Ticino

Preventivo 2021, il primo di tanti rossi

Senza interventi nel medio periodo, i disavanzi rischiano di diventare strutturali. Domani la Gestione esaminerà tutti gli emendamenti

Gran Consiglio riunito al mercato coperto di Mendrisio (Ti-Press)

Il rapporto sul preventivo 2021 è il risultato di un esercizio impegnativo fatto «nel tentativo di trovare un compromesso che consentisse al Consiglio di Stato e all’amministrazione di essere operativa anche dal primo di gennaio». Così il relatore Matteo Quadranti (Plr) sulla discussione di entrata in materia sui conti del Cantone che chiudono con un previsione di deficit di quasi 231 milioni di franchi e una prospettiva, per il prossimo quadriennio, stando al Piano finanziario, di un ulteriore debito cumulato di un miliardo di franchi che si aggiungerebbe agli attuali due miliardi di franchi di debito pubblico. A ogni modo, l’invito del relatore è quello di approvare il documento così come è uscito dalla Commissione della gestione e delle finanze. «La situazione è critica ed è causata prevalentemente dalla crisi economica frutto di quella sanitaria», ha spiegato Quadranti chiedendo al parlamento di dare fiducia al governo sulle misure che verranno concordate e presentate entro la fine del prossimo giugno. Gestione e governo sono consapevoli che questi risultati non sono procrastinabili a lungo. «La situazione finanziaria è critica ma non possiamo improvvisare ora tagli o investimenti», ha avvertito ricordando che «la spesa sociale non è esplosa, la disoccupazione non ha avuto grossi scostamenti rispetto a quanto immaginato, come pure i fallimenti». Nei prossimi giorni, infine, dovrebbe arrivare anche il messaggio del Consiglio di Stato sui cosiddetti casi di rigore discussi a livello federale. Misure che serviranno a contrastare gli effetti economici negativi del coronavirus. 

Proprio riguardo agli aiuti finanziari Alessandro Speziali, presidente del Plr, ha auspicato durante il suo intervento che sia possibile attingere il prima possibile alle ulteriori risorse economiche annunciate dalla Confederazione, le quali implicano anche una partecipazione da parte dei cantoni. A nome del proprio partito, Speziali ha sostenuto il messaggio riguardo ai conti preventivi 2021, «nella speranza che nei prossimi mesi sapremo orientare la nostra progettualità, fatta di scelte e rinunce». Speziali ha infatti ricordato che il territorio ticinese è pieno di risorse che possono contribuire allo sviluppo del cantone, fra cui centri di ricerca, università e aziende che operano nei campi delle tecnologie, delle scienze biomediche e di quelle umane. Al riguardo ha precisato l’importanza della formazione, che sta alla base della creazione di professionisti in grado di resistere alla concorrenza del mercato del lavoro. Inoltre Speziali ha spiegato che è fondamentale mantenere la salute e la prosperità delle realtà aziendali ticinesi, che danno la possibilità ai giovani di ottenere un posto di tirocinio. Il presidente del Plr si è inoltre soffermato, fra gli altri, sugli emendamenti proposti dalla Lega. Riguardo al blocco temporaneo degli scatti salariali di alcuni segmenti dell’amministrazione si è detto piuttosto favorevole a patto di «capire se convenga limitare la misura al ruolo di dirigente, o se invece applicarla a coloro che si trovano già a buon punto della propria crescita salariale, senza penalizzare chi invece si trova ai primi scalini della propria progressione, indipendentemente dalla funzione». Anche per quanto concerne il blocco delle assunzioni negli uffici cantonali per il Plr non ci sono tabù, a patto che non venga ostacolato il funzionamento delle attività legate alla pandemia e quelle degli uffici che serviranno nel momento del rilancio.  

Meno accondiscendente, sulla linea attendista e governativa, è apparso Boris Bignasca che è intervenuto a nome della Lega. Ricordiamo che il capogruppo Michele Foletti ha rassegnato le dimissioni proprio in polemica con la posizione del suo partito. «Attenzione, ha avvertito Bignasca, stiamo andando a spendere i soldi dei contribuenti in un momento in cui il paese sta soffrendo». «La disoccupazione non è aumentata? A me risulta, dai dati della Seco (Segreteria di Stato per l’economia, ndr), che ci sono duemila persone in più alla ricerca di lavoro con il rischio che aumentino i casi in assistenza», ha affermato citando i dati sul debito pubblico in aumento (+50%) e quello occulto che pesa sulla cassa pensione dei dipendenti dello Stato. Da qui la proposta di approvare il Preventivo solo se il Parlamento accetti gli emendamenti presentati dal suo gruppo politico: blocco degli scatti salariali per i dipendenti pubblici e quello delle assunzioni.

