Mendrisiotto

Il mondo pieno di fusa della Pepina di gatt

Da quattro anni Barbara Casellini di Castel San pietro si occupa del recupero di gatti randagi e dell'adozione di micetti

La Pepina di gatt, alias Barbara Casellini (Ti-Press/Benedetto Galli)
3 agosto 2020
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«Sono nata il 31 agosto e il 1° settembre ero già in giro a cercare gatti». Il nostro incontro con La Pepina di gatt, al secolo Barbara Casellini, inizia con una battuta che, di fatto, riassume la sua vita. «Sono sempre stata sensibile alle problematiche degli animali e ho sempre avuto gatti». Nella sua abitazione di Castel San Pietro attualmente ce ne sono 12, ai quali vanno aggiunti i mici in stallo, ospitati in attesa di partorire in tutta sicurezza o di essere pronti prima di raggiungere una nuova famiglia. Dal 2016 Barbara si occupa infatti del recupero di gatti randagi e dell'adozione dei micetti. Un lavoro svolto a margine della sua attività professionale e che viene costantemente aggiornata sulla pagina Facebook ‘La Pepina di gatt’, che attualmente conta 3'462 followers. Dalla sua abitazione in questi 4 anni sono passati più di 300 gatti. Quest'anno «solo una ventina – ci racconta – perché ho imparato a chiedere aiuto e sono riuscita a trovare altri 5 stalli esterni. I mici adottati sono al momento una cinquantina; l'anno scorso sono stati più di 100». L'adozione non termina con la consegna del gatto ai nuovi proprietari. «In media utilizzo il telefono e i social dalle 6 alle 7 ore al giorno perché seguo moltissimo la vita di questi gatti chiedendo di mandarmi foto e video. E quando c'è un problema, la prima persona contattata dai proprietari sono io». 

Tutto iniziò con una colonia

La Pepina è nata nel 2016. «A Coldrerio ho incontrato una signora che mi ha chiesto aiuto per nutrire una colonia di gatti – ricorda Barbara Casellini –. Ho così iniziato a occuparmi di quattro mamme e 16 cuccioli». La macchina si è messa in moto. «Da una parte ho contattato le varie associazioni di animali per capire come muovermi, quali gabbie-trappole usare, come prendere le gatte incinte (qualcuna mi ha pure morsicato), dall'altra i piccolini hanno cominciato a essere adottati e ho capito che in Ticino c'è una sensibilità molto forte». Nel tempo è nata anche una forte collaborazione con i veterinari Donata Ghiringhelli di Sementina e Simone Stefanini di Mendrisio che si occupano della cura o della sterilizzazione. Dopo aver ricevuto le cure necessarie, i gatti vengono rimessi in libertà. A segnalare la presenza di una colonia sono generalmente «i privati, ma vengo contattata anche da associazioni che spesso non hanno persone di riferimento del Mendrisiotto. Nei giorni scorsi, per esempio, ho recuperato due gatte a Ligornetto: una era incinta, l'altra aveva partorito da poco, è stata sterilizzata e riportata sul posto». Un lavoro analogo è stato effettuato l'anno scorso al Serpiano, dove sono stati trovati 16 femmine e 7 maschi. 

Una sera di recupero

La Pepina di lavora generalmente di sera «quando non ci sono rumori e i gatti vanno in giro». Nella sua auto non mancano mai gabbiette-trappola e delle coperte che servono a coprire i mici quando vengono catturati per evitare ferimenti nelle gabbiette. Dopo averle piazzate, «sul posto ho sempre qualcuno che controlla. Una volta che il micio entra nella trappola, lo copro e lo custodisco a casa al sicuro fino al mattino seguente, quando lo porto dal veterinario. Dopo l'operazione, riposto il gatto a casa e, non appena è bello sveglio, lo libero».

Di recente la Pepina è intervenuta anche a Castel San Pietro. «Una signora mi ha segnalato la presenza di tre piccoli in un giardino». Durante la cattura, però, «è comparso anche un gatto nero, segnale evidente che la cucciolata non era una sola». L'intuizione si è rivelata corretta. «Ho inizialmente preso la mamma, che è stata sterilizzata e portata in stallo con 3 piccoli (e successivamente liberata). In seguito abbiamo trovato altri 9 piccoli, tra cui 8 femmine». Barbara si è rivolta al Municipio, che ha accettato di assumersi le spese. In totale sono stati presi 10 adulti («due erano purtroppo gravemente malati»), tra cui tre femmine. L'attività della Pepina di gatt gode anche del sostegno di numerosi benefattori che, in occasione dei mercatini di Natale o altre vendite, non si lasciano sfuggire calendari, copertine, cuscini, borse, portachiavi e molto altro.

Quella vacanza a Cipro

Lo sguardo di Barbara Casellini guarda anche lontano, e più precisamente a Cipro dove, in occasione di una vacanza con la famiglia, ha scoperto una situazione che l'ha parecchio turbata. «Attorno al nostro al nostro albergo sbucavano gatti da tutte le parti e la settimana dopo, al termine della stagione turistica, tutte le strutture avrebbero chiuso – ricorda –. Abbiamo iniziato a nutrirli e durante uno di questi punti-pappa ho conosciuto Natalia, oggi mia referente sul posto con Sara». Rientrata a casa, Barbara ha organizzato sulla sua pagina Facebook una catena di aiuti, raccogliendo 1'800 franchi (che con altre donazioni ha portato dopo qualche mese a Cipro) e si è attivata con un veterinario sul posto per capire come trasferire  qualche micio in Ticino: lo scorso anno sono 14 quelli che hanno affrontato il volo: i primi due proprio con Barbara (che si occupa del pagamento del biglietto dei mici). Quest'anno ne sono per ora arrivati 5, altri arriveranno nei prossimi mesi. «Natalia imbarca le gabbiette mentre io le prendo in consegna all'arrivo: vederle comparire in aeroporto una sensazione bellissima». Tra gli obiettivi della Pepina c'è la creazione di un'associazione e un mini rifugio nella zona di Protaras, sull'isola di Cipro. «Si è creato un bel gruppo ma mancano i soldi e il cipriota non è molto sensibile alla problematica. Un gattile sarebbe troppo impegnativo: stiamo cercando un appartamento dove poter accogliere questi mici, ma ci vogliono tanti soldi».

Quello che Barbara Casellini svolge con passione e dedizione è un lavoro che guarda al benessere dei gatti. «Molti di quelli che recupero non vivrebbero a lungo perché malati, figli di randagi e perché in certi posti la vita e ostile – conclude –. Pensando al Ticino, una micia sterilizzata può vivere senza lo stress dei piccoli che muoiono. Quelli di Cipro sono invece gatti che difficilmente diventeranno adulti e se posso faccio volentieri qualcosa per farli vivere».

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