laR+ Ticino

'Precetti esecutivi, la giurisprudenza andava cambiata'

Parla l'avvocato Rossano Guggiari, legale del caso sfociato nel reato penale di tentata coazione confermato dal Tribunale federale

(Ti-Press)
2 settembre 2020
|

«Le sentenze del Tribunale federale si accettano, ci mancherebbe altro, ma si possono commentare in quanto contribuiscono ad arricchire la giurisprudenza e il dibattito pubblico. Ed è proprio per cercare d'innovare la giurisprudenza della massima istanza giudiziaria svizzera che abbiamo ricorso contro la decisione della Corte di appello e revisione penale del Cantone Ticino, con la quale si condannava il mio cliente per tentata coazione». Così l'avvocato Rossano Guggiari, patrocinatore del titolare di un'impresa che lavora nel ramo edile coinvolto in una lite per difetti di costruzione combattuta a colpi di precetti esecutivi (cfr. laRegione del 25.8.2020), uno dei quali giudicato dal Tribunale federale all'origine della tentata coazione (art. 181 del Codice penale). «La massima istanza giudiziaria si è basata ancora una volta sul principio della ‘media sensibilità’ personale, secondo la quale essere oggetto di un precetto esecutivo per un importo importante, costituisce, al pari di una querela penale, una fonte di tormenti e un peso psicologico importanti. Un tale precetto - afferma la giurisprudenza - è pertanto suscettibile di spingere una persona di ‘media sensibilità’ a cedere alla pressione a cedere alla pressione e dunque intralciarla in modo sostanziale nella sua libertà di decisione o di azione», spiega Guggiari. Ma proprio qui sta il punto. Chi è una persona di ‘sensibilità media’?. «Non di certo la persona che nella controversia con il mio cliente ha ricevuto il precetto, visto che si tratta di un avvocato e dunque non sicuramente impressionabile o condizionabile da un precetto esecutivo. Insomma, non si tratta obiettivamente di ‘una persona di sensibilità media’», aggiunge l'avvocato Guggiari che ricorda che le sentenze di natura penale, ma non solo, «sono una sorta di vestito su misura». «Bisogna tenere presente non solo la norma e la giurisprudenza in vigore, ma anche il contesto in cui è maturata la controversia e le persone coinvolte. Minacciare di vie di fatto un ragazzino inerme o il campione dei pesi massimi non è la stessa cosa e non suscita i medesimi timori». «Per questa ragione credevamo che fosse giunto il momento di innovare la giurisprudenza del Tribunale federale di Losanna, come è già accaduto in altri casi in passato», aggiunge il legale. «L’automatismo non va mai bene in materia penale», afferma l'avvocato Guggiari, che ricorda che proprio quello che prevedeva almeno un anno di reclusione per il reato di pirateria stradale (‘Via sicura’, ndr) sta per essere eliminato, questa volta per via legislativa. Il Consiglio federale lo scorso 12 agosto ha approvato e presentato il messaggio di modifica delle normative penali relative alla circolazione stradale. «Sarà il giudice con la sua autonomia, come è giusto che sia, a comminare la pena tenendo conto di eventuali attenuanti o aggravanti e non più in modo automatico», conclude Guggiari.

La vicenda

Ricordiamo che la vicenda dei precetti giunta fino al Tribunale federale era nata nel corso del 2015, quando due coniugi avevano contestato la corretta esecuzione del contratto d'appalto relativo alla costruzione della loro abitazione. Secondo i coniugi la casa avrebbe presentato diversi difetti di cui la ditta del cliente dell'avvocato Guggiari, unitamente ad altre imprese, sarebbe stata una delle potenziali responsabili. Allo scopo di interrompere il termine di prescrizione, il legale dei due coniugi ha avviato, in nome e per conto dei suoi clienti, una procedura esecutiva nei confronti di tutte le imprese intervenute nell'edificazione dell'opera. L'avvocato della coppia figurava nel precetto esecutivo quale rappresentante dei creditori. Pochi giorni dopo il presidente della ditta in questione ha a sua volta avviato una domanda di esecuzione nei confronti dell'avvocato della coppia per 'danni da ingiusta esecuzione' e contemporaneamente ha fatto spiccare altri precetti esecutivi anche contro ognuno dei due coniugi. Nel frattempo ci sono due diffide nei confronti del titolare della ditta a ritirare il precetto nei confronti del legale. Passano tre anni (siamo nel 2018) e in seguito a questi fatti il Procuratore pubblico emana un decreto d'accusa ritenendo l'imprenditore autore colpevole di tentata coazione. Giudizio ribaltato in Pretura penale, ma confermato dalla Corte di appello e revisione penale e ora dal Tribunale federale.

 

 
 
 
 
 
 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE