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Palazzine al posto dell’ex grotto Valera, ci si riprova

I promotori immobiliari presentano una variante al progetto, in prima battuta contestato dalle associazioni e bocciato dai servizi cantonali

Ai tempi delle prime modine e del primo progetto, nel 2018
(Ti-Press/Archivio)
9 febbraio 2023
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Al primo tentativo, nel dicembre del 2018, il progetto era stato sepolto sotto una serie di opposizioni ed era stato raggiunto dalla bocciatura del Dipartimento del territorio. L’idea di demolire l’ex grotto Valera, lì a Genestrerio, e di costruire al suo posto un complesso residenziale da 28 appartamenti era andata di traverso a molti, soprattutto per il paesaggio in cui si sarebbero inserite le cinque palazzine plurifamiliari, lungo il fiume Laveggio e accanto al bosco. Oggi, però, i promotori immobiliari ci riprovano e si presentano davanti al Municipio di Mendrisio con una variante... sul tema. Il numero di stabili previsti dai piani è rimasto lo stesso. A cambiare sono la quantità – 43 – e la tipologia delle abitazioni, di dimensioni ridotte, ma soprattutto l’attitudine degli edifici che si dichiarano più attenti all’impatto sull’ambiente circostante. Il tutto per un cantiere lungo 2 anni e un investimento che supera i 12 milioni di franchi.

Occhi puntati sui piani

Una cosa è certa. Il dossier formalizzato nei mesi scorsi e in pubblicazione dalla giornata di ieri – e fino al 22 febbraio prossimo – all’Ufficio tecnico comunale avrà addosso gli occhi dei vicini – ai quali in passato non era piaciuta la proposta – e di realtà come Pro Natura e i ‘Cittadini per il territorio’. C’è da credere che tutti spulceranno con attenzione le carte per capire bene i contenuti dell’operazione attuale e in quali punti si distanzia dal precedente progetto. Dal canto suo, chi si fa garante dell’iniziativa, la Cdl di Lugano, fa leva sul fatto di muoversi in una zona edificabile e riconosce, nero su bianco nella Relazione tecnica – quattro pagine in cui si tracciano le linee essenziali del complesso che mostrerà due piani fuori terra –, che ci si inserisce "in un contesto naturalistico di pregio".

Ammorbidito l’impatto ambientale

E proprio le caratteristiche del comparto erano state le ragioni che avevano convinto, da una parte, Pro Natura e i ‘Cittadini’ a mettersi di traverso e, dall’altra, i servizi cantonali a censurare l’intervento, a tal punto da chiedere, all’epoca, al Municipio di negare la licenza edilizia. Oggi, stando a quanto emerge dai documenti allegati all’incarto, l’approccio è stato ammorbidito. Là dove si definiva la costruzione "complessa e disordinata" nella tipologia e nei materiali scelti, adesso si risponde con peculiarità architettoniche che "nel complesso cercano di dare linearità e ordine al progetto, ma al tempo stesso anche un certo movimento tra pieni e vuoti, leggibili da ogni punto lo si veda".

Vengono rimarcati, altresì, l’utilizzo e la distribuzione degli spazi verdi fra le palazzine, oltre alla presenza di un’area di svago, e messi in evidenza i distanziamenti dal fiume e dal bosco (in particolare facendo riferimento all’autorimessa). Mentre alla densità ritenuta eccessiva si replica dimostrando che la superficie a disposizione – si parla in totale di oltre 6’600 metri quadrati – "non viene nemmeno sfruttata appieno, lasciando un ampio margine di metri quadri avanzato non edificato".

Ecco cosa cambia

Riproposte le cinque palazzine – due da 8 residenze l’una, tre da 9 –, i promotori immobiliari sembrano aver cambiato il profilo dei potenziali inquilini. Insomma, non più delle famiglie ma giovani – con tutta probabilità studenti in una Città che ospita Accademia di architettura e Campus Supsi – in cerca di un appartamento su misura – spazio cucina-sala da pranzo-soggiorno, camera da letto e bagno – già arredato, con annessa terrazza-giardino comune. Attento anche l’uso dei materiali: "Le unità abitative – si spiega – sono eseguite interamente in legno". Non trascurato neppure l’aspetto energetico, con i pannelli fotovoltaici sui tetti, così da poter dire di "ottenere un complesso completamente green a immissioni zero".

Venti posteggi per auto elettriche

Si è anche operata una scelta precisa sul piano della mobilità, condivisa. Sono stati, infatti, pianificati 20 posteggi ma da destinare a veicoli elettrici (con colonnina di ricarica) messi in comune tra gli inquilini. I quali, si precisa nella Relazione, "non avranno la loro auto privata, ma avranno la possibilità di utilizzare le auto elettriche messe a disposizione e condividere il tragitto con altri utenti". Ritagliati pure 20 posti per le biciclette (sempre dotati di colonnina di ricarica).

Per finire, l’accesso agli appartamenti sarà possibile attraverso un viale pedonale illuminato – che sarà fatto coincidere con il sentiero escursionistico – e gli edifici, si assicura, "saranno immersi in un parco verde, composto da prati, alberi e da una zona di svago".

A questo punto resta da capire se tutto ciò aderirà alle aspettative dei vicini e saprà allontanare le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste.

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