Ticino

Consiglio di Stato: non indebolire le misure di accompagnamento

Libera circolazione, il governo ticinese scrive all'Esecutivo federale: siamo molto preoccupati

5 luglio 2018
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Il governo ticinese è molto preoccupato. Lo dice espressamente in una lettera indirizzata al Consiglio federale nella quale afferma di seguire “con una certa apprensione” le notizie di stampa “che riferiscono di possibili ipotesi di concessioni elvetiche all’Unione europea sul fronte delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone”. Misure, sottolinea il Consiglio di Stato nella missiva che ha deciso ieri di scrivere, che “sono uno degli elementi imprescindibili dell’attuale impostazione della politica europea svizzera, poiché contribuiscono a gestire gli effetti negativi della libera circolazione dei lavoratori, che tocca in maniera particolare il nostro cantone”. Il Ticino, ricorda il governo, “ha più volte chiesto di rafforzare queste misure e l’ipotesi, della quale riferisce la stampa, di un loro indebolimento non può che preoccuparci grandemente”.

‘Due misure efficaci e di buon senso’

Le misure, in particolare, a rischio allentamento sono, si osserva nella lettera, la cauzione prevista da contratti collettivi di lavoro di obbligatorietà generale e gli 8 giorni di carenza prima di iniziare a lavorare dopo la notifica dell’impiego. Ebbene, per il Consiglio di Stato le due misure sono “efficaci, proporzionali, di buon senso, del tutto gestibili da imprese minimamente serie e attrezzate per gestire lavori all’estero”. La loro messa in discussione “anche parziale” sarebbe “problematica”. Ci si augura quindi che “le pur difficili trattative con la controparte europea non portino a un indebolimento” delle misure. Perché ciò “renderebbe difficile difendere una tale scelta nel contesto del mercato del lavoro” ticinese.

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