Ticino

Argo 1, ecco le richieste di accusa e difesa

La pp Lanzillo sollecita la conferma di imputazioni e condanna. Il difensore di Sansonetti, l’avvocato Ferrari, invoca l’assoluzione

L'avvocato Ferrari e Sansonetti in Pretura (Ti-Press/Crinari)
19 dicembre 2019
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Sansonetti “ha agito a danno di un minorenne che si trovava in condizioni psicofisiche alterate”. Un minorenne “la cui legittima rabbia era da ricondurre fra l’altro alla situazione in cui si trovava all’interno del bunker di Camorino: la versione della vittima è lineare e spontanea”. Non solo, Sansonetti “con il suo comportamento ha intralciato maggiormente la libertà di azione del minorenne che non era in grado di reagire”. Sono questi alcuni dei passaggi della requisitoria della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo al processo apertosi stamane alla Pretura penale di Bellinzona a carico dell’ex responsabile operativo di Argo 1 Marco Sansonetti.

La pp Lanzillo: 'Accuse da confermare'

Lanzillo ha quindi chiesto al giudice Siro Quadri la conferma dell’imputazione di abuso di autorità, in relazione all’ammanettamento a un palo della doccia nel centro per richiedenti l’asilo di Camorino nel 2017, del turbolento minorenne eritreo, così come quella, contemplata dal decreto d’accusa al quale si è opposto Sansonetti, di infrazione alla Legge federale sull’Avs. Con riferimento a quest’ultima imputazione, Sansonetti secondo la pp “ha violato i doveri contrattuali con il Cantone e con i suoi dipendenti essendo stata versata loro parte del salario in nero”. La pp ha quindi invitato il pretore a confermare la condanna prospettata nel decreto, ovvero una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere da 30 franchi l’una, sospesa condizionalmente per un periodo di due anni.

La difesa: 'Sansonetti va assolto'

Ha invece sollecitato l’assoluzione da tutte le imputazioni il difensore di Sansonetti, l’avvocato Olivier Ferrari. Per il legale “tutti i testimoni a verbale hanno confermato il comportamento aggressivo del giovane, con insulti e minacce nei confronti dapprima degli agenti di Polizia e poi di quelli privati della ditta Argo 1 presenti sul posto”. Secondo Ferrari, Sansonetti “non ha avuto assolutamente la volontà di limitare la libertà del giovane eritreo. Libertà che era già stata privata da parte degli agenti con l’ammanettamento del minorenne”. “Non vi sono elementi concreti che dimostrano la tesi sostenuta dall’accusa”, ha sostenuto il difensore chiedendo al giudice di respingere l’ipotizzato reato di abuso di autorità. Dalla ricostruzione dei fatti “non risulta che Sansonetti abbia provocato né sbeffeggiato l’asserita vittima”.

Proscioglimento richiesto anche dall’imputazione di infrazione alla Legge sull’Avs. Sansonetti “non aveva alcun ruolo nell’amministrazione della società: non aveva neanche diritto di firma”, ha rilevato l’avvocato Ferrari. “Era a tutti gli effetti un dipendente della ditta, occupandosi solo degli aspetti operativi: era Davide Grillo (amministratore unico della Argo 1, ndr) che si occupava dell’allestimento delle buste paga. Sansonetti fungeva da postino, consegnava il denaro ai dipendenti facendo loro firmare una ricevuta. Dagli importi versati, non era a conoscenza se erano già stati dedotti gli oneri sociali”. Oltre a sollecitare l’assoluzione del proprio assistito, il legale ha chiesto 4’800 franchi a titolo di torto morale per ingiusta carcerazione e, sempre a torto morale, la somma di 50mila franchi: “Sansonetti è stato duramente toccato da questa vicenda. Anche in caso di assoluzione, chi mai lo assumerà di nuovo in Ticino?”.

Domani la sentenza 

Domani alle 15 la sentenza, preceduta dalla lettura, alle 14, del verdetto nei confronti degli agenti di Polizia che quel 21 gennaio 2017 avevano ammanettato il minorenne richiedente l’asilo.

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