Mendrisiotto

Si scrive Mam, si legge Musei d'arte del Mendrisiotto

Nasce in veste ufficiale la Rete che riunisce le cinque istituzioni del Distretto. Obiettivo: unire le forze e avere più visibilità

Il Centro culturale di Chiasso ha tenuto a battesimo la Rete (Ti-Press/B. Galli)
2 settembre 2020
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New York ha il MoMA? Il Mendrisiotto ha il suo MAM. Se è vero che l'arte non ha confini - e da queste parti di frontiere se ne intendono -, è altrettanto reale la spinta creativa che nel Distretto ha saputo rinsaldare i legami fra i cinque musei d'arte che il territorio può vantare con orgoglio. Ovvero il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto, la Pinacoteca Giovanni Züst a Rancate, il m.a.x. museo a Chiasso, il Museo d'arte a Mendrisio e il Teatro dell'architettura. Cinque realtà istituzionali dalla forte identità e in dialogo con pubblici diversi, ma che hanno saputo mettersi in rete - volano una piattaforma digitale -, riscoprendo la voglia di lavorare insieme, condividendo gioie e problemi. Al tempo della pandemia da Covid-19 l'entusiasmo delle idee e il patrimonio di bellezza portato in dote riescono a restituire un po' di speranza. E non è poco.

La prima volta è stata nel 2008

Una volta di più, quindi, il Distretto più a sud del cantone - che peraltro annovera il solo Museo federale (Villa Vela), che è pure il più antico del Ticino - ha saputo buttare il cuore oltre l'ostacolo e dare forma e sostanza a un progetto nuovo che potrebbe (o forse dovrebbe) fare scuola. Il 'fare squadra', anche nell'universo museale, del resto, non è nuovo a questa latitudine. Già nel 2008, nell'era pre-aggregazione (almeno nell'Alto Mendrisiotto), gli spazi espositivi di Mendrisio, Rancate e Ligornetto, come ricordano gli stessi curatori dei musei, avevano avvertito l'esigenza di parlarsi, testimonianza dei buoni rapporti che intercorrono fra le varie istituzioni. «Una avventura - evoca Gianna Mina, direttrice del Museo Vela e oggi portavoce della Rete MAM - durata alcuni anni». Ora quella necessità è riaffiorata, slancio propulsore la nascita, nel frattempo, del m.a.x. museo a Chiasso e del Teatro dell'architettura a Mendrisio (unico museo emanazione di un ateneo). Proprio quest'ultimo ha dato il 'là' a questa nuova esperienza, che ha richiesto tempo, energia e buona volontà per concretizzarsi.

'Un territorio ricco d'arte'

Il vezzo del logo (sinuoso come il profilo dei monti e le onde del Ceresio) o la facilità d'accesso assicurata da portale web (museidartemendrisiotto.ch) non devono, infatti, trarre in inganno. Una tale iniziativa, chiarisce Gianna Mina, «funziona solo se sussiste la volontà di rete e se si inizia dal piacere, condiviso, di discutere di musei e d'arte. Questo è il denominatore comune dal quale siamo partiti». Se la passione unisce - e qui lo hanno dimostrato -, il territorio offre una tale ricchezza, quanto a collezioni e luoghi d'arte, che non poteva non essere valorizzata. «Il Mendrisiotto - richiama Simone Soldini, direttore del Museo d'arte di Mendrisio e di Casa Pessina - è quasi un unicum per la concentrazione e la varietà di proposte». Una fortuna di cui il Distretto e i suoi attori sono ben consapevoli. 

I social e la Carta musei

Certo, nessuno lo nega, la Rete dei cinque Musei nasce anche per dare visibilità al patrimonio artistico locale. In un certo senso è anche una legittima operazione di marketing. Tutto, come spiega la stessa portavoce, prende vigore dall'intento di «unire esperienze e competenze attorno al tema delle collezioni e del mandato museale», oltre che dal tentativo di «essere facilmente raggiungibili da chi arriva - da dentro e fuori cantone, ndr - e vuole documentarsi»; ma soprattutto orientarsi in una agenda di mostre e appuntamenti assai fitta. Ecco perché pensare di replicare il semplice pieghevole, come in passato, non bastava più, richiama dal canto suo Mariangela Agliati, direttrice della Pinacoteca Züst. «Oggi tutti noi facciamo capo al canale social, che ha visto un incremento negli ultimi tempi. Il Covid-19 ci ha fatto capire che questa è la strada da seguire». La via verso i musei passa, insomma, anche dalle reti sociali; che possono aiutare a spostare il pubblico. Facebook e dintorni ma in particolare la Carta MAM, valida un anno, che rappresenta un vero incentivo, concedendo un piccolo sconto sui biglietti d'ingresso.

