Ticino

Italia, zone rosse: la Polizia cantonale monitorerà la situazione

Gobbi chiede a Berna controlli ai confini e annuncia la collaborazione della PolCantonale, che ci spiega i suoi compiti in supporto alle Guardie di confine

Ti-Press
5 novembre 2020
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Da mezzanotte, in Italia, Lombardia e Piemonte sono considerate ‘zone rosse’. Con conseguenze anche per il Ticino. Il presidente del governo e direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi spiega una volta per tutte che «non sarà più possibile recarsi in queste regioni per incontrare amici, famigliari o fare la spesa». E che, verso la Svizzera, «queste nuove regole fissano come motivo di transito solo questioni lavorative e di studio». Quindi «dati gli intensi flussi di persone che attraversano ogni giorno i nostri confini ci siamo attivati presso il Consiglio federale per chiedere misure di controllo alla frontiera per tutelare il nostro territorio e rendere più efficace il dispositivo introdotto in Italia».

Ma quali richieste sono state formulate a Berna? «Controlli coordinati con le autorità italiane in entrata e uscita dal confine - ribadisce Gobbi -. Il corpo federale delle Guardie di confine dovrebbe a questo scopo assicurare da subito una presenza fisica continuata ai valichi stradali, ferroviari e della navigazione». Di più: «Il Consiglio di Stato ha già comunicato al Consiglio federale la propria disponibilità a supportare i controlli tramite la Polizia cantonale». Rispondendo a domanda della ‘Regione’ su come si svolgeranno questi controlli, il direttore del Di ricorda che «avere un permesso di lavoro da frontaliere non corrisponde ad avere un lavoro, e ultimamente da quando le regioni con noi confinanti hanno iniziato a chiudere abbiamo notato un aumento di turismo commerciale o di persone che venivano qui a cena. Questo non può essere tollerato: se il motivo del viaggio è solo il lavoro, non si possono svolgere altre attività. L'invito alle aziende è quindi di comunicare che il viaggio è casa-lavoro, lavoro-casa. Si tratta di rispettare il nostro territorio e la popolazione che è preoccupata». L'obiettivo di Gobbi è «evitare che la gente possa muoversi in maniera immotivata e che almeno da lunedì Berna attivi questi controlli e questa attività di sensibilizzazione».

‘In un secondo tempo saranno valutati i provvedimenti da attuare, anche di controllo’

Ma resta un punto aperto: quali sono i compiti della Polizia cantonale? E se «gli ordini sono già stati impartiti», come detto da Gobbi in conferenza stampa, come sono stati recepiti? Abbiamo girato la domanda alla Polizia cantonale stessa, la quale ci risponde che da parte sua “nei prossimi giorni sarà monitorata la situazione in collaborazione con il Corpo delle Guardie di confine, a cui competono i controlli alla frontiera, e le forze di polizia italiane. Questo sia attraverso le pattuglie sul terreno sia attraverso i mezzi tecnici di cui dispongono le forze dell’ordine. In quest’ambito, in base a quanto sarà deciso a livello federale nonché in base ai risultati del monitoraggio, saranno in un secondo tempo valutati i provvedimenti da attuare, quali ad esempio il ripristino del dispositivo di controllo messo in atto lo scorso marzo”. Monitoraggio, quindi. Per i controlli si vedrà.

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