Ticino

Crac, dal Perito una trentina di segnalazioni alla Procura

Lotta ai fallimenti fraudolenti, lo specialista voluto dal Dipartimento istituzioni e operativo dall'agosto 2019 ha esaminato finora un centinaio di incarti

14 ottobre 2020
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Sono trascorsi appena tredici mesi, ma il lavoro non è certo mancato al Perito contabile anti-crac fraudolenti o ‘pilotati’, figura voluta dal Dipartimento istituzioni, con l’ok del Consiglio di Stato, per rendere maggiormente incisiva, in collaborazione con la magistratura, la lotta agli illeciti fallimentari in Ticino. Figura incarnata, dall’agosto del 2019, da Peter Ranzoni, economista, e inserita nell’organico della Divisione della giustizia diretta da Frida Andreotti. «Il bilancio è senz’altro positivo – annota Andreotti, contattata dalla ‘Regione’ –. Nell’arco di un anno il Perito ha esaminato un centinaio di incarti segnalati come possibilmente problematici dai gestori fallimentari su un totale di un migliaio circa di procedure fallimentari. Del centinaio di incarti vagliati da Ranzoni, che vanta una lunga esperienza in ambito bancario e un Master alla Supsi in Diritto economico e business crime, una trentina ha dato origine a segnalazioni al Ministero pubblico. Oltre una ventina di incarti sono invece ancora oggetto di valutazioni da parte del Perito per ipotesi di reato quali bancarotta fraudolenta, cattiva gestione e omissione di contabilità. Oltre a questi illeciti tipicamente fallimentari, sono emerse ipotesi di reato di falsità in documenti, appropriazione indebita, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori, riciclaggio e uso improprio di credito Covid-19».

I crac fraudolenti «rappresentano attualmente una minoranza nel computo globale delle procedure fallimentari aperte nel nostro cantone, che per quanto concerne il 2020 sono finora oltre 750», puntualizza dal Dipartimento istituzioni la responsabile della Divisione giustizia. Che tuttavia avverte: «Costituiscono una minoranza, ma per i loro effetti nefasti sul sistema socio-economico e sull’opinione pubblica, non possono e non devono essere sottovalutati». L’introduzione, lo scorso anno, della figura del Perito contabile o Perito dei fallimenti si inserisce, sottolinea Andreotti, «in una strategia di contrasto ai reati fallimentari che poggia anzitutto su una rafforzata collaborazione tra i vari uffici della Divisione (quelli dei fallimenti, delle esecuzioni e del registro di commercio) e altre autorità, nell’ottica di procedure coordinate per migliorare la lotta contro i dissesti societari fraudolenti o pilotati».

Andreotti: ‘Collaborazione proficua con il Ministero pubblico’

In questo primo anno di attività del Perito «si è quindi instaurata una cooperazione proficua con il Ministero pubblico». Con la Procura, prosegue Andreotti, «sono state stabilite preliminarmente le modalità per la verbalizzazione e per le segnalazioni da parte del Perito degli incarti che ritiene penalmente rilevanti, così da agevolare e rendere più efficace l’azione dei magistrati inquirenti». Da parte del Ministero pubblico «c’è una sensibilità accresciuta sul tema, confermata anche da una formazione specifica, in ambito fallimentare, organizzata per i procuratori pubblici, nonché dalla volontà di operare sulla base del ‘modello di Zurigo’, un sistema standardizzato, applicabile facilmente, per sanzionare i comportamenti penalmente rilevanti nell’ambito dei fallimenti che presentano cattiva gestione in particolare. Un modello estendibile al reato di omissione di contabilità». I casi fin qui segnalati al Ministero pubblico dal Perito quali realtà economiche coinvolgono? «In primis, stando perlomeno alla tendenza fin qui riscontrata, i settori dell’edilizia e della ristorazione, cui si aggiungono il settore sociosanitario, quello informatico e quello del commercio di materie prime», rileva la direttrice della Divisione giustizia.

Divisione che, assicura Andreotti, «continuerà, in attesa di ulteriori norme legislative efficaci da parte della Confederazione, a promuovere prevenzione e formazione». Fra l’altro sensibilizzando sulle conseguenze degli illeciti fallimentari «chi si appresta a cominciare un percorso imprenditoriale». In tal senso, indica ancora la responsabile della Divisione giustizia, «il nostro Perito è intervenuto nell’ambito dei corsi ‘Fondounimpresa’. Stiamo inoltre valutando delle collaborazioni con varie associazioni di categoria». Non solo: «Come Dipartimento, facciamo anche appello alla responsabilità individuale. I cittadini possono informarsi sulla solidità di una ditta rivolgendosi agli Uffici esecuzione, chiedendo l’estratto solvibilità in caso di comprovato interesse, e al Registro di commercio: dall’estratto pubblico, consultabile pure online, si possono apprendere i nomi delle persone che amministrano le società e la ‘storia’ di queste ultime». Sul piano normativo, Andreotti segnala «una revisione in corso a livello federale del diritto dell’esecuzione e del fallimento, ispirata da una mozione del 2011 inoltrata dall’allora consigliere agli Stati Hans Hess e denominata “Fallimenti: impedire gli abusi”, che postula la creazione, da parte del Consiglio federale, delle basi legali affinché non sia più possibile dichiarare il fallimento per sottrarsi ai propri obblighi. Il relativo, favorevole, messaggio governativo è del giugno dell’anno scorso. Le discussioni in seno alla Commissione affari giuridici degli Stati proseguiranno nella primavera del prossimo anno. Il Consiglio di Stato ha chiesto alla Deputazione ticinese alle Camere di sostenere in maniera convinta il messaggio». Illeciti fallimentari: tra repressione, prevenzione e prospettate riforme legislative.

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