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I piccoli negozi del Mendrisiotto resistono

Luoghi anche storici che pur di non chinarsi alla concorrenza si trasformano. In questi spazi ora ci sono uffici postali, ricevitorie e corrieri

Il rinnovato bancone della cooperativa di Balerna
12 febbraio 2024
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Sono storie ultracentenarie quelle dei negozietti di paese. Luoghi che con i tempi moderni stanno sparendo. Alcuni di loro hanno già abbassato la serranda a causa dei forniti centri commerciali fuori dai luoghi di residenza od oltre confine, vicini agli assi stradali principali e che attirano sempre di più le persone. Non tutti però hanno voluto mollare: chi con il supporto del Comune e chi con quello di volontari, si cerca di resistere e trasformare il negozio anche in qualcosa in più pur di mandarlo avanti per i sempre meno frequentatori, anche se tutti li apprezzano quando devono comprare al volo qualcosa sotto casa. Abbiamo sentito alcune realtà presenti nel Mendrisiotto per fare il punto sulla situazione.

A Brusino Arsizio l’aiuto del Comune è vitale

Un caso emblematico è quello di Brusino Arsizio. Qui la bottega del paese per qualche anno è stata gestita da un privato, ma alla fine per l’unico negozio rimasto in zona, è dovuto intervenire il Municipio, mettendo mano al portafogli: «È chiaro che il nostro è un piccolo negozietto, ma ci serve per mantenere viva la comunità – ci precisa Andrea Stephani, il segretario comunale da quasi un decennio –. Con la nuova gerenza ha ripreso slancio, ma c’è la consapevolezza che non ci si arricchisce con il negozio. Da parte nostra comunque cerchiamo di dare un sostegno: non pagano l’affitto (oltre i 7mila franchi all’anno, ndr) e il Comune si assume tutti i costi legati all’acqua, al riscaldamento, alla luce e quelli relativi alla manutenzione straordinaria, dato che gli impianti sono un po’ datati». Oltre a questi benefici puramente contabili, l’attività serve anche ad altro: «Per renderlo attrattivo, dato che è chiaro che i proventi del solo negozio non sono sufficienti, lì c’è anche lo sportello della posta. E grazie a queste piccole entrate aggiuntive si è riusciti a renderlo un po’ più appetibile alla gerente. Inoltre hanno anche il monopolio per la vendita dei sacchi dei rifiuti. Le stazioni di servizio sul nostro territorio ci avevano chiesto di poterli vendere, ma abbiamo preferito rispondere di no perché così diventa una scusa per gli abitanti, almeno una volta ogni tanto, fermarsi in negozio e magari prendere qualche prodotto». La vicinanza con il confine porta parecchia gente in Italia a riempire i carrelli della spesa, dunque, come ci precisa Stephani, nel negozio di Brusino si vendono prodotti principalmente nostrani: «L’attività ha la necessità di differenziarsi e dunque vengono vendute le trecce prodotte artigianalmente da tre giovani ragazzi di Mendrisio o i prodotti biologici di un’azienda agricola di Arogno. Ogni venerdì, inoltre, con l’aiuto di una macelleria della zona preparano la polenta e la distribuiscono alla popolazione. Quest’ultima è un’iniziativa molto apprezzata, soprattutto da parte di quegli anziani che vivono da soli. Non è dunque solo un negozio, ma un ritrovo sociale».

