Via Odescalchi sigillata, da entrambi gli accessi. Auto e agenti di Polizia a presidiare l’area. Gli inquirenti stamane, lunedì, sono tornati sulla scena del delitto. Non si tratta di una classica ricostruzione. In termini tecnici si chiama ‘riposizionamento’. Così dalle 10.30 si è cercato di rimettere ciascuno dei protagonisti nella stessa posizione in cui si trovava la sera dell’8 ottobre scorso. Ovvero quando un 35enne portoghese è stato ucciso a pistolettate sulla rampa d’accesso a un parcheggio sotterraneo di uno dei palazzi che si affacciano sulla strada. È un via vai di investigatori e avvocati. Sul luogo del crimine alcune comparse vestono i panni dei protagonisti. Gli imputati in questa circostanza non si vedranno. O almeno noi non li vedremo. L’inchiesta ancora in corso, quella di oggi è un'altra tessera di indagine utile, ci spiegano, a rimettere insieme i pezzi di quanto accaduto quella sera.
«Questo riposizionamento serve a capire le corrette posizioni delle persone presenti in base alle immagini filmate dal sistema di videosorveglianza. Assieme a tutti gli altri elementi raccolti si potrà chiarire meglio la dinamica dei fatti», ci dice il responsabile della Scientifica Emilio Scossa-Baggi.
Sul posto stamane con la Polizia giudiziaria e la Scientifica la procuratrice pubblica Pamela Pedrtti e il medico legale, dottoressa Luisa Andrello.