Mendrisiotto

Mendrisio è un 'Comune in salute'

Lo testimonia il premio nazionale assegnato per il 2020 alla Città. Merito di un progetto, Dixit', dedicato ai giovani e a una socialità in ascolto

Oggi la Città conosce meglio i suoi giovani (Ti-Press)
27 agosto 2020
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Come tutte le Città ha i suoi pregi e i suoi difetti. Mendrisio, però, cerca di far vivere bene i suoi cittadini. A cominciare dai più giovani. Un impegno che le è stato riconosciuto anche a livello nazionale (in testa l'Ufficio federale della salute pubblica) e le è valso il Premio 'Comune sano-Città sana' 2020, alla sua quarta edizione. Il capoluogo è finito, infatti, nella rosa dei quattro vincitori, dopo essere stato selezionato fra venti candidati. Tutto merito della politica sociale messa in campo in questi anni e, in particolare, di un progetto, 'Dixit', reso possibile dall'intesa, ormai consolidata, fra il dicastero Politiche sociali e Radix. Da subito (si era alla fine del 2017), del resto, si era capito che quella ricerca decisa a calarsi nella realtà giovanile locale - e a farlo, per una volta, senza l'intermediazione degli adulti, bensì fra pari (da ragazzo a ragazzo) - avrebbe potuto riservare delle sorprese. In effetti, è stato così. E se il riconoscimento federale rappresenta oggi un po' la ciliegina sulla torta di un processo importante quanto comunitario, la vera forza dell'approccio scelto dal Comune è stata scoprire come vedono e vivono Mendrisio i suoi giovani cittadini. Suggestioni, peraltro, quelle esternate con sincerità dagli intervistati, che hanno dato il 'là' a nuove iniziative e che hanno convinto a ripensare anche la gestione del Centro giovani - finito negli ultimi mesi in balia della polemica politica -; a tal punto da mettere le chiavi in mano ai ragazzi in cerca di spazi dove coltivare le loro passioni.

A misura di giovani e giovanissimi

L'impressione, in ogni caso, è che si sia solo all'inizio di una socialità in ascolto dei bisogni della sua popolazione, senza distinzioni di età o provenienza. Prima Città svizzera, Mendrisio ha aderito, infatti, pure alla rete internazionale delle 'Città delle bambine e dei bambini'. Un passo non solo formale: dentro l'amministrazione ci si è già messi al lavoro per immaginare una realtà urbana a misura dei più piccoli. La neo responsabile delle Politiche sociali, Françoise Gehring, non ha dubbi. «Portando avanti progetti innovativi e ben radicati nel territorio si crea una comunità attenta e solidale. Perché il principio della prossimità è fondamentale per coniugare il capitale sociale e il capitale territoriale che rendono accogliente una città». Non a caso 'Dixit' ha dato modo di scoprire i giovani come risorsa. «Ora la sfida - annota ancora la capo dicastero - è saperla mettere in valore».

Del resto, 'Dixit' è «nato per comprendere il mondo giovanile», come ricorda Luca De Stefano, responsabile Area infanzia e giovani del Comune, sulla scia di un convegno di fine 2016 sulla vulnerabilità e l'intervento precoce in quella fascia d'età. Intercettati gli interlocutori (circa 400 ragazze e ragazzi fra i 14 e i 20 anni), individuati i luoghi sensibili, quella che ne è uscita, mediatori dodici coetanei, è la narrazione del vissuto giovanile. Attraverso i loro occhi si è riletto il territorio del Distretto. Una esperienza stimolante, proprio per il percorso scelto, anche per Radix, come testimonia Vincenza Guarnaccia. E che ha visto incrociare le aspirazioni di Mendrisio con il programma d'azione dell'associazione.

Tra visioni e 'welfare' locale

È da un po', d'altro canto, che la Città persegue strategie a favore della salute e del benessere dei suoi cittadini. Tanto da dotarsi di strumenti e servizi che, come fa presente Tiziana Madella, a capo del settore Ufficio famiglie e giovani e Antenna sociale del Comune, hanno permesso di tessere una rete di 'welfare' comunale, facendo leva sulla collaborazione degli enti attivi sul terreno. Oltre ad aggregare dei Comuni, per costruire una Città, richiama Marco Galli, capo dell'Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e giovani, «ci vuole una visione». E Mendrisio ha dimostrato di averla. «Ora la vera sfida - rilancia - è farne una buona pratica e ascoltare i giovani, anche quando si elabora un messaggio municipale che riguarda il loro mondo. In fondo, sono loro gli esperti».

Quando la Città 'sta stretta'

In effetti, i ragazzi interpellati hanno dimostrato di avere le idee chiare su una Città che, proiettandosi nel futuro (il 2025, ad esempio), sentono 'stretta'. Pur riconoscendo il ruolo positivo svolto dal Centro giovani o dalle iniziative messe in campo (come MidnightSport) - al pari, peraltro, dei centri commerciali, visti come 'piazze' d'aggregazione -, Mendrisio viene percepito, da alcuni, come un Comune 'vuoto e desolato', con pochi spazi e opportunità per i ragazzi. Anche il traffico viene 'mal sopportato'. D'altra parte, per taluni i trasporti pubblici risultano essere 'insufficienti'.

Quando i giovani si sentono bene? Quando possono esprimersi e fare sport. E quando possono dare sfogo alla loro voglia di libertà e di natura. Quando sono a disagio? Qui il timore prevalente è quello di essere giudicati dagli adulti. Ma anche associare Polizia e scuola a 'controllo, vincoli e limitazioni delle libertà' cagiona malessere. Su un punto, però, non si discute: prima della realizzazione economica, - che non è vista come una priorità - vengono le relazioni, gli affetti e il lavoro.  Il che denota maturità. Ciò non impedisce, per età, di essere inclini alla trasgressione (non per forza da declinare in modo negativo). I ragazzi, poi, confermano di conoscere bene i loro limiti (anche fisici). Soprattutto di fronte agli eccessi, che sia il consumo di sostanze, di cibo o videogiochi. Certo sapere che già dai 15 anni un terzo dei ragazzi intervistati ha avuto esperienza diretta con alcol, tabacco e cannabis mette sul chi va là (gli adulti). Insomma, uno spaccato complesso quanto interessante.

Eleonora: 'Io nella veste di ricercatrice. Un'esperienza unica'

Essere parte del progetto 'Dixit', infatti, è stata una «esperienza unica e molto formativa». Parola di Eleonora, la quale, liceale all'epoca, l'ha vissuta dalla parte dei ricercatori. «Passare dalla teoria alla pratica mi è piaciuto - ci dice -. Mi ha portato a riflettere su temi della quotidianità a cui non si pensa, a conoscerci e conoscere meglio gli altri. Un aspetto che ha sorpreso (gli adulti)? La voglia dei ragazzi di stare nella natura, come necessità per evadere, staccarsi dallo stress e dal giudizio continuo del mondo adulto. Cosa è stato appagante? Vedere realizzati alcuni dei nostri suggerimenti».

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