Ticino

'Niente solidarietà a Borradori?'. La Lega abbandona l'aula

Boris Bignasca denuncia 'l'assalto dei teppisti dello Csoa' e con il gruppo lascia i lavori parlamentari

Banchi vuoti
1 giugno 2021
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All'indomani della manifestazione degli autogestiti, ieri sera, in via Motta sotto la casa del sindaco di Lugano Marco Borradori, oggi il granconsigliere e capogruppo della Lega, Boris Bignasca, è intervenuto sollevando come il Parlamento per mezzo dell'Ufficio presidenziale non ha dato la sua totale solidarietà a Borradori.  Bignasca ha parlato di "assalto a via Motta da parte dei teppisti dello Csoa", qualificando "di una gravità inaudita" quanto messo in atto dai manifestanti ieri sera in risposta alla demolizione dell'ex Macello avvenuta sabato notte. 

Il gruppo della Lega in Gran Consiglio ha chiesto, dunque, al presidente Nicola Pini di esprimere - in apertura di seduta - piena solidarietà al sindaco di Lugano, "minacciato solo per aver esercitato le sue funzioni di membro dell'esecutivo democraticamente eletto dai cittadini, il tutto di concerto con la maggioranza dell'esecutivo", "solidarietà che va estesa a tutti i municipali, a tutte le forze dell'ordine e a tutte/i le cittadine/i onesti che da anni sono costretti a vivere nella paura per colpa dei teppisti dello CSOA". Boris Bignasca ha proseguito: "condanniamo la violenza dei teppisti dello Csoa che hanno solo negli ultimi mesi perpetrato tutta una serie di inciviltà e di reati: perturbazione del traffico ferroviario, lesioni a una giornalista, occupazione di stabili altrui privati e pubblici, manifestazioni non autorizzate, minacce, danneggiamenti, sommossa, aggressioni ai danni delle forze dell'ordine e tanto altro".

Risultato?  Il gruppo della Lega ha deciso di abbandonare l'aula del Gran Consiglio "perché non riteniamo di poter continuare a esercitare il nostro mandato democratico se sottoposti a costanti minacce per la sola colpa delle nostre idee". 

L’Aventino leghista spiegato dalla vicecapogruppo Sabrina Aldi: 'Siamo senza parole'

È scurissima in volto la vicecapogruppo della Lega Sabrina Aldi nei corridoi del Gran Consiglio, immediatamente dopo l’uscita dall’aula del gruppo leghista. «È stata una decisione convinta e unanime di tutti noi - risponde alla ‘Regione’ -, perché dall’Ufficio presidenziale non è giunta la convinta e forte solidarietà che ci aspettavamo non solo per il politico Marco Borradori, ma per l’uomo Marco Borradori. È una questione umana oltre che politica, siamo senza parole. E finché la situazione non si risolverà noi non rientreremo e non parteciperemo ai lavori». 


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