Ticino

Allarme meteo anche per il gelo

MeteoSvizzera valuta l’introduzione di un sistema simile a quello per la canicola. Sondaggio presso autorità e industria

Ti-Press
11 maggio 2019
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La Svizzera non ha un sistema di allerta contro le ondate di gelo intenso e prolungato. Contro “l’anti-canicola”, per intenderci. Ovvero quei periodi di temperature sotto zero che possono mettere in difficoltà per giorni cittadini, autorità, agricoltori e aziende. Non ce l’ha, ma potrebbe averlo. Molto dipenderà dalle risposte di Cantoni, autorità e imprese ad un sondaggio indetto da MeteoSvizzera in queste settimane e che si chiuderà venerdì. Se le risposte evidenzieranno un interesse preponderante, allora il sistema di avvertimento dovrebbe diventare realtà.

Andrà ad affiancarsi a quelli per le nevicate intense, la canicola, le strade sdrucciolevoli e il gelo alle colture. Allerte, queste, che ogni anno vengono attivate una cinquantina di volte in tutta la Svizzera per rischi di grado 3 o superiore (diverse centinaia di volte se si considera anche il grado 2). Gelo alle colture, peraltro, attualissimo vista l’aria fredda di origine polare che ha investito la Svizzera lo scorso fine settimana e che, a Sud delle Alpi, ha generato una notte decisamente poco primaverile tra lunedì e martedì. Tanto che alcuni viticoltori hanno dovuto intervenire per evitare danni alle vigne.
«Sembra quasi che questo sondaggio sia stato fatto apposta – dice ridendo Marco Gaia, responsabile del centro regionale sud di MeteoSvizzera, un po’ stupito che la notizia sia giunta fino ai media–. In realtà l’inchiesta è in cantiere da più di sei mesi e si iscrive nell’ambito delle riflessioni periodiche per il miglioramento del sistema di allarme sui pericoli naturali. Riflessioni durante le quali si è evidenziato come da noi manchi un sistema di allerta per le forti ondate di gelo, come invece esistono, ad esempio, in Austria e Slovacchia».

MeteoSvizzera ha quindi deciso di chiedere a enti pubblici e ditte private quante e quali volte negli ultimi 10 anni abbiano dovuto fare i conti (anche finanziari, per perdite di guadagno o spese supplementari) con il freddo estremo. In totale quindici domande inoltrate a Cantoni, edilizia, enti che gestiscono l’erogazione elettrica e dell’acqua potabile, agricoltori, forestali, nonché gli ambienti sociosanitari. «A quanto sembra, poi, sono arrivate anche ai giornalisti», scherza Gaia.
«Da decenni abbiamo introdotto un’allerta di gelo al suolo, che serve agli agricoltori per capire quando le colture sono a rischio – prosegue il responsabile di MeteoSvizzera –. Il sistema di allarme svizzero è stato creato e modificato nel corso degli anni: abbiamo iniziato una trentina di anni fa, introducendolo per i pericoli che più incidono sulla società. Adesso ci stiamo chiedendo come completare il puzzle con altri tipi di avvertimenti».
Insomma, preso atto del sondaggio, quella sul gelo potrebbe diventare un’allerta al pari di quella della canicola. Quest’ultima forse sarà comunque più attuale, visti i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale in atto... «È vero, le ondate di gelo stanno diventando sempre più rare e la tendenza non cambierà. Ciò non significa però che anche in futuro non vi sarà mai più uno sbuffo di aria polare che colpisca il nostro paese. Ci saranno invece ancora situazioni in cui saremo confrontati con ondate di gelo o con nevicate abbondanti, anche fuori stagione. È vero però che saranno sempre meno frequenti». E questo, paradossalmente, giustificherebbe ancora di più un’allerta per il gelo, precisa Gaia: «Se perdiamo l’abitudine a confrontarci con questo tipo di situazioni estremo, ogni volta che si presenteranno saremo poco abituati, poco pronti ad affrontarle».

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