Mendrisiotto

Droga, quando il valico rovina il piano

Quattordici mesi sospesi al 21enne preso al valico di Chiasso con 55 grammi di cocaina. E dal fermo è emerso anche lo 'spaccio' marijuana (anche a minorenni)

14 marzo 2019
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Qualche centinaio di metri da percorrere in scooter, una consegna da fare e tutto sarebbe dovuto filare liscio come l’olio. Peccato che, però, in quel tragitto c’era una valico doganale – quello di Chiasso – da superare. E lì, il progetto, è definitivamente naufragato. Il primo luglio del 2017, infatti, il 21enne comparso questa davanti alla Corte delle assise correzionali di Mendrisio, avrebbe dovuto portare da Ponte Chiasso a Chiasso poco più di 55 grammi di cocaina (di una purezza accertata del 65,7%). Il tutto dietro un compenso pattuito di 2’500 franchi. Qualcosa (per lui) è ben presto andato storto: ai suoi polsi sono infatti scattate le manette. Da quel momento, l’attività d’indagine svolta dagli inquirenti – coordinati dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli – ha permesso di appurare che il 21enne, residente a Chiasso, ha consumato e venduto anche un discreto quantitativo di marijuana (stupefacente trovato anche nel suo sangue il giorno del fermo). Almeno 150 grammi di ‘erba’ – si legge nel decreto d’accusa – sono stati venduti a 10/15 franchi al grammo, tra aprile e luglio 2017 a “tossicodipendenti locali”.  Sostanza venduta, anche a dei minorenni. A tutto ciò si aggiunge il suo consumo personale, accertato in sede d’inchiesta in almeno 455 grammi (tra il novembre del 2015 e il 5 maggio del 2018). E, infine, il fatto di avergli trovato addosso, in altre occasioni, 1,5 grammi di Mdma e 0,36 di anfetamina. Di fronte a quanto ricostruito, in aula il 21enne – difeso dall’avvocato Valerio Caccia – non ha potuto fare altro che riconoscere tutti i fatti. Da qui la condanna – pronunciata dal giudice Amos Pagnamenta – a 14 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni per i reati di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, ripetuta infrazione (così come ripetuta contravvenzione) alla medesima legge, guida in stato di inattitudine e, infine, ripetuta guida senza autorizzazione.  Giudice che ha riconosciuto al condannato la «collaborazione» e, siccome era un consumatore, «una lieve scemata imputabilità». Giudice che ha però, per contro, «censurato» il fatto «d’aver messo stupefacenti a disposizione di minorenni».

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