Ticino

Bertoli: 'Confermato l'annullamento degli esami di maturità'

Il direttore del Decs dopo il 'semaforo verde' dato oggi dal Consiglio federale: "L'indirizzo resta questo, formalizzeremo il tutto in maggio"

Ti-Press
29 aprile 2020
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Sugli esami di maturità di questo anno scolastico il Ticino non cambia linea. Anzi, forte di quanto deciso oggi dal Consiglio federale, cioè che i licei cantonali avranno la possibilità di rinunciare agli esami scritti, in modo che i singoli Cantoni possano tenere conto del diverso impatto della pandemia di Covid-19, la direzione è ancor più netta. “Il Ticino ha già fatto sapere a livello intercantonale e nazionale nei contatti col Dipartimento federale che la posizione è quella di sopprimere gli esami orali e scritti”, risponde a ‘laRegione’ il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli.

Una posizione condivisa: “Sì, l’abbiamo sostenuta assieme a una serie di altri cantoni minoritari di numero, ma che rappresentano più dei due terzi dei maturandi. Insieme, abbiamo chiesto alla Conferenza svizzera dei direttori della pubblica educazione (Cdpe) di chiedere al Consiglio federale l’annullamento punto e basta degli esami”. Però, riprende Bertoli, “una maggioranza di cantoni soprattutto piccoli e della Svizzera tedesca, ma che rappresentano un terzo dei maturandi, non ha dato il suo via libera”.

In realtà “da noi ma non solo questi esami sono più un rito di passaggio, sull’attestato di maturità alcune note sono già presenti. Per ragioni di equità, perché il periodo di preparazione non è stato uguale per tutti, e per ragioni organizzative, abbiamo chiesto di andare in questa direzione”. Insomma, in Ticino l’indirizzo resta quello della scorsa settimana e, conclude il direttore del Decs, “verrà formalizzato in maggio”.

Guy Parmelin: 'Una soluzione federalista'

Le competenze riguardanti la maturità liceale sono ripartite fra Confederazione e Cantoni. La scorsa settimana Cdpe aveva reso noto di voler rinunciare agli esami orali di maturità professionale, che sono di competenza cantonale. È invece federale la decisione di rinunciare, per quest'anno, anche agli esami scritti. "Si tratta di una soluzione federalista", ha indicato il consigliere federale Guy Parmelin.

"La Confederazione avrebbe preferito una soluzione unitaria a livello nazionale al fine di garantire la comparabilità dei titoli", ritiene il governo, aggiungendo però che per favorire una decisione rapida e chiara - soprattutto per gli allievi e i maturandi - è stato stabilito quanto richiesto da Cdpe e Cantoni. "Gli esami non sono annullati per tutta la Svizzera", ha detto Parmelin, sottolineando che ora la palla passa ai singoli cantoni che dovranno decidere in fretta tenendo conto dell'evoluzione della situazione.

In questo modo, coloro che concludono i cicli di formazione di cultura generale del livello secondario II hanno la garanzia di ricevere gli attestati di maturità in autunno, in tempo per la successiva iscrizione al livello terziario, precisa il governo.

Maturità professionale

Anche la preparazione agli esami di maturità professionale - di competenza federale - è stata fortemente toccata dalla crisi del coronavirus. Dopo aver sentito i partner della formazione professionale (Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro) e la Conferenza dei rettori delle scuole universitarie (swissuniversities), il Consiglio federale ha deciso che la maturità 2020 si baserà esclusivamente sulle note scolastiche.

Sulle riaperture il Movimento della scuola dice no e rilancia

Domani pomeriggio il Consiglio di Stato dovrebbe informare sulle misure decise in merito alla riapertura delle scuole. Nell'attesa, si registra una forte presa di posizione dal Movimento della scuola: "Per ragioni di carattere organizzativo e sanitario, in una situazione di incertezza che non consente una visione chiara circa le norme igieniche e di distanza personale da rispettare, una riapertura delle scuole, anche solo parziale, suscita forti preoccupazioni e parecchi dubbi". Così recita l'appello, che il co-presidente Franco Mombelli informa essere stato sottoscritto da oltre 400 insegnanti della scuola dell'obbligo e da 8 collegi docenti dei docenti delle scuole medie (Bellinzona 1, Bellinzona 2, Camignolo, Canobbio, Lodrino, Losone, Morbio Inferiore, Stabio e l'istituto scolastico del Gambarogno).

Un appello rivolto al Consiglio di Stato che rileva come "un eventuale dimezzamento delle classi con ritmo di lezioni alternate sembra poco credibile in rapporto agli spazi disponibili e al rispetto delle misure sanitarie", come che "un sistema misto di lezioni a scuola, a distanza e accudimento appare improbabile sul piano organizzativo e forse anche poco sensato sul piano didattico". Il rientro in classe, si continua a leggere, "genererebbe problemi durante i trasporti" e "le mascherine, a meno che non siano indossate da tutti, non sono una misura efficace per evitare il contagio".

La proposta del Movimento della scuola, invece, è quella di rendere "gli spazi scolastici di nuovo fruibili", e che "si organizzino momenti di incontro in sicurezza, con pochi allievi alla volta". Occore "sostanzialmente proseguire con la scuola a distanza, garantendo un sostegno adeguato, in presenza, agli allievi che si trovano maggiormente in difficoltà". Infine, la richiesta è che "si esonerino dall'obbligo di frequenza docenti e allievi appartenenti a categorie a rischio o che vivono con famigliari vulnerabili".

Un no alla riapertura arriva anche dalle Presidenze dei collegi cantonali degli esperti e dei consulenti della Scuola media: "In questo momento, l'apertura delle aule scolastiche, con la conseguente messa in atto di un triplo registro pedagogico-didattico - l'insegnamento a distanza, in presenza e l'accudimento - rischia di disperdere ancora di più le preziose forze degli insegnanti e degli allievi, desecurizzandoli", si legge in una nota inviata oggi pomeriggio. L'apertura della scuola "come luogo fisico", pare "avventata quanto controproducente"

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