Innescato un processo virtuoso

Quello fra le mani, fa capire ancora Simone Soldini, è uno «strumento prezioso». D'altro canto, riconosce la direttrice di m.a.x. museo e Spazio Officina Nicoletta Ossanna Cavadini, «è stato entusiasmante trovarsi a un tavolo assieme tutti e cinque: non era mai accaduto. Questo ci ha aiutato a mettere insieme delle peculiarità complementari». Non a caso la Rete museale è legata a doppio filo al territorio, tanto da attirare l'attenzione anche dell'Ente regionale per lo sviluppo. Rotti gli indugi, quello innestato, come rende attenti Marco Della Torrre, coordinatore di direzione dell'Accademia di architettura, è un processo virtuoso. «Questa operazione - annota - manda un messaggio positivo in questo momento difficile su vari fronti. Abbiamo bisogno che le idee circolino». Tant'è che ci si aspetta, come ammette Sodini, che la Rete oltre a favorire delle iniziative comuni, contribuisca a risolvere altresì i problemi condivisi. «Gli interessi in gioco - motiva - sono più ampi. Quanto ai problemi attuali sono la comunicazione fra le sedi e una segnaletica comune sul territorio». Ora, però, si confida che in «tempi medi» se ne possa venire a capo.

Una audioguida e altri eventi (nel 2021)

Sarà pronta nei prossimi mesi anche una audioguida - da scaricare attraverso la app smARTravel -, che darà modo di andare (virtualmente) alla scoperta dei cinque musei d'arte. Per gli altri appuntamenti in programma (meno digitali, più fisici) bisognerà, invece, attendere il 2021. Si è riservato un fine settimana nel settembre dell'anno prossimo per la Giornata della rete MAM, che permetterà di presentarsi al meglio. Mentre durante l'anno si inaugurerà un nuovo momento, 'L'arte dell'intruso': sarà l'occasione per scambiarsi opere delle collezioni, lanciando degli 'sguardi trasversali'.

Castagnola: 'Io sono dalla parte della rete'

Non è la prima volta, come detto, che il Mendrisiotto fa da apripista. Viene spontaneo immaginare che la Rete tessuta grazie agli sforzi delle istituzioni locali possa essere mutuata anche nel resto del cantone. Sarà così? In realtà, ci fa capire Gianna Mina, qui non vi sono «velleità di espandersi». Il progetto è nato, innanzitutto, per far vivere questo territorio. A dirla tutta a livello cantonale ci si sta pensando e se ne sente anche il desiderio. La direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari Raffaella Castagnola fa subito 'coming out': «Io sono assolutamente dalla parte della Rete». In effetti, un gruppo di lavoro per agevolare uno scambio di opinioni tra direttori di musei - al quale ha partecipato Gianna Mina - è stato creato. E proprio in quel contesto, ci risponde la direttrice, si è pensato a una rete simile ma a livello cantonale. «I meccanismi, però sono tanti e sono difficili. Per me è un auspicio che questo sia l'inizio di qualche cosa che domani possa essere portato come modello. Nel Mendrisiotto si è dato vita a una base facilmente ampliabile - guardando al sito, ndr -. Ribadisco: non è semplice. Abbiamo avuto anche qualche resistenza e credo sia giusto partire così, da una regionalità che esisteva già ed è estremamente forte». Resistenza da parte di chi? «Quando il meccanismo è arrivato al tavolo dei politici, sono nati i tipici regionalismi. Più che resistenza, diciamo che il punto era capire la centralità, la grandezza delle cose (e dei musei, ndr) e, appunto, la regionalità, tra sud e nord. L'idea in sé è condivisa».

Il Mendrisiotto il suo primo passo l'ha fatto. E dentro l'istituzione cantonale il dibattito è stato lanciato. A farlo, per primo, conferma Raffaella Castagnola, è stato lo stesso Consigliere Manuele Bertoli al tavolo della Commissione culturale. Fermo restando che la rete «deve nascere dal basso, non può essere calata dall'alto». Ergo, il Cantone si farà parte attiva quando alle realtà museali locali si uniranno pure altri attori.

 

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