Mendrisiotto

Marco Ferrazzini racconta la ‘sua’ politica

Politico di lungo corso, nel 2016 è tornato fra i banchi del legislativo. Che esperienza è stata? ‘È cambiato tutto. Anche lo spessore della politica’.

17 marzo 2020
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Visti da fuori (fuori dal Palazzo), Marco Ferrazzini negli anni scorsi non si era fatto una grande idea dei politici chiassesi. Lui che la politica cittadina l’aveva masticata per un bel po’. I difetti? Troppo poco combattivi (per le cose che contano), eccessivamente autocelebrativi. Poi nel 2016 ha deciso di rimetterci piede in quel Palazzo civico, tornando a sedere, lui ex municipale e già vicesindaco, sui banchi del Consiglio comunale (s’intende, sempre a Sinistra). Una rimpatriata non fine a sé stessa.

Che impressione le ha fatto rientrare nell’agone politico?
Mi sono reso conto del grande cambiamento avvenuto nel mondo come nella politica e nelle relazioni fra le persone. A mutare, però, è stato soprattutto il modo di fare politica. Non dico sia meglio o peggio di prima: non è più la stessa cosa. Quando ho iniziato, negli anni dal ‘70 al 2002, non esistevano le reti sociali. Queste hanno rivoluzionato un po’ tutto.

Come si fa politica oggi a Chiasso?
on c’è un modo chiassese di fare politica. La cittadina, forse, subisce di più la crisi generale vissuta a livello economico e in tema di materiale umano politico. Non per sminuire i consiglieri di oggi, ma un tempo il confronto era più aspro. Oggi la contrapposizione ideale non esiste più. Ci si misura su piccoli grandi problemi concreti, senza un retroterra ideale.

E l’onda rossoverde?
Sono ’ondate’ che vanno e vengono, senza quella profondità di allora.

Eppure alle ultime Federali si è assistito alla polarizzazione Sinistra e Destra?
Non è la stessa cosa. Prima si scontravano forti della loro lunga storia alle spalle e della loro visione di società. Adesso sono più reazioni estemporanee, legate forse anche alla velocità con cui emergono le problematiche. Ma non danno garanzie per il futuro.

Nel 2016 lamentava la scarsa capacità del suo gruppo di smarcarsi dalla maggioranza dei liberaliradicali, appoggiata dalla Lega. Si è fatta la differenza?
Rispetto ai precedenti 8 anni, caratterizzati dal sindacato di Moreno Colombo e dal vicesindacato di Roberta Pantani, sono cambiati gli equilibri. Anche le forze in campo hanno saputo marcare presenza con delle proposte e collaborare. Un solo dato: nel quadriennio 2012-2016 vi sono stati tre referendum vinti dall’opposizione. Cosa che non si è ripetuta: il clima negli ultimi quattro anni era migliore.

Cosa ha segnato il cambio di passo?
La questione delle finanze. Nei due quadrienni precedenti si è avuto un indebitamento presso le banche passato da 53 a 86 milioni e si sono volatilizzate riserve per 30 milioni. Questo Municipio, per lo meno, ha invertito la rotta. Ma soprattutto non ha più ripetuto gli errori di cui paghiamo le conseguenze. Anche il partito di maggioranza relativa (il Plr, ndr) ha preso coscienza della situazione.

È riuscito a essere la spina nel fianco del ‘governo’ della cittadina?
Non è che volevo essere la spina nel fianco. Ho fatto, credo, la mia parte.Ciò che rivendichiamo, come gruppo, è in particolare l’esserci opposti alla decisione di investimento privato nel teleriscaldamento, che sta portando a uno spreco di soldi pubblici nell’ordine di diverse centinaia di migliaia di franchi l’anno, come denunciato in un rapporto di minoranza. Il legislativo non ci ha ascoltato, e pure qui ne pagheremo le conseguenze per anni.

Anche nel caso dello stadio comunale il Municipio ha scelto di passare la mano al Club rossoblù sulla gestione dell’impianto.
In questo caso l’idea poteva anche essere buona. Certo se avessimo avuto di fronte una società che dà delle garanzie a livello finanziario e di affidabilità dal profilo gestionale. Invece non c’è una persona di riferimento locale, ma un azionista che vive a migliaia di chilometri di distanza. Messa così questa sarebbe un’avventura.

La Lega ha ambizioni di raddoppio. Il che potrebbe proiettare Roberta Pantani verso il sindacato. Come la vede?
Anche noi vi potremmo ambire in base ai risultati delle ultime elezioni. Per la Lega?  possibile, staremo a vedere. Ritengo poco probabile, però, che Roberta Pantani possa diventare sindaco di Chiasso, conoscendo le forze in campo.

Cambieranno gli equilibri?
Se devo dire la verità, mi piacerebbe che l’assetto del Municipio restasse lo stesso - 2 Plr, 1 Lega, 1 Ppd, 1 Us-I Verdi, ndr -: più forze partecipano alla gestione dell’esecutivo e meglio è. Ma come sempre sarà l’elettorato a decidere.

La stazione sarà di fatto derubricata: Chiasso può fare qualcosa?
Sono molto pessimista. Una battaglia contro le Ffs la si può sempre fare, ma ci sarebbe voluta una controparte comunale di maggiore peso. Quindi torna il problema delle aggregazioni.

La mancata aggregazione è stata un’occasione persa?
Certo. Per portare avanti determinati progettioccorre ricercare una collaborazione intercomunale. Chiasso non ce la fa più da solo.

La vendita del Comacini (oggi ’Tertianum’) ha mostrato delle debolezze: avrebbe alienato quel terreno?
Non ero in Consiglio comunale, ma avrei combattuto per non alienarlo. Purtroppo quella decisione è avvenuta pochi mesi dopo il referendum (vinto) sul terreno Age. Ne avrebbe meritato un altro di referendum.

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