Potrebbe essere formato da Varese, Como e... il Ticino, ma il sindaco lariano Rapinese ribatte: ‘Non mi risulta che Lugano sia in Italia...’
Una capitale insubrica della Cultura 2030 il cui triangolo sarebbe formato da Varese, Como, Lugano. Se ne parla da qualche giorno nei due capoluoghi pedemontani lombardi dopo che Marco Magrini, presidente dell’Amministrazione provinciale di Varese ha lanciato l’idea che piace a Como (la città di Volta nel 2017 era stata finalista, ma poi bruciata sul filo di lana da Pistoia). Il modello indicato è quello transfrontaliero che vede per quest’anno l’unione tra Italia e Slovenia per la prima capitale europea della cultura. Magrini chiama in causa la Regio Insubrica: “Noi abbiamo ottenuto un finanziamento Cariplo su ‘Varese cultura 2030’, un progetto di rete e di sistema e mi piacerebbe avviare un processo con la Provincia di Como e fare un ragionamento anche con Lugano”. Magrini parla di un “progetto internazionale in cui io credo e anche fortemente: bisogna guardare oltre il proprio angolino e già Milano-Cortina 2026 potrebbe essere il momento per lanciarlo. Bisogna aprire le porte e le finestre mettendo insieme realtà importanti e sarà una bella sfida”.
Dal canto suo il numero uno di Villa Saporiti, sede della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca commenta: “Sono favorevole a tutto quello che può servire a costruire qualcosa di importante. È chiaro, però, che bisognerà parlarne e approfondire la cosa”. Parere favorevole, ma non incondizionato, arriva dal sindaco di Como Alessandro Rapinese: “Noi siamo aperti al 100%, ma trovo un piccolo problema di natura logica, in quanto non mi risulta che Lugano sia in Italia e che, quindi, difficilmente potrà essere capitale italiana della cultura. In ogni caso noi collaboriamo con Lugano, con cui abbiamo un ottimo rapporto. Con Lecco e Varese, antichi territori della provincia di Como, c’è indubbiamente interesse a collaborare anche perché siamo impegnati nella sfida enorme degli European master games del 2027”.