma che fanno ben sperare per consolidare e fidelizzare parte dei nuovi ospiti che magari hanno visitato il Ticino per la prima volta», continua Pianezzi che saluta positivamente la strategia di TicinoTurismo e del Dfe (Vivi il tuo Ticino, ndr) di tentare di prolungare il più possibile la stagione. «Destagionalizzare, magari anticipando anche la primavera, vuol dire anche mantenere gli alberghi aperti più a lungo con beneficio per il mercato del lavoro». «È quindi importante oltre a valorizzare le attrazioni che ci sono – penso alle strutture balneari al coperto – anche pensare ad altri eventi culturali di richiamo», continua il presidente di HotellerieSuisse. «Ma questa è musica per il dopo pandemia».

La domanda turistica, infatti, è stata sostenuta in particolare dal mercato interno essendosi quella estera più che dimezzata (-55% a livello nazionale, ndr) per le note difficoltà a viaggiare. Tra Covid pass e restrizioni sanitarie varie la voglia di vacanza all’estero – per tutti – è stata più che scoraggiata. Stando ai dati diffusi ieri dall’Ufficio federale di statistica (Ust) nel periodo gennaio–giugno nella Confederazione sono stati registrati 11,4 milioni di pernottamenti. Vi è stato un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma il dato è ancora ben lontano dai 18,8 milioni osservati nel primo semestre 2019: la flessione è del 39 per cento.

Le difficoltà di reclutamento di personale segnalate a inizio stagione dalla ristorazione sono state invece meno percepite dal settore alberghiero. «Di più nel primo lockdown del 2020, quando anche il nostro settore ha chiuso per due mesi. Molti lavoratori, soprattutto gli stagionali, avevano trovato impiego altrove. Durante lo scorso autunno e inverno invece abbiamo potuto tenere aperto e quindi abbiamo mantenuto anche i livelli occupazionali praticamente inalterati», conferma Pianezzi. 

Campeggi bagnati, ma ancora ben frequentati

Stagione da incorniciare anche per i campeggi. «Fino alla fine di giugno abbiamo avuto dati straordinari che sono andati addirittura al di sopra di quelli per gli alberghi. Non abbiamo ancora i dati di luglio, ma la percezione è che nonostante la meteo avversa si è riusciti a contenere le partenze e gli ospiti sono rimasti lo stesso anche se hanno avuto una vacanza un po’ meno bella», conferma Simone Patelli, presidente dell’associazione Campeggi Ticino. 

E questo inizio di agosto ‘autunnale’ rischia di compromettere i risultati raggiunti? «È presto per dirlo. Non credo che ciò avverrà visto che abbiamo un bel margine. La stagione, anche se meteorologicamente non sembra, non è ancora finita. Abbiamo ancora davanti oltre ad agosto ancora settembre e ottobre. Se guardo ai numeri eccezionali dello scorso anno per questo periodo, resto ancora ottimista. Speriamo che la meteo almeno si stabilizzi. Il campeggiatore è un turista particolare che mette in conto di trovare un po’ di pioggia e non si scoraggia facilmente», aggiunge ancora Patelli. «Dipende dalle strutture, ma quelle più attrezzate offrono alternative anche con il brutto tempo. Inoltre il territorio offre anche impianti balneari al chiuso molto frequentati in questo periodo», conclude Patelli.

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