Ticino

Le case di vacanza piacciono in affitto

Il settore immobiliare sta riprendendo a girare a pieno regime dopo il lockdown. Giuseppe Arrigoni (Svit-Ticino): 'Ma procedure esecutive in aumento'

(foto Ti-Press)

«A due mesi dalla fine del lockdown stiamo notando un interesse accresciuto da parte di chi aveva intenzione di comprare casa o di prenderne una in affitto. Con il blocco quasi totale degli scorsi mesi, ora il lavoro degli operatori del mercato immobiliare sta ripartendo a pieno regime». Così Giuseppe Arrigoni, fiduciario immobiliare e presidente di Svit Ticino, l’associazione di categoria. Dati precisi sulle transazioni immobiliari relativi al secondo trimestre dell’anno non ce ne sono ancora. Gli ultimi disponibili e a cura dell’Ufficio cantonale di statistica riguardavano i primi tre mesi dell’anno quando si era alla vigilia dell’emergenza sanitaria determinata dall’epidemia di coronavirus.

In particolare l’Ustat segnalava un calo delle transazione pari al 5% rispetto allo stesso periodo del 2019, ma un sensibile aumento (+4,1%) del valore delle stesse. In media le transazioni, tra appartamenti (Ppp), case (fondi edificati) e terreni (fondi non edificati), sono poco più di un migliaio al trimestre. «Dal mio punto di osservazione noto una certa ripresa del mercato della compravendita, ma è anche dovuto al fatto che si è stati praticamente fermi per quasi due mesi e adesso arriva un po’ tutto insieme», continua Arrigoni. «Dipende anche dal segmento di mercato», precisa il presidente di Svit Ticino. Quello che in questo momento sta andando molto bene è quello medio-basso (sotto gli 800 mila franchi, per intenderci). «Questo è un mercato in cui si riesce a vendere e comprare abbastanza bene. Quello dove si fa ancora fatica è invece il segmento alto: ville e appartamenti di alto standing», sottolinea l’esperto immobiliare.

E per quanto riguarda le residenze secondarie. C’è un ritrovato interesse per le valli e le località di villeggiatura ticinesi?

Sicuramente per quanto riguarda l’affitto di questi oggetti, sì. Meno per l’acquisto. Molti di coloro che avevano messo in vendita le loro case di vacanza nei mesi scorsi, hanno trovato un’alternativa nella locazione anche per periodi lunghi: tre-sei mesi e non solo per i classici quindici giorni d’estate. La domanda è molto elevata per le valli, il Locarnese per esempio, ma anche la Valle di Blenio che sta conoscendo un buon afflusso di turisti.

Si tratta di clientela locale o di altri Cantoni?

Personalmente non ho mai visto così tanta gente come quest’anno in Valle di Blenio. Tanti zurighesi, ma anche ticinesi. Nel Luganese – mi dicono alcuni colleghi – sono andati molto bene gli appartamenti di vacanza a lago. Insomma, da questo punto di vista registriamo un certo fermento. 

Invece cosa vi attendete per l'autunno che non sempre è il periodo migliore per il mercato immobiliare. Solitamente si cambia casa in primavera-estate.

Dipenderà da come evolverà la situazione dell’epidemia. Noi ci atteniamo a quanto dice l’autorità sanitaria. Se la diffusione del virus rimarrà bassa e non ci sarà una seconda ondata, allora penso che la situazione si calmerà e il mercato immobiliare si riprenderà abbastanza bene. In caso contrario, non solo il settore delle compravendite subirà effetti negativi ma pure quello della locazione che è già in difficoltà da tempo per l’aumento del tasso di sfitto. Ricordo che sono circa 6mila, tra appartamenti, case e locali commerciali, gli oggetti vuoti. Molto dipende anche dal posto, dal prezzo e dall’età dell’oggetto messo sul mercato.

Negli scorsi mesi ha tenuto banco la discussione sugli affitti commerciali. Molti negozi colpiti dal lockdown hanno avuto difficoltà a onorare le pigioni.

In realtà ci sono stati tanti accordi bonali tra le parti come auspicato anche da parte nostra. Molti proprietari hanno concesso forti sconti (tra il 30 e il 40%) o addirittura annullato uno o due mensilità di affitto. Quello che notiamo è però la difficoltà degli inquilini che si trovano in lavoro ridotto o hanno addirittura perso il lavoro. Nel Mendrisiotto, per esempio, sono aumentate sensibilmente le procedure esecutive per morosità. Non si tratta ancora di un fenomeno grave, ma è in crescita rispetto allo scorso anno ed è indicatore di una situazione di crisi economica di molte famiglie. Situazioni meno gravi si registrano anche a Bellinzona, Locarno e Lugano.

Quindi per gli affitti commerciali, pur non essendoci stato un intervento pubblico come in alcuni Cantoni, si è trovata una soluzione?

Si trattava anche di dare una mano ai piccoli commercianti e salvaguardare rapporti contrattuali pluriennali. Faccio parte dell’Ufficio di conciliazione in materia di locazione e le vertenze sono state veramente poche. Segno che ci si è venuti in contro. Questo aspetto è stato sottovalutato da parte della politica. Noi come Svit Ticino ci siamo impegnati molto su questo punto. Non sempre però ci è stato dato ascolto.

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