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A Novazzano ‘spunta’ un apolide, caso più unico che raro

Dal 2010 in Svizzera si è potuto constatare un deciso aumento delle domande, soprattutto a causa delle situazioni di crisi in Medio Oriente

23 gennaio 2025
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Alla Cancelleria di Novazzano lo hanno definito un caso più unico che raro. Nella recente statistica relativa al controllo abitanti spicca una voce mai apparsa nella storia del piccolo comune momò. Si tratta di quell’unica cifra, un uno, riferita allo stato di apolide. Un uomo, cioè, secondo il termine stesso, che “nessuno Stato considera come suo cittadino nell’applicazione della sua legislazione”. Non vogliamo entrare nei dettagli, per tutelarne la privacy, ma lo prendiamo come spunto per un approfondimento. Cominciamo con il dire che la Svizzera ha ratificato la Convenzione Onu sullo status degli apolidi del 1954 dove si definisce chi è apolide e quali diritti può vantare. La domanda di riconoscimento viene esaminata dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Le cause dell’apolidia possono essere molteplici: la dissoluzione di uno Stato, la cessione di un territorio, ma anche il diniego arbitrario o il ritiro della nazionalità da parte di uno Stato nazionale (non così però, per quest’ultimo caso, per la Svizzera, che non lo permette).

Quali, dunque, le cifre in Svizzera e in Ticino? Domande che abbiamo girato a Magdalena Rast, dell’Ufficio dei rapporti con i media del Sem.

Avete notato negli anni un aumento in Svizzera, relativamente in Ticino, delle richieste per uno statuto di apolide?

Fino al 2009 all’incirca, in Svizzera venivano presentate in media tra le 30 e le 50 domande di apolidia ogni anno. Dal 2010 si è potuto constatare un deciso aumento delle domande, soprattutto a causa delle situazioni di crisi in Medio Oriente. Il picco è stato raggiunto nel 2023 con 361 domande registrate. Alla fine del mese di novembre 2023, in Svizzera vivevano 1’494 apolidi riconosciuti.

Queste richieste provengono soprattutto da cittadini svizzeri o stranieri?

Circa l’80% delle domande totali giunge da minoranze provenienti dalla Siria (curdi ajanib e maktoum) così come da rifugiati palestinesi. Le restanti domande sono depositate da persone provenienti da altri Paesi. Quasi il 95% delle persone che chiedono il riconoscimento dello statuto di apolide in Svizzera hanno anche presentato una domanda d’asilo nel nostro Paese. In molti casi, le persone che chiedono l’apolidia hanno già ottenuto uno status di protezione in Svizzera (ammissione provvisoria o qualità di rifugiato).

Quali sono i maggiori motivi che vi indicano quale giustificazione di questa richiesta?

Per ottenere il riconoscimento dello statuto di apolide il richiedente deve dimostrare che nessuno Stato lo riconosce quale suo cittadino in applicazione della sua legislazione nazionale, di non avere volontariamente rinunciato alla propria nazionalità e, ancora, di non essersi rifiutato di riacquisirla senza valido motivo. Oltre a ciò, secondo le disposizioni in vigore, la nazionalità è considerata un elemento essenziale dell’identità sociale di una persona. Ne consegue pertanto che alle persone prive di nazionalità apparente non può essere arbitrariamente negato l’accesso alla procedura di riconoscimento dello statuto di apolide. Gli apolidi riconosciuti ottengono in Svizzera un’autorizzazione di dimora (permesso B) e un documento di viaggio per apolidi. Essi possono accedere al mercato del lavoro e hanno diritto al ricongiungimento familiare alle stesse condizioni garantite ai cittadini stranieri a beneficio di un permesso di soggiorno per attività lucrativa in Svizzera. Gli apolidi minorenni hanno accesso alla naturalizzazione agevolata, mentre i maggiorenni possono richiedere una naturalizzazione ordinaria. I diritti derivanti dal riconoscimento dello statuto di apolide in Svizzera possono quindi costituire un ulteriore motivo per presentare una domanda di apolidia. Occorre tuttavia notare che le persone alle quali è stata riconosciuta la qualità di rifugiate e che pertanto dispongono di un permesso di soggiorno in Svizzera, beneficiano già della protezione internazionale e possono pienamente godere di tutti i diritti in Svizzera. Detto questo, il riconoscimento dello statuto di apolide migliora ulteriormente la loro condizione, conferendo loro uno status personale e garantendo una protezione della loro identità sociale.

Quanto può durare una pratica per ottenere questo statuto e quali passaggi deve seguire?

Il tempo necessario al trattamento delle domande di apolidia varia a seconda della complessità dei singoli casi: alcune domande possono essere esaminate in tempi molto rapidi (da 1 a 2 settimane), mentre altre più complesse possono richiedere diversi mesi. Secondo le norme generali che reggono la procedura amministrativa, le domande di riconoscimento dello statuto di apolide devono essere presentate in forma scritta alla Sem. La persona che presenta la domanda deve produrre prove sufficienti a sostegno del fatto che non detiene la cittadinanza di alcuno Stato. La Sem esamina a quel punto la domanda in questione accertando i fatti e, se necessario, procedendo all’istruttoria del procedimento. Una volta accertati i fatti in modo soddisfacente, la Sem pronuncia una decisione di riconoscimento dello statuto di apolide oppure una decisione di rigetto della domanda di riconoscimento dello statuto di apolide. Una decisione di rigetto o di non entrata in materia può essere impugnata dall’interessato, presentando ricorso presso il Tribunale amministrativo federale (Taf) entro 30 giorni dalla notifica. L’interessato ha inoltre facoltà di ricorrere ulteriormente presso il Tribunale federale, impugnando una decisione del Taf.