Castel San Pietro

La Butega da Munt da 15 anni è la piazza di Monte

In occasione dell’anniversario, è prevista una festa di primavera. Fin dagli albori il negozio è gestito da volontari

L’entusiasmo di Chantal Livi
(Ti-Press)
23 aprile 2024
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Nel tessuto sociale di ogni piccolo paese le botteghe giocano un ruolo di inestimabile valore. Spesso non sono solo semplici negozi, ma un punto di riferimento per l’intera comunità. Da 15 anni a Castel San Pietro, per la precisione nella frazione di Monte, Chantal Livi si occupa de ‘La Butega da Munt’, nata dalle ceneri di un’altra cooperativa che aveva chiuso i battenti a causa della forte concorrenza. Grazie al ‘Progetto Monte’ avviato a fine 2022 il negozio ha assunto un ruolo ancora più centrale all’interno del nucleo, anche se, come aveva detto un’abitante di Monte a laRegione durante la presentazione del Progetto, «questa è la vera piazza del paese». In occasione dei festeggiamenti per il raggiungimento del terzo lustro di attività, grazie al Gruppo progetto Monte, con il sostegno del Comune e del Team di comunità, venerdì 3 maggio, dalle 17.30, verrà organizzata una festa di primavera e il compleanno della ‘Butega’.

Un intero pomeriggio di festa

Durante l’evento, come ci spiega Livi, ci saranno attività per tutte le età: «Per l’occasione non mancherà l’angolo dedicato ai prodotti locali con annesso aperitivo. Ci sarà ampio spazio anche per attività sensoriali principalmente per i bambini, ma anche per chi è un po’ più grande. Oltre a questo, per gli adulti stiamo organizzando ancora qualcosa d’altro, ma non vorrei sbilanciarmi troppo». Circondato da un alone di mistero e di sorpresa, come deve essere in ogni anniversario che si rispetti, il negozio sta ultimando i preparativi senza interrompere le sue attività: «Oltre alla normale vendita di prodotti locali, come la farina del mulino di Bruzella e le conserve fatte in casa – ci spiega la responsabile –, facciamo anche consegne gratuite in tutto il Mendrisiotto e, una volta a settimana, la ConProBio (la Cooperativa di Consumatori e Produttori del Biologico e membro di Bio Ticino, ndr) porta in negozio la sua merce».

Il legame con la comunità, Livi e il suo staff, lo dimostrano con quanto propongono all’interno dell’edificio rinnovato tra il 2021 e il 2022. «È presente anche uno spazio per gli artigiani locali che qui possono esporre le loro creazioni e noi le proponiamo ai clienti. Un altro angolo gettonato è quello dedicato al sociale, dove la gente può sedersi, leggere il giornale, stare in compagnia e ritrovarsi; qui organizziamo anche dei momenti di lettura, durante i quali i nonni possono raccontare delle storie ai più piccoli. Tutto questo fa parte anche del ‘Progetto Monte’, che ha come scopo principale quello di creare legami intergenerazionali».

Una frazione molto attiva

Il ‘Progetto’ aveva come obiettivo principale quello di adeguare le infrastrutture alle diverse generazioni e di avvicinarle; ad esempio, per facilitare la deambulazione delle persone anziane, è stato installato un corrimano lungo la scalinata presente nel nucleo, che serve anche come gioco per i bambini che tramite dei fori presenti è possibile inserire delle biglie; da qui si è voluto implementare l'intervento anche in ambito sociale riaprendo il preasilo.

In tutto questo sviluppo, la ‘Butega’ è stato il cuore centrale del rinnovamento dato il forte legame con la popolazione, anche se, come sottolinea Livi, «non ha influenzato più di tanto. Esistevano già tutta una serie di attività che venivano proposte dal gruppo giovani o spontaneamente da persone che lanciavano qualche idea. Quanto realizzato in questi anni ha aiutato ad abbellire il nucleo soprattutto a livello architettonico, ma la socialità è fatta di persone che si mettono a disposizione e creano attività a favore di tutta la popolazione. Monte è sempre stato un paese molto attivo e creativo ancora prima del Progetto».

Così come avviene per le varie manifestazioni, anche la bottega è portata avanti grazie a dei volontari: «In totale ci sono una quindicina di persone, a cui si aggiungono una commessa e io come gerente, entrambe stipendiate». La retribuzione di due persone è stata imposta perché «negli anni i volontari si sono in parte ritirati o comunque avevano meno tempo a disposizione. Abbiamo dunque rivisto la formula del solo volontariato, perché c’era gente che si dedicava talmente tanto che non era più corretto non retribuirla».

‘In paese non deve mancare il negozio’

Un’attività commerciale richiede un impegno non indifferente, rimarca Chantal Livi. Ma in piccoli Comuni risulta necessaria per mantenere un servizio di prossimità al cittadino. «Quando il precedente negozio è stato chiuso nel 2008, ci siamo ritrovati con una ventina di persone e nessuno di noi voleva il paese senza negozio; sarebbe stato troppo triste». Il piccolo gruppo si è dunque rimboccato le maniche, «perché nessuno di noi era impiegato di vendita né tanto meno gerente. Con questa avventura ci siamo proprio buttati nel buio, ma alla fine ci ha regalato tante soddisfazioni fino a questo quindicesimo anniversario». Un traguardo importante giustificato dal fatto che «negli ultimi 40 anni nessuno era resistito così tanto».

L’anno appena passato però è stato il più difficile: «Nel 2023 per la prima volta abbiamo chiuso con i conti in rosso. Per il futuro dovremo cercare una strategia per non perdere ulteriori clienti». Come succede in altre realtà simili «purtroppo non c’è il ricambio generazionale dei clienti. Speriamo che il ‘Progetto Monte’ porti ulteriori visitatori, anche se finora in pochi entrano anche nel negozio».

Un’ex fabbrica di sigari

Lo stabile in questione ha anche una centralità storica nel nucleo. A inizio ‘900 all’interno dell’edificio «era presente una fabbrica di sigari» che dava lavoro a diverse persone della Valle. «In paese c’era già un negozietto, anche se conosciamo solo in parte la storia di quegli anni, sappiamo che a Monte era presente un panettiere che vendeva anche generi alimentari con prezzi esorbitanti. Il prete incaricò dunque una ragazza di 14 anni di aprire il primo negozio proprio a casa dei suoi genitori con prezzi più popolari». Solo a partire dal 1946, dopo la cessazione dell’attività manifatturiera, ecco che si realizzò la prima cooperativa di Monte. Chantal Livi, oltre a invitare la popolazione a iscriversi entro il 30 aprile alla festa de ‘La Butega’, chiede anche un aiuto alla popolazione: «Purtroppo conosciamo solo in parte la storia di questo luogo e del negozio della quattordicenne; ci è stata trasmessa solo per via orale da anziani che non ci sono più, ma ci piacerebbe conoscere meglio quanto accadeva in quel periodo».

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