Ticino

Supsi, ‘Un 2020 soddisfacente nonostante la pandemia’

Finanziariamente l’anno si è concluso con una perdita di 677 mila franchi

Il campus Est Usi–Supsi
(Ti–Press)

«È stato stravolto il modo di lavorare, è stato necessario un impegno straordinario ma tutti i progetti in campo hanno potuto essere portati a buon termine», ha affermato Alberto Petruzzella, presidente del consiglio della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi), riferendosi alla pandemia da Covid–19 in occasione della presentazione del rapporto annuale 2020.

«La priorità è stata quella di mettere in sicurezza la nostra comunità accademica, passando al lavoro e alle lezioni a distanza. Nonostante la pandemia siamo riusciti a dare continuità anche ai nostri mandati istituzionali e ai grandi progetti edilizi», ha aggiunto Petruzzella.

Tra le misure principali messe in atto dalla Supsi per garantire la continuità della formazione e il benessere di studenti e collaboratori vi sono la costituzione di un canale comunicativo e di risorse didattiche dedicato a studenti e docenti, l’attivazione di un supporto tecnico e didattico–pedagogico, uno sportello di ascolto e aiuto psicologico, nonché delle indagini interne riguardanti la didattica a distanza e l’implementazione di misure di miglioramento.

Il Covid ha portato inoltre a una riflessione riguardo agli ambiti didattici che devono forzatamente venire svolti in presenza e ad altri che «anche a distanza non perdono in termini di qualità, come lezioni teoriche, in plenaria e in grandi gruppi, come pure attività di accompagnamento, esercitazioni e colloqui. Parte di queste attività continueranno probabilmente a essere svolte a distanza», ha affermato il direttore generale Supsi Franco Gervasoni.

Per quanto concerne la riorganizzazione della direzione Supsi, vi è stato un «rafforzamento della gestione istituzionale dei mandati e del supporto dato ai dipartimenti dai servizi amministrativi con conseguente possibilità delle direzioni dipartimentali di concentrarsi sui mandati», ha detto Petruzzella, questo è stato possibile grazie alla creazione di figure con funzioni trasversali.

Fra i progetti istituzionali portati a termine vi è l’accreditamento istituzionale per i prossimi 7 anni, concesso lo scorso marzo dal Consiglio svizzero di accreditamento. Esso è obbligatorio per il riconoscimento dei diplomi e per l’ottenimento di finanziamenti cantonali e federali: «È stato un lavoro intenso, durato oltre cinque anni, che ha coinvolto attivamente nell’ultima fase quasi 250 persone appartenenti a tutte le unità della Supsi. È stata inoltre un’occasione per aumentare la coesione interna», si è rallegrato Petruzzella.

Il presidente ha poi presentato le chiusure finanziarie che contano una perdita «tutto sommato contenuta» di 677 mila franchi. I principali fattori sono dovuti all’«impatto della pandemia nella formazione continua dell’ambito sociosanitario e nella chiusura del settore dell’edilizia per alcuni mesi nell’ambito delle prestazioni di servizio, come pure i ritardi nei progetti di ricerca». I costi diretti per il Covid, dovuti per esempio alle misure di sicurezza, ci sono stati, «ma sono marginali. Inoltre abbiamo un fondo di rischio di cinque milioni di franchi, quindi queste perdite non sono particolarmente dannose».

«Abbiamo dovuto in pochi gironi ripartire con una serie di attività a distanza», ha ricordato Gervasoni. Fra esse il telelavoro, la didattica a distanza, l’open day, le cerimonie dei diplomi e alcuni seminari ed eventi. Durante il 2020 gli studenti erano circa 5500, con poi circa mille che hanno ricevuto un diploma e più di tremila domande d’ammissione. Le novità principali del 2020, ha ricordato il direttore, sono la creazione di un programma di bachelor e cinque di master. Nell’ambito della formazione continua i corsi sono stati 153, con 8’300 partecipanti e 1246 diplomati.

Fra i mandati della Supsi vi è anche la ricerca: «Il 2020 è stato un anno significativo, il 78 per cento dei progetti sono stati accettati da Innosuisse, tasso che normalmente si aggira intorno al 50 per cento», ha illustrato Gervasoni.

Le risposte della Supsi all’emergenza sanitaria sono state molteplici, tra cui vari studi come Corona immunitas, uno sugli gli effetti del lockdown sul clima e un altro su quanto resistono i virus sulle superfici.

Riguardo alla vicenda Garzoni, ditta sospesa dagli appalti pubblici per irregolarità nel campus di Viganello, Petruzzella si è espresso così: «La stragrande maggioranza degli appalti sono stati fatti in Ticino e siamo stati molto attenti alle questioni formali. Riguardo ai subappalti le direttive erano chiare. In alcuni casi era possibile effettuarli ma a patto di notificarli. Quando siamo venuti a conoscenza delle irregolarità – cioè di un secondo subappalto non notificato – abbiamo fermato il cantiere chiedendo a Garzoni di sistemare la questione. E la cosa è poi stata sistemata sotto un profilo formale. Ci è dispiaciuto molto per l’accaduto, ma esclusa questa brutta storia, i cantieri sono stati un successo e la ditta Garzoni ha fatto da parte sua un buon lavoro».

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