Un caffè letterario nel futuro di Vacallo

Anche ‘La Credenza’ di Vacallo vuole essere un ritrovo sociale. Grazie alla Fondazione Vacallo, negli spazi già occupati da ‘La Veranda’, a fine estate è entrata una nuova gestione che ha dato un rinnovato slancio al negozio: nel via vai di clienti c’è anche la signora Rina che si lascia andare a un entusiasmante, «sono contentissima della nuova gestione!». Un’esclamazione non frutto di un semplice caso, dato l’impegno passionale per l’attività di Valerie Bonato, la responsabile: «Noi cerchiamo sempre di essere il più possibile partecipi alla vita del paese, di conseguenza ci riforniamo dai produttori della regione come il mulino di Bruzella; il negozietto Arrigoni di Morbio Superiore dove compriamo liquori, distillati, marmellate e miele; il martedì prendiamo il pane della valle di Muggio di Cabbio e il mercoledì abbiamo quello della panetteria del Castello di Castel San Pietro. Cerchiamo sempre di promuovere tutto quello che ci circonda: oltre ai richiesti formaggini del Dosso dell’Ora, stiamo introducendo in negozio anche alcuni prodotti vegetariani come il tofu che ci fornisce una ditta di Balerna». Bonato, e la sua collaboratrice Elisa Sidari, cercano anche loro di creare dei momenti di socialità: «In negozio abbiamo dedicato uno spazio dove le persone possono sedersi un attimo e bere un caffè in compagnia. Il venerdì mattina vengono alcune signore che frequentano il centro sociale di Vacallo e che ci aiutano con dei lavoretti manuali. Nelle prossime settimane vogliamo avvicinarci ulteriormente ad altre fasce di età: a partire da metà marzo, sempre in questo spazio conviviale, vogliamo lanciare un caffè letterario». Un servizio consolidato è la spesa d’asporto che viene organizzata grazie alla disponibilità di un cittadino volontario di Vacallo.

Una lunga storia di volontariato a Balerna

Un’altra realtà che è stata da poco trasformata è invece quella della ultracentenaria Cooperativa popolare di Balerna. Come precisa il gerente Alessandro Cattaneo si presenta con una nuova veste: «In questi mesi appena passati abbiamo completamente rinnovato il locale. Alcuni clienti sono ancora un po’ spaesati dal nuovo assetto, ma in linea di massima è apprezzato dalla gente. È stata una grossa operazione e ora speriamo che porti i suoi frutti». Il negozio esiste da 112 anni e «grazie a volontari che si mettono a disposizione – spiega Cattaneo –, riusciamo a rifornire i vari istituti comunali come la casa anziani, la scuola dell’Infanzia e le Medie. Anche i ragazzi della Fondazione Provvida Madre ci danno una mano un paio di ore alla settimana: il venerdì vengono a sistemare la merce negli scaffali, mentre al lunedì e al mercoledì ritirano e consegnano la spesa per il corso di cucina della scuola Media. Il lavoro che svolgono questi ragazzi è sempre molto apprezzato». Oltre a questa collaborazione di sfondo sociale, il negozio cerca di rimanere vicino ai suoi frequentatori: «Tra i servizi che offriamo c’è quello di portare la spesa a domicilio: la maggior parte dei nostri clienti abita nel Comune, ma ogni tanto ci capita di portarla altrove; nel limite del possibile nel Mendrisiotto lo facciamo senza costi aggiuntivi.

‘La Dispensa’ fatica, ma non molla

A Breggia la vicinanza dei centri commerciali crea dei grattacapi alla società cooperativa ‘La Dispensa’. Negli ultimi anni i conti del negozio non sono in rosso, ma il numero dei clienti è costantemente in calo, come ci spiega la presidente Anna Ceracchini: «Durante la pandemia tutti hanno approfittato del negozio vicino a casa, ora invece sembra che la gente se ne sia dimenticata. Si fa fatica ad attirare i giovani e chi lavora in città che vanno sempre più spesso a fare la spesa vicino al luogo di lavoro e non vicino a casa». Anche alla Dispensa come in gran parte dei negozietti di paese si può trovare quel qualcosa in più: «Qui si può acquistare dallo straccio alla carne, ma soprattutto i prodotti della regione con i quali abbiamo degli accordi di vendita. Inoltre abbiamo anche la ricevitoria e l’ufficio postale». Ceracchini aggiunge anche un monito: «Invito la popolazione a venire in questi negozi così si evita il rischio di dover chiuderli. Poi quando ci troviamo in una situazione di emergenza, avere un negozio sotto casa fa comodo a tutti».

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