Ticino

Telelavoro, c'è chi mette paletti per limitarne l'accesso

Interpellanza del deputato Raoul Ghisletta (Ps). Chiesti lumi al Consiglio di Stati su direttive restrittive nell'Amministrazione cantonale

Lavoro da casa, strumento indispensabile durante il Lockdown (Ti-Press)
1 ottobre 2020
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"È a conoscenza di direttive e circolari interne di Divisioni, Sezioni e Uffici cantonali che interpretano e limitano il raggio di azione del regolamento sul telelavoro? Le ha approvate? Perché tali direttive non sono trasmesse al sindacato e non sono sottoposte alla consultazione dei sindacati prima di essere varate, nella misura in cui interpretano e limitano il raggio di azione del regolamento sul telelavoro?" Sono le domande poste dal deputato socialista Raoul Ghisletta al Consiglio di Stato. Il telelavoro si è dimostrato uno strumento indispensabile durante la fase di Lockdown e il sindacato ha proposto di migliorare le condizioni di accesso allo stesso e le condizioni materiali del suo esercizio dopo aver effettuato una consultazione degli impiegati cantonali affiliati, che hanno manifestato molto interesse al tema. La questione ora passerà al vaglio del Consiglio di Stato, che potrà decidere se e come modificare il regolamento sulla base delle indicazioni sindacali. Suscita tuttavia preoccupazione il fatto che, secondo Ghisletta, vi sarebbero Divisioni, Sezioni e Uffici cantonali che limitano con direttive interne la possibilità per i propri collaboratori di accedere al telelavoro, ad esempio in base a criteri geografici. Queste direttive restrittive non vengono trasmesse al sindacato e tantomeno sottoposte a consultazione, cosa che svuota ovviamente il lavoro di partenariato sociale fatto sul regolamento relativo al telelavoro.

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