Ticino

‘Spazi verdi e beni culturali, è ora di decidere’

Iniziative ‘gemelle’ ancora in parlamento. Polli (Apm): temi importanti, basta temporeggiare. Gaffuri, commissione Territorio: c’è una bozza di rapporto

10 settembre 2019
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Due iniziative popolari – riuscite entrambe, avendo raggiunto, e superato abbondantemente, il numero necessario di sottoscrizioni – che mirano a rafforzare la tutela del patrimonio paesaggistico ticinese. E per questo definite, dai rispettivi promotori, “gemelle”. Una è denominata ‘Spazi verdi per i nostri figli’, l’altra ‘Un futuro per il nostro passato’. La prima – lanciata da Cittadini per il territorio, Unione contadini e Agrifutura col sostegno di altre associazioni, tra cui Wwf, Pro Natura, Società per l’arte e la natura (Stan) e Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo (Apm) – sollecita una modifica della legge cantonale sullo sviluppo territoriale per salvaguardare le aree verdi di fondovalle risparmiate finora dal cemento: ha raccolto poco più di 14mila firme (14’064). Poco meno di 15mila (14’774) quelle racimolate dalla seconda iniziativa, promossa dalla Stan a difesa dei beni culturali immobili. Complessivamente quasi 29mila sottoscrizioni, consegnate alla Cancelleria dello Stato, in un clima festoso per gli iniziativisti visto l’elevato numero di adesioni (per l’occasione c’era pure la bandella), lo stesso giorno: lunedì 15 dicembre 2014. All’ottobre dell’anno seguente risalgono le prese di posizione del governo. Da allora le iniziative “gemelle” sono... in Gran Consiglio. «Dopo quattro anni sarebbe ora che la commissione parlamentare si pronunciasse, sottoponendo al plenum del parlamento uno o più rapporti. Sino ad oggi però nulla, eppure sono in ballo temi sensibili e importanti per la collettività», dice alla ‘Regione’ Daniele Polli dell’Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo. La quale di recente ha scritto a Consiglio di Stato e Gran Consiglio chiedendo “informazioni sull’iter politico in corso”. Tutto fermo? «Per quel che concerne l’iniziativa sulla tutela dei beni culturali, la affronteremo – spiega, da noi interpellato, il liberale radicale Sebastiano Gaffuri, presidente della commissione ‘Ambiente, territorio ed energia’ – nell’ambito dell’esame del messaggio governativo sulla modifica della legge sulla protezione dei beni culturali. Riguardo all’iniziativa ‘Spazi verdi per i nostri figli’, avremmo dovuto discutere una bozza di rapporto nella seduta di questo giovedì, che però non si terrà. Se ne riparlerà, spero, la prossima settimana».

Una bozza di rapporto del cui allestimento è stato incaricato il leghista Fabio Badasci, fa sapere Gaffuri. «Non conosco ancora i contenuti del documento di Badasci e non escludo – prosegue il responsabile della commissione parlamentare – che al plenum vengano presentati due o più rapporti. Mi auguro tuttavia che dalla commissione ne esca uno solo, con una soluzione che vada bene a tutti, in modo da evitare il ricorso alle urne». Un «compromesso», ricorda il deputato del Plr, si era tentato di raggiungerlo «nella precedente legislatura, quando la commissione di allora aveva discusso della possibilità di allestire sì dei Piani di utilizzazione cantonale per i fondivalle della Riviera, del Piano di Magadino, del Piano del Vedeggio e del Piano del Laveggio e del Gaggiolo per salvaguardare e valorizzare la zona forestale, agricola e di svago, ma senza ridurre la zona edificabile, come vorrebbe l’iniziativa. Quello della riduzione della zona edificabile è infatti un aspetto che viene già contemplato dalla nuova Legge federale sulla pianificazione del territorio, con il concetto dello sviluppo centripeto degli insediamenti, e che verrà contemplato dalle conseguenti modifiche al Piano direttore cantonale che il Gran Consiglio sta approvando. Il ventilato compromesso era stato però respinto da una parte degli iniziativisti».

Durisch: la nostra proposta per una maggiore tutela dell’ambiente

In commissione, annota il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch, primo promotore dell’iniziativa ‘Spazi verdi per i nostri figli’, «si era messo l’accento soprattutto sulla questione di un’eventuale riduzione della zona edificabile, che comunque dovrebbe già venir fatta con tutte le varianti di Piano regolatore nel caso di terreni edificabili non urbanizzati e non edificati durante gli ultimi quindici anni. Si tratterebbe tuttavia di casi sporadici, che potrebbero però avere un importante impatto sul paesaggio circostante. Ma il dato principale è che l’iniziativa si propone di tutelare gli spazi verdi non subordinando la loro salvaguardia alle esigenze di crescita dell’economia, cosa che invece la Legge federale sulla pianificazione del territorio fa». Questo, evidenzia Durisch, «permetterebbe a medio, lungo termine non solo uno sviluppo più rispettoso del paesaggio, ma anche una maggiore tutela dell’ambiente ed è ciò di cui abbiamo bisogno».

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