Ticino

Annullata la sessione di Gran Consiglio d'inizio maggio

Lo ha deciso l'ufficio presidenziale del parlamento tenuto conto della situazione sanitaria e dell'esiguo numero di rapporti. Si riparte il 25 maggio

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17 aprile 2020
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Il coronavirus fa saltare la sessione di Gran Consiglio prevista il 4 e 5 maggio. A deciderlo è stato oggi l’Ufficio presidenziale, riunitosi in teleconferenza. La decisione, si precisa in una nota, è stata presa "dopo aver sentito il Medico cantonale", nonché "considerata la situazione sanitaria attuale ancora precaria e tenuto conto dei pochi rapporti all’Ordine del giorno". Le prossime sedute sono in programma "il 25, 26 e probabilmente 27 maggio 2020 al Palazzo dei Congressi di Lugano, dove un’apposita Sala sarà allestita nel rispetto delle distanze sociali e di tutte le altre misure di sicurezza imposte dalla situazione".  Inoltre "a partire da lunedì 20 aprile 2020 tutte le Commissioni e l’Ufficio presidenziale, a discrezione dei Presidenti, potranno tornare a riunirsi fisicamente nella Sala del Gran Consiglio".

«Dal 25 maggio – spiega a ‘laRegione’ il presidente del parlamento Claudio Franscella – potranno riunirsi anche i Consigli comunali: la politica cantonale e quella comunale quindi si allineano. Durante la seduta del Gran Consiglio avverrà inoltre il cambio della presidenza». Il leghista Daniele Caverzasio subentrerà infatti al popolare-democratico Franscella, che chiosa: «Tutti gli atti parlamentari pendenti legati al Covid-19 sono stati intanto trasmessi al Consiglio di Stato per la loro evasione. Alla prossima seduta tratteremo anche oggetti importanti come quelli riguardanti i trasporti e l'innovazione economica».

Al Palacongressi di Lugano «è inoltre prevista la presenza dei giornalisti in uno spazio ad hoc e sarà garantita la diretta streaming per i cittadini che vorranno seguire i lavori». Alla teleconferenza di oggi, allargata ai presidenti dei partiti, hanno preso parte anche tre consiglieri di Stato: Christian Vitta, Raffaele De Rosa e Manuele Bertoli, che hanno risposto ad alcune domande. «Si è trattato del quarto incontro allargato ai presidenti di partito con il governo ed è pienamente riuscito», rileva Franscella.

Scontento della decisione di annullare la prossima seduta il Partito socialista, che "seppur comprendendo le motivazioni di natura sanitaria e legate all’età avanzata di alcuni deputati" affida a un comunicato "il proprio disappunto". Il Ps reputa "che sarebbe stato possibile procedere comunque alla seduta parlamentare, trovando una sala più adatta, garantendo il rispetto della distanza sociale e delle misure di igiene accresciuta": "Anche in una situazione d’emergenza come quella che stiamo vivendo, è fondamentale che il Parlamento possa continuare la propria attività, pur con modalità diverse dal solito, a garanzia della separazione dei poteri e per il buon funzionamento della democrazia". I copresidenti Laura Riget e Fabrizio Sirica e il capoguppo in Gran Consiglio Ivo Durisch notano infine che "la decisione dell’Ufficio Presidenziale appare contraddittoria e lascia intendere una visione secondo due pesi e due misure: perché chi lavora deve al più presto tornare ad esporsi al rischio del contagio, mentre la classe politica dovrebbe star chiusa in casa o in ufficio?"

 

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