Favorevole al progetto di Preventivo così come accettato dalla Gestione i popolari democratici. Maurizio Agustoni, capogruppo Ppd, ha sottolineato come la pandemia «ha avvelenato la nostra società confrontandoci quotidianamente con la morte». «L’aspetto economico è solo minimamente governato da noi. Dalle grandi crisi, la storia lo insegna, si esce in modo rapido. Sono gli aspetti psicosociali quelli con cui dovremo fare i conti a lungo», ha affermato Agustoni ricordando che il disagio psichico giovanile è aumentato come anche la precarietà delle donne lavoratrici. Da qui - ha detto l’esponente popolare democratico - la sfida principale è d'infondere speranza. La natalità, per esempio, è diminuita del 15% in cinque anni. Ricordando che i vincoli di bilancio non potranno essere rispettati, se non con tagli per 100 milioni l’anno. Da qui la richiesta di indennizzi a chi è stato colpito dalle chiusure e limitazioni decise dalla Confederazione. Indennizzi hce dovranno essere elargiti in primis da Berna e solo in seconda istanza dal Cantone. «È impensabile lasciare morire il tessuto economico sull'altare dell’equilibrio finanziario», ha concluso Agustoni affermando che in questo momento non si giustificano né tagli di spesa, né aumenti d'imposta. 

Ivo Durisch, capogruppo Ps, sostenendo il Preventivo 2021, ha affermato che «questo voto non è una cambiale in bianco al Governo, ma un atto dovuto alla popolazione». «Attendiamo il messaggio sulla rendita ponte Covid19 e ci aspettiamo aiuti per gli affitti commerciali». Da qui la richiesta di evitare ulteriori sgravi fiscali (70 milioni l’anno dal 2025, ndr) e di permettere alla Cassa pensioni dello Stato di mantenere gli impegni nei confronti dei futuri pensionati. Durish, pur affermando che non bisogna sperperare risorse pubbliche e far pesare il debito sulle future generazioni, esclude i tagli lineari proposti dall’Udc. «L’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno. Unità, vicinanza e solidarietà sono state le parole del governo degli ultimi mesi. Ora seguano i fatti, senza grettezza e parsimonia meschina», ha concluso. 

Paolo Pamini, a nome dell’Udc, ha ricordato che prima o poi bisognerà fare i conti con il risanamento finanziario. «Mancheranno 200 milioni di franchi l’anno», ha affermato. Da qui la proposta di azzerare subito l’autofinanziamento negativo pari a 22 milioni con tagli lineari presentando un emendamento in materia. «Si possono trovare facilmente senza trucchi contabili alla greca», ha affermato. 

Critici anche i Verdi. Samantha Bourgoin, usando una metafora, ha paragonato la situazione sociale, sanitaria e finanziaria all’incendio di un condominio. Incendio da domare per evitare conseguenze più gravi.

Contrari a conti preventivi il Movimento per il Socialismo e il Partito comunista.

La posizione del Governo

Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, ha invece ricordato che una riforma dell’attività dell’amministrazione si imporrà nei prossimi mesi anche alla luce della crisi, facendo intendere che comunque il Preventivo va approvato così com’è. 

Per il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, il consigliere di Stato Christian Vitta, le previsioni non sono ancora certe. «Ci saranno scostamenti anche importanti nei prossimi mesi e anni, ma una cosa è certa: stiamo conoscendo una rottura della dinamica economica», ha avvertito Vitta. Un primo effetto lo si è già visto con il disavanzo registrato nel preconsuntivo  2020. Ma anche il modo di fare economia cambierà. «Le riforme non si possono fare con il preventivo. Puntualmente - ha continuato - ci saranno degli interventi come quello sulla rendita ponte (9,6 milioni tra Cantone e Comuni, ndr) e quello sui casi di rigore. Il Ticino - ha affermato Vitta - metterà a disposizione il massimo possibile tra l’importo a suo carico e quello della Confederazione. Il messaggio verrà presentato la prossima settimana. «A ogni modo non è possibile aumentare all’infinito il debito pubblico, ma agiremo in modo proattivo senza subire gli eventi anche perché i disavanzi non si risolveranno da soli. Il Consiglio di Stato - ha ricordato Vitta - ha già incaricato un gruppo di lavoro per definire questo percorso di risanamento. Il responsabile del Dfe non ha parlato di patto di Paese, ma di «partecipazione politica attiva e responsabile». «Anche le proposte di emendamento saranno uno spunto interessante, da prendere in considerazione nelle valutazione delle misure che saranno presentate nei prossimi mesi», ha concluso.

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