Il comitato referendario ha consegnato oggi, 14 aprile, a Palazzo Civico le adesioni raccolte contro il messaggio municipale sul tema
Obiettivo raggiunto. Il comitato referendario contrario all’estensione delle zone a 30 km/h sulle strade comunali è riuscito a racimolare 4’450 firme. È stato dunque ampiamente superato lo scoglio delle 3’000 firme, numero minimo necessario a Lugano per portare la popolazione alle urne. Ora si attende solo la convalida ufficiale da parte della Cancelleria comunale, ma l’ampio margine soddisfa pienamente Raide Bassi (Udc) e Lukas Bernasconi (Lega), copresidenti del comitato, che si augurano di portare gli elettori al voto il 28 settembre.
Davanti al municipio di Lugano, per consegnare le scatole contenenti i formulari compilati negli ultimi due mesi, erano presenti i due copresidenti insieme ad alcuni membri del comitato, tra i quali Alain Bühler (Udc), Michael Nyffeler (Lega), Andrea Sanvido (Lega) e Lucia Minotti (Lega). Come ha precisato Bernasconi, «il numero di firme raccolto è il risultato di un ottimo lavoro di squadra. Siamo stati presenti non solo nelle piazze, ma anche nei vari quartieri e davanti ai grandi magazzini. Inoltre, va ricordato l’importante sostegno che abbiamo ricevuto dal settimanale ‘il Mattino della domenica’ che ci ha aiutato molto a dare grande visibilità all’iniziativa».
Secondo Bernasconi, a preoccupare maggiormente i firmatari è stato il timore di una generalizzazione totale del limite di 30 km/h: «La gente è un po’ stufa di vedersi imporre regole in modo unilaterale. Lo abbiamo visto anche in altri cantoni, come Zurigo, Friburgo e Argovia, dove in diversi comuni la popolazione ha bocciato simili proposte». «L’attuale legge sulla circolazione è veramente tanto restrittiva – aggiunge Bassi – e il limite dei 30 km/h aumenta il rischio concreto di incorrere in sanzioni pesanti e di perdere la patente senza per forza essere un pirata della strada».
Oltre alla discussione sulla limitazione della velocità, questa raccolta firme potrebbe aprire anche un dibattito sul numero di sottoscrizioni necessarie per indire una votazione popolare a livello comunale. Bassi ha infatti sottolineato che «non è stato facile raccogliere tutte queste firme nei due mesi previsti per legge». Attualmente, il numero richiesto è proporzionale al numero di residenti nel comune. A livello cantonale, in Ticino, invece, sono necessarie 7mila firme per un referendum nonostante la popolazione sia oltre cinque volte superiore rispetto a quella di Lugano. «Sicuramente questa è una riflessione che abbiamo fatto e, in futuro, valuteremo se fare una richiesta formale per abbassare questa quota a livello comunale».
Durante la seduta del Consiglio comunale del 10 febbraio scorso, quando il messaggio è stato approvato seppur ridimensionato dal punto di vista finanziario, è emerso il timore dei referendari per un’ipotetica ‘fase tre’ del piano mobilità, che porterebbe a una moderazione ancora più estesa della velocità. In quell’occasione, la municipale Karin Valenzano Rossi aveva ribadito che fino a quel momento non erano state approfondite ulteriori zone 30 e che l’ipotetica generalizzazione non è stata programmata. Una risposta che, a distanza di qualche mese, lascia ancora qualche dubbio a Bernasconi che teme un futuro incremento delle zone 30 km/h: «La limitazione va inserita solo laddove necessario, cioè in punti sensibili come scuole od ospedali. Farlo in modo così esteso senza un’analisi concreta non va bene». Durante quella stessa seduta, la capodicastero Sicurezza e Spazi urbani aveva ribadito che le proposte erano state supportate da perizie “serie e non ideologiche”. Nonostante queste precisazioni tra i consiglieri sono rimasti molti dubbi e non a caso il messaggio è stato approvato per un solo voto.
Ora, se le 3’000 firme necessarie saranno convalidate, la popolazione di Lugano sarà chiamata a esprimersi sulla creazione di due nuove zone 20 km/h e sull’ampliamento del limite a 30 km/h su quasi il 60% della rete stradale cittadina, soprattutto nelle aree residenziali, come richiesto da numerose commissioni di quartiere.