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L’aggregazione vista da Vacallo: ‘Non fermiamoci qui’

Il sindaco Marco Rizza teme di veder vanificato il lavoro realizzato sin qui nel Basso Mendrisiotto. ‘Serve ad avere un quadro completo’

Il sindaco Marco Rizza
(Ti-Press/Pablo Gianinazzi)
13 gennaio 2023
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Marco Rizza non intende demordere. Alla testa di Vacallo, il Comune che nel giugno del 2021 ha rimesso sul tavolo il tema dell’aggregazione nel Basso Mendrisiotto, non rinuncia a compiere la sua missione. Ormai giunti a un bivio, al comprensorio servono gli strumenti per capire quale strada imboccare: quella condivisa o quella solitaria. Di questo è convinto. Così al rituale incontro di inizio anno con la popolazione non ha potuto fare a meno di ribadire alcuni punti fermi. Ma soprattutto di ridare forza all’intenzione di «ritrovarsi con i Comuni interessati, ultimare l’approfondimento e arrivare intorno a metà 2023 con delle reali opportunità che il territorio deve cogliere».

‘Obiettivo: decidere con cognizione di causa’

Il sindaco di Vacallo crede, insomma, alla necessità di andare fino in fondo. Pur consapevole che a sedersi con lui saranno solo tre dei cinque Comuni inizialmente della partita. A dichiarare la loro disponibilità a proseguire su questo cammino sono stati, con Vacallo, Chiasso, Morbio Inferiore e Breggia; mentre Balerna e Novazzano si sono chiamati fuori. Solo dati alla mano, ha ribadito Rizza, «potremo avere un quadro completo per poter decidere in assoluta consapevolezza e con cognizione di causa, se avviare uno studio di aggregazione o proseguire con le nostre forze».

‘L’istanza di Balerna? Potrebbe rimettere in discussione il nostro lavoro’

A Balerna, però, un gruppo di cittadini ha rotto gli indugi per accelerare il processo. Una accelerata che, ai suoi occhi, potrebbe rivelarsi, però, controproducente. «La recente raccolta di firme nel Comune di Balerna, chiedente l’avvio di un’istanza aggregativa – ha spiegato, esternando i suoi timori ai concittadini –, potrebbe rimettere in discussione obiettivi e tempi; e di questo me ne rammarico, perché se così accadesse, cercare il consenso nella popolazione diventerebbe molto più difficile e si rischierebbe di buttare alle ortiche tutto il lavoro fatto finora».

‘La nostra, una regione depressa’

Un nuovo fallimento appare, comunque, difficile da digerire. Anche perché oggi si è riannodato il filo dell’aggregazione partendo da presupposti diversi da quelli che, nell’ottobre del 2007, hanno portato poi alla bocciatura del progetto a tre (Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo). La causa allora? «Probabilmente – ha osservato Rizza – da ricondurre alla mancanza di una vera e propria visione». Il punto, però, ha richiamato con forza, è che oggi siamo «più che mai di fronte a una regione depressa, non capace di creare posti di formazione e di lavoro per i giovani residenti, una regione che manca di progettualità, di intendimenti comuni».

Rizza ammette di avere una «grossa preoccupazione». Quale? Quella che «negli anni a venire, fra 10 o 20 anni, se non si fa nulla, saremo confrontati con un abbandono della nostra regione da parte di giovani che cercano casa laddove i posti di lavoro ci sono; giovani famiglie che cresceranno i propri figli in altre zone, vivranno i servizi, le sagre e le tradizioni di altri lidi, perché il Basso Mendrisiotto non è stato capace di vedere oltre al presente». Un qui e ora nel quale, ha fatto notare, «come sindaco di Vacallo, mi verrebbe facilissimo dire come fanno in molti "noi stiamo bene così, andiamo avanti con le nostre gambe"».

‘Modificare i confini non basta’

L’invito, però, è a guardare avanti. «È chiaro – riconosce – che per unire più Comuni e rendere allettante un progetto aggregativo, bisogna mettere sul piatto qualcosa di sostanzioso, di vantaggioso e non solo dei numeri amministrativi e un ridisegno politico dei confini». Una ragione in più per Rizza per spronare Vacallo a riaprire la discussione, come detto, nel giugno del 2021. Un confronto che dall’autunno successivo è sfociato in un dibattito costruttivo e in una due giorni a Mezzana, dalla quale, ha ricordato, «sono emersi interessanti spunti, problematiche e potenzialità».

Parco San Rocco, ‘parliamone’

Vacallo, dal canto suo, non ha smesso, comunque, di progettare, quasi con caparbietà. Ne è testimonianza la determinazione con cui si crede di poter concretizzare la futura casa per anziani, ‘costola’ delle strutture di Morbio e Coldrerio nell’ambito del ‘Parco San Rocco’. Del resto, come ha fatto presente il sindaco Rizza alla popolazione, «la nuova pianificazione cantonale, oltre a prevedere un rafforzamento delle cure a domicilio per i nostri anziani, prevede ancora una casa anziani con 80 nuovi posti letto a Vacallo». Al centro, nel 2018, di un referendum - bocciato -, e di tre ricorsi, respinti nella primavera del 2021 dal Consiglio di Stato, a che punto è, però, il dossier oggi? «Dopo dieci anni di approfondimenti, studi e battaglie – informa –, siamo oggi ancora fermi da oltre un anno e mezzo al Tribunale amministrativo cantonale, in attesa che vengano evasi due ricorsi di due singoli cittadini. Ricorsi leciti nel rispetto delle nostre leggi, ma che personalmente ritengo vadano contro il bene comune a fronte di interessi privati senza grandi motivazioni».

E qui Marco Rizza si è rivolto direttamente ai ricorrenti: «Colgo questa occasione privilegiata per rinnovare l’appello ai ricorrenti di voler sedersi al tavolo con il Municipio per trovare una soluzione. L’aspettativa di vedere finalmente edificare la nostra casa per anziani, in collaborazione con la Fondazione San Rocco come fatto a Coldrerio, è sempre viva».

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