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Prezzi del carburante, 'al fronte' da quasi 60 anni

Il Mendrisiotto, dati alla mano, ha la benzina più cara del Cantone. Ma c'è chi, da decenni, contrasta questa 'politica' e 'combatte' la concorrenza

Giuseppe Ripepi, 85 anni, davanti al suo distributore di Mendrisio
(Ti-Press/D. Agosta)
11 maggio 2020
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'La nostra forza... è il prezzo'. È questo lo slogan, ma anche il 'credo', di Giuseppe Ripepi, 85enne che si autodefinisce “ex calabrese”. Ha fatto del Mendrisiotto la sua casa e, in questi decenni, anche il suo luogo di lavoro. Un nome che, nel Distretto, non si può non accostare agli uffici cambio, ma soprattutto al distributore di benzina di colore verde situato allo svincolo autostradale di Mendrisio. 'La nostra forza... è il prezzo' è anche l'insegna che accoglie i clienti nella stazione di servizio di sua proprietà da qualche anno lungo via Carlo Maderno (quella allo Svincolo l'ha ora affittata a un'altra ditta del Mendrisiotto, attiva nel settore). Ad onor del vero, e per sua stessa ammissione, l'area di presenta “un po' fatiscente”, ma questo – spiega – “è un altro discorso” (vedi sotto, ndr). Vuole dire la sua, Giuseppe Ripepi, sulla questione dei prezzi del carburante, sollevata da 'laRegione' nelle scorse settimane. Perché effettivamente, se quasi la totalità delle stazioni del Distretto applicano tariffe più alte (anche di 17 centesimi al litro) rispetto al resto del Cantone, in via Carlo Maderno la situazione è diversa: Un franco e 33 centesimi la benzina, uno e quaranta il diesel. Almeno 11 centesimi di differenza al litro rispetto alle concorrenti situate anche a poche centinaia di metri di distanza. Prezzi più bassi che l'85enne applica ormai da decenni, una “guerra personale” che dura da tempo e che non ha risparmiato, nei suoi confronti, anche qualche “colpo basso”. Di anni 'al fronte', Ripepi, ne ha passati parecchi: fin dal 1961 quando aprì il primo distributore a Stabio. Nel 1986 attiva l'area allo svincolo. Negli anni gestisce anche un ufficio cambi prima in via Industria, poi in via Borromini.

Strategie di mercato e politica dei prezzi

I suoi prezzi non sono cambiati nemmeno durante l'emergenza sanitaria che ha portato a un crollo delle vendite di carburante: “prima delle restrizioni dettate dal Governo vendevo diverse migliaia di litri di benzina al giorno. Poi si è passati a 300 litri. Ora, fortunatamente, le vendite si stanno riprendendo. Ritengo che – riflette inoltre – le società di vendita di carburante sono in difetto dovuto a questo virus. E hanno le cisterne piene di carburante a prezzo alto. Questa gente non è disposta a perdere dei soldi. Questa potrebbe essere una loro attenuante, neanche tanto accettabile, perché quando c'è da guadagnare guadagnano, ma quando c'è da perdere bisogna sopportare”. Sta di fatto che, da sempre, Ripepi è una 'mosca bianca' nel mercato dei carburanti del Distretto. Definisce la sua politica – pur ammettendo di essere un imprenditore – “da utilità pubblica”. Tariffari alla mano, dunque, perché ci sono queste grandi differenze di prezzo? Prima di entrare nell'argomento l'85enne vuole togliersi il proverbiale sassolino dalle scarpe: “la benzina è tutta uguale. Entra da Gaggiolo (il carburante venduto nel sud del Ticino viene quasi esclusivamente importato dall'Italia, ndr) e dev'essere adattata alle norme svizzere”. Insomma, di fronte alle direttive della Confederazione non si scappa: “nessuno può acquistare benzina dal figlio della fioraia. Il grossista deve dimostrare che la benzina sia a norma”. Ma perché questa premessa? Perché, tornando ai 'colpi bassi' citati, non sono mancate, negli anni, le voci sul fatto che i suoi prezzi fossero più bassi perché, ad esempio, 'allungasse' il carburante con l'acqua.  “Fosse così, in men che non si dica verrebbero a controllarci e ci farebbero chiudere immediatamente”. E per un gestore di un benzinaio “libero” questo significherebbe far morire la propria attività. Ecco, allora, una prima motivazione ai prezzi più bassi: “le mie stazioni sono – ripete – libere. Non dipendo da nessuno. Gli altri, invece, sono in 'marca'”. Per tutti vale la regola di acquistare gli idrocarburi da un grossista ma poi – suggerisce – “i prezzi (per chi gestisce un distributore con 'l'insegna', ndr) vengono imposti dalla marca. Io, invece, posso vendere la benzina a minor prezzo, a patto di non andare sottocosto”.  Altra diversità di veduta, l'interlocutore, le ravvisa nella 'strategia' di mercato che lo contraddistingue dalle altre aziende presenti sul territorio: “sono persone che vogliono guadagnare molto. Non si accontentano di guadagnare il giusto, che è la mia politica. Io non regalo la benzina alla gente – prosegue – però la vendo a 10 persone e non a una. Dunque il mio mancato guadagno sull'uno va a diversificarsi sul 10. La mia politica è vendere molto. Non permetterò mai più che nel Luganese si venda la benzina a prezzi inferiori dei miei”. Infine, secondo Ripepi, negli anni si è cercato di "eludere la concorrenza sleale". Come? "Ci si può accordare – ipotizza –. In una zona vendono (le varie marche, ndr) a un prezzo tutti uguale, in un'altra zona non molto distante a qualche centesimo in meno. Negli anni passati ho denunciato questo comportamento all'Ufficio federale della concorrenza, ma mi hanno risposto che non hanno riscontrato nulla di anomalo”.

Uno stabile da riattare

Giuseppe Ripepi, che a godersi la pensione non ci pensa minimamente, da qualche anno, come detto, gestisce il distributore di benzina lungo via Carlo Maderno a Mendrisio. Un edificio vetusto e che necessita di interventi. "Il mappale – sottolinea –, si situa lungo l'entrata nord della grande Mendrisio". Una via d'accesso molto trafficata e ben visibile. Insomma, dopo la zona dello svincolo un altro possibile biglietto da visita della Città. Ripepi, spiega, vorrebbe contribuire ad abbellire la zona, mettendo mano al suo edificio. Non a caso, ammette, “il Municipio avrebbe dovuto impormi una riattazione”. Ma, evidentemente, a detta dell'imprenditore (non abbiamo potuto sentire la controparte, ndr) i rapporti con l'esecutivo di Mendrisio non permettono di fare passi avanti. “Sto investendo molto per abbellire questa posizione fatiscente – conferma –. Ma a Piano regolatore è un fuori zona e dunque v'è qualche difficoltà nel migliorare la struttura”. A suo avviso esiste la possibilità che negli anni ci siano state “disparità di trattamento”. Un esempio? “Allo stabile di fronte al mio è stata data l'edificabilità malgrado fosse in una zona a rischio caduta di massi. Io sono in posizione sicura ma essendo, il mio, un mappale fuori zona mi è preclusa, al momento, ogni possibilità di miglioria”. Infine, l'appello: “Questo mappale va migliorato, voglio migliorarlo. Permettetemelo”. 

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