Ticino

La scuola riparte tutta in presenza

Sul tavolo si tengono pronte altre due opzioni (ibrida e in remoto) che si spera di non usare

Manuele Bertoli, direttore del Decs (foto Ti-Press)

La riapertura della scuola è alle porte è il Ticino, al pari di altri cantoni svizzeri, ha optato per le lezioni in presenza pur mantenendo la possibilità di far scattare i piani b e c, ovvero la scuola ibrida (con metà classi in presenza e le altre a distanza) e quella solo in remoto. «Siamo coscienti che l’incertezza generata dalla pandemia Covid-19 ha ancora un peso importante. Ciò nonostante la scuola ticinese riapre in ’presenza’ per assolvere integralmente il proprio mandato che consiste nel garantire a tutti gli allievi uguali condizioni per un apprendimento di qualità», ha affermato Manuele Bertoli, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) durante la tradizionale conferenza stampa per l’inizio dell’anno scolastico. «Grazie alla definizione di appositi e specifici piani di protezione, istituto per istituto, la ripresa regolare delle lezioni è oggi possibile in aula garantendo la necessaria sicurezza sanitaria e grazie all’impegno di tutte le componenti scolastiche, nessuna esclusa», ha continuato Bertoli. Nel frattempo il Decs ha definito due scenari alternativi (scuola ibrida e scuola solo a distanza) pronti per essere messi in pratica se il Consiglio di Stato lo ritenesse necessario. «Si tratta anche in questo caso di garantire un ponderato equilibrio tra sicurezza sanitario e ’benessere educativo’», ha aggiunto il direttore del Decs.

Mascherine e quarantene da rientro

L’applicazione ’SwissCovid’ per il tracciamento è fortemente consigliata a tutti gli attori della scuola (ragazzi e docenti) come pure l’uso delle mascherine anche se in modalità diverse a seconda dell’età dei ragazzi. «Per i docenti vige l’obbligo di indossare le mascherine di protezione solo negli spazi comuni», ha ricordato Bertoli. Per quanto riguarda invece le scuole elementari e dell’infanzia, il porto della mascherina è sconsigliato. Rimane facoltativo per gli allievi delle medie e del postobbligo (salvo nelle aule in cui non è possibile rispettare le distanze). Le mascherine per i docenti sono messe a disposizione gratuitamente a tutti docenti cantonali e comunali, mentre ogni allievo del postobbligo riceverà dieci mascherine. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, il porto della mascherine dopo i dodici anni è obbligatorio. Non lo è per il trasporto organizzato dalle stesse scuole.

Infine, chi rientra in Svizzera dopo aver soggiornato in uno Stato o una regione con rischio elevato di contagio negli ultimi 14 giorni deve, nell’ordine, notificare la propria entrata all’autorità cantonale competente (ufficio del medico cantonale) e mettersi in quarantena per dieci giorni. «Non siamo poliziotti, ma la scuola è tenuta - in caso di malattia - a segnalare all’ufficio del medico cantonale il caso. Chi non osserva la quarantena o l’obbligo di notifica commette un’infrazione ai sensi della Legge sulle epidemie, che può portare a una multa anche salata», precisa ancora il direttore del Decs.

Informatica al liceo e stipendi più alti per i supplenti

La scuola, pur nella nuova normalità determinata dalla misure di protezione, dovrà continuare ad assolvere al proprio mandato educativo. «L'emergenza Covid, anche nel caso dovesse acuirsi e richiedere uno o più cambi di scenari, non modifica compiti e finalità della scuola», afferma il consigliere di Stato Manuele Bertoli. Tra le novità imminenti si segnala il messaggio che il consiglio di Stato ha da poco licenziato sugli scambi linguistici e la mobilità all'interno della Svizzera. Quello dello scambio di studenti - ha ricordato Bertoli - è un modo per migliorare le competenze linguistiche dei ragazzi ticinesi soprattutto per quanto riguarda le lingue nazionali. Anche l'insegnamento bilingue verrà potenziato sia nella scuola pubblica, sia in quelle private. Novità anche per quanto riguarda i salari dei supplenti che da quest'anno sono stati aumentati per adeguarli alla nuova legge stipendi dei docenti. «Speriamo che sia un modo per rendere più attrattiva la professione», ha commentato Bertoli. 

L'altra novità importante è data dall'introduzione dell'informatica nella griglia orari dei licei a partire da quest'anno scolastico. «Si tratta di un corso obbligatorio d'informatica - ha ricordato Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola e coordinatore del Decs - che non sarà trattata come una disciplina tecnica, ma intende stimolare lo studente a costruire un legame il più solido tra le conoscenze relative alle basi tecnologiche e le conoscenze di ordine etico, culturale, sociale ed economico correlate».

Sempre a proposito di tecnologie, durante il lockdown primaverile, le infrastrutture informatiche (connessioni di rete, server, piattaforme di insegnamento, videoconferenze) e i dispositivi digitali si sono rivelati fondamentali per assicurare l'insegnamento. Queste infrastrutture sono state potenziate durante l'estate e ancora lo saranno fino alla fine di dicembre. Questo sempre tenendo conto della possibilità - che si spera remota - di passare agli scenari due e tre (scuola ibrida e a distanza, ndr). Per agevolare l'acquisto di computer con i requisiti necessari per affrontare eventuali ulteriori periodi di scuola a distanza, nel corso del mese di agosto, tramite produttori e negozianti, sono stati messi in vendita computer portatili a prezzi agevolati per tutti gli studenti e docenti delle scuole cantonali. Questi ultimi - ha ricordato ancora Berger - hanno seguito corsi di formazione via web organizzati dal Centro delle risorse didattiche e digitali del Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi o all'Istituto federale della formazione professionale. Nelle scuole comunali sono stati invece introdotti dei referenti informatici di sede (definiti 'antenne') che fungeranno da punto di riferimento per gli aspetti informatici (tecnici e formativi). 

Fermiamo il virus, non la formazione!

Era questo lo slogan lanciato lo scorso maggio dalla Città dei mestieri della Svizzera italiana e che è lo spirito con il quale la Divisione della formazione professionale intende affrontare l'imminente anno scolastico per circa 11mila ragazzi, tra apprendisti e studenti a tempo pieno. «Le stime provvisorie indicano che due terzi degli allievi del settore professionale (circa 6'500) svolgono la formazione di base nella modalità duale (scuola-azienda), l'altro terzo (circa 3600) frequenta una scuola professionale a tempo pieno. Altri 1300 allievi frequentano invece una scuola specializzata superiore», ha ricordato Paolo Colombo, direttore dalla Divisione della formazione professionale. A settembre saranno 3'600 gli allievi (non tutti provenienti dalla scuola media) che entreranno per la prima volta in un percorso di formazione professionale. All'apprendistato classico in azienda sono interessati in circa 2'500 che è l'obiettivo - in termini di contratti di tirocinio - che la il Decs si è dato per ottobre di quest'anno. «Vi sono ancora 700 nuovi contratti da sottoscrivere per arrivare all'obiettivo», sottolinea Colombo che ricorda come la situazione economica (Pil in caduta, ndr) e quella sanitaria legata al Covid-19 non aiutano. Anche il fabbisogno di nuovi docenti alle scuole professionali dipende anche da quanti ragazzi seguiranno un percorso professionale duale. «È anche per questa ragione che si è andati un po' lunghi nel processo di selezione dei docenti», ricorda Colombo.

Infine c'è il capitolo ristorazione scolastica che subirà i contraccolpi dei piani di protezione anti-Covid: distanziamento, posate nel 'sacchettino' e addio al buffet. Nel settore medio, i posti a sedere resteranno gli stessi di prima (tranne per i docenti). «Nel settore medio-superiore e post-obbligatorio è stato invece inserito il distanziamento di un metro e mezzo per ogni posto a sedere», ha evidenziato Giorgio Franchini, capo della Sezione amministrativa. Inoltre ci saranno delle "navicelle di ristorazione" per portare dei pranzi freddi ai piani superiori o ai lati della mensa. Ci saranno poi aule che la direzione fornirà dove consumare i pasti in sicurezza, anche portati da casa